La posta di Città nuova

Equi-distanti in politica? No, equi-vicini Il vostro giornale ha sempre ritenuto, più o meno, i due schieramenti politici uguali. Questo a me e a tanti altri non sembra giusto. Infatti nei cinque anni del governo Berlusconi sono state fatte leggi vergogna e leggi ad personam, tutte riguardanti in primo luogo gli interessi materiali e personali del premier. Sarebbe bene che i redattori degli articoli riguardanti la politica stessero attenti ad essere veritieri. Aldo Cosso – Firenze Non so se si sente della famiglia di Città nuova, visto che scrive vostro giornale, ma ci fa molto piacere che abbia voluto scriverci. Dopo le lettere che ci imputano di parteggiare nascostamente per il centro-destra o per il centro-sinistra, lei propende per un’equidistanza della rivista, da noi adottata anche tacendo su fatti incresciosi. In realtà, la chiave di lettura della rivista è un’altra. La cultura che ci anima invita ad analizzare comportamenti, scelte e programmi alla luce del bene comune, cercando di valorizzare le proposte da qualsiasi parte maturino. Se avesse potuto seguirci negli anni, si sarebbe accorto che abbiamo via via stigmatizzato il varo di norme che non riguardavano l’interesse generale, seppure con toni mai sopra le righe. Non siamo stati veritieri? Forse non abbiamo gridato le ragioni delle nostre valutazioni. Non fa parte del nostro modo di intendere l’informazione. Alla distanza non paga per chi urla e non giova al Paese. Più che equi-distanti cerchiamo di essere equi-vicini. Per tre ragioni: valorizzare e collegare quanto di costruttivo si sta facendo (anche se non fa notizia); aiutare i cittadini a scoprire possibili varchi di partecipazione; sostenere quanti impegnati in politica, per favorire un clima di dialogo fecondo, come il presente fa sperare. Giornalisti venduti In questo ultimo periodo ho perso fiducia nell’informazione, non credo più a quello che mi dicono alla tv, perché ho iniziato a vedere in quei giornalisti come una massa di venduti. Secondo voi, c’è un quotidiano che non sia pilotato dalle varie potenze politiche? Michele Tassotti – 19 anni Non si può fare di tutte le erbe un fascio, ovviamente. Ci sono certamente dei giornalisti venduti, con poco coraggio di dire ciò che pensano veramente, ma la stragrande maggioranza cerca comunque di fare il proprio lavoro pur in contesti spesso non facili. Un consiglio: leggere ogni giorno un giornale diverso, e imparare a leggere quelli che sono i fatti reali al di là della scrittura. Il mondo dell’informazione è oggi talmente inflazionato di notizie che l’opera da fare è capire quali di queste notizie sono veritiere e quali no, quali vengono occultate e quali no. Opera non facile? Certamente. Per quel che può servire, noi a Città nuova lo sforzo di selezionare le notizie cerchiamo di farlo. Il dado del fair-play e l’Europeo Nei giorni scorsi ho attraversato la Svizzera e l’Austria per lavoro. Ovunque insegne e gadget a conferma del circo economico e mediatico innalzato dai Campionati europei di calcio. Mi chiedevo che spazio potessero ancora avere i valori promossi dallo sport. Ebbene, ho dovuto ricredermi: dovendo fermarmi a Innsbruck, ho pensato di saziare la mia astinenza da calcio assistendo ad una partita di calcio regionale del Tirolo. Ed ecco la sorpresa: dopo il consueto scambio di gagliardetti, l’arbitro ha gettato sul prato un curioso dado gonfiabile colorato che aveva in mano, ha letto insieme ai giocatori la frase scritta proposta dalla faccia del dado: Play fair: essere onesti con sé stessi e con gli altri! e li ha invitati a viverla durante la partita. Non credevo ai miei occhi quando un giocatore è andato dall’arbitro per confessare di aver tocca- to lui per ultimo la palla, offrendo la rimessa agli avversari! Al termine della partita mi sono presentato all’arbitro per chiedere delucidazioni: mi ha spiegato che la Lega calcio del Tirolo ha promosso, in vista dell’Europeo, una campagna per il fair-play tra le squadre della regione, utilizzando il dado ed il progetto di Sports4Peace, promosso anche da Sportmeet, espressione nel mondo dello sport dei Focolari. La squadra con meno