La sfida di Camp Nou batte il derby

L'Inter vince sul Milan per 1-0, grazie al gol di Samuel, nella sfida di San Siro, ma il vero spettacolo si è visto al Camp Nou, dove Messi e Cristiano Ronaldo hanno segnato due reti ciascuno
Inter-Milan

Si sono giocati praticamente in contemporanea. L’uno, quello spagnolo, è iniziato alle 19.50 (ora italiana) di domenica; l’altro, quello nostrano, alle 20.45. Il primo è un classico (o meglio, El Clásico) di nome e di fatto; il secondo lo è solo di fatto, ma cambia poco. Sì, perché il derby della Madunina, anche in tempi di “magra” come questi, ha portato a San Siro oltre 70 mila persone. E se al Camp Nou sono stati i grandi campioni (Messi e Ronaldo in primis) a fare la differenza, nella "Scala del calcio" milanese il carico di passione rossonerazzurra non ha senz’altro sfigurato di fronte a quello "blancoblaugrana”.

Fino a qualche anno fa, va detto, il match che tra i due collezionava il maggior numero di spettatori a livello mondiale era senza dubbio quello meneghino. Da Ronaldo (il "Fenomeno") a Kakà, da Eto’o a Shevchenko, le stelle più fulgide dell’universo pallonaro avevano preso casa a Milano. Adesso non è più così. La crisi economica ha colpito anche lo sport, e pure due club tradizionalmente ricchi come Inter e Milan si sono dovuti adeguare alle mutate esigenze di bilancio.

A Barcellona e Madrid, sponde Barça e Real, non è accaduta la stessa cosa. Vuoi per una diversa tassazione che favorisce la contrattazione dei grandi giocatori, vuoi per la solidità di due club che sopravvivono (eufemismo) grazie al sostegno finanziario di migliaia di soci, i blaugrana e le merengues rappresentano il meglio per qualsiasi top player (definizione così in voga ultimamente). E domenica la differenza, a livello di qualità sul rettangolo verde, si è vista chiaramente. Spettacolo allo stato puro al Camp Nou, classico match di lotta (anche se le occasioni da gol non sono mancate) al Meazza.

Ma non è il caso di lasciarsi andare ai ricordi di un passato che – almeno in Italia – non c’è più. Il calcio è bello anche così, e lo spettacolo visto sugli spalti di San Siro lo conferma. I flash dei fotografi sono diminuiti, non certo la passione dei tifosi. Quando poi tutti i nostri stadi si adegueranno ai modelli tedeschi o inglesi, non serviranno i grandi campioni per arrivare al sold out. I calciatori vanno e vengono, l’amore per i propri colori resta. E allora, godiamoci lo stesso questo campionato: magari più povero, ma non per questo meno intrigante.

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