ammonizioni ed espulsioni viene premiata durante l’Europeo e l’atleta che avrà compiuto il più bel gesto di fair play verrà premiato con dei biglietti per le partire dell’Europeo. Positivo, non vi pare?. P. C. – Bolzano Sufi simili ai focolarini? Avete parlato spesso di Islam, ma non ho letto nulla sui sufi. Mi sono accorta che hanno princìpi comuni coi focolarini…. Adriana Pigozzo – Cuneo Della corrente spirituale sufi, presente nel mondo islamico, in particolare in Iran e Turchia, non abbiamo parlato in articoli a loro dedicati espressamente, ma più volte ne abbiamo accennato. Il sufismo corrisponde in senso lato al nostro misticismo. In estrema sintesi si fonda sulla fiducia in Dio, sulla povertà, non solo materiale, ma come disposizione d’animo, e sulla ripetizione incessante della lode di Dio, accompagnata da atti di penitenza. Oggi, dopo alterne vicende e varie persecuzioni, i sufi stanno riprendendo coraggio e conoscono un nuovo slancio. Simili ai focolarini? L’accostamento è arduo, ma per alcuni aspetti plausibile, direi, per vicinanza all’idea che l’amore è il primo attributo di Dio. Il fatto è che quella sufi è una spiritualità dell’amore, vicina innanzitutto al Vangelo di Giovanni, oltre che a certe tradizioni dell’amore indù ed ebraiche. Ne riparleremo, comunque. Incontriamoci a Città nuova, la nostra città A Firenze nella Sala dei Cinquecento Ogni presentazione dell’ultimo libro di Chiara Lubich pubblicato mentre la fondatrice dei Focolari era ancora in vita – Erano i tempi di guerra…, co-autore Igino Giordani – si rivela un’occasione per scoprire nuovi aspetti della poliedrica personalità di Giordani e della forza e dell’inventiva carismatiche di Chiara, anche grazie a relatori di grande caratura spirituale e intellettuale. Nella prestigiosa cornice di Palazzo Vecchio, venerdì 23 maggio scorso, si è ricordata la cittadinanza onoraria della città del giglio avvenuta il 16 settembre 2000. Il sindaco Leonardo Domenici, che all’epoca era già primo cittadino e lo sarà ancora per poco, ha detto: Allora si respiravano un’aria ed un clima particolari e c’era una tale partecipazione che non tutti potevano vedere la saldatura di una straordinaria esperienza religiosa con un rito civile e civico come quello del conferimento della cittadinanza. Significative anche le espressioni di saluto dell’assessore Massimo Toschi, a nome della Regione Toscana, e del presidente della Provincia di Firenze, Matteo Renzi. Moderata da Michele Zanzucchi, direttore di Città nuova, si è poi tenuta una apprezzata tavola rotonda. Vi ha partecipato Graziella De Luca, una delle prime a seguire Chiara, a Trento, negli anni Quaranta, che ha colpito gli astanti col semplice racconto originario, quello del suo incontro con Chiara e della conseguente scelta radicale di Dio. Il teologo, mons. Piero Coda, nel tracciare l’eredità di Chiara, ha parlato di quel momento del ’49, in cui un patto d’unità tra Chiara e Giordani ha avviato un periodo di alta ispirazione carismatica, momento che ha dato origine ad una corrente d’amore costitutivamente laica che ha poi pervaso il mondo, basata su Gesù abbandonato, la pupilla dell’occhio con cui Dio guarda il mondo e noi guardiamo a Dio. Il prof. Suresh Upadhyaya, indù di Mumbai, ha detto da parte sua: L’amore è il centro della nostra vita e Chiara l’ha sottolineato dicendo che Dio è amore e che l’amore è Dio. In conclusione Sergio Zavoli ha avvolto il pubblico con parole commosse e come sempre pregnanti: Chiara prende il Vangelo e lo porta dentro la storia… Questa mi sembra la grande, inedita lezione di Chiara, che non lascia un corpo di norme astratte e virtuose, ma lascia degli ammonimenti, frutto di una sequela di incontri con Dio, realizzati su un piano di una straordinaria, trasparente, mai ingenua parità. Chiara ha sentito che sulla nostra vita domina qualcosa di cui noi non siamo mai venuti a capo e che probabilmente il motivo sta nel fatto che non siamo mai andati ai piedi della croce e che tutto si capisce e si svela e diventa chiaro soltanto ai piedi della croce. Indirizzare i vari contributi a: rete@cittanuova.it

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