La Posta di Città nuova

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Guardando il crocifisso Guardando in chiesa un quadro della crocifissione, la mia nipotina Alice di quattro anni mi ha chiesto: Ma perché l’hanno crocifisso?. Perché erano cattivi è stata la mia risposta certamente inadeguata; infatti l’ho vista poco convinta. Ora arriva la Pasqua, magari si riparlerà di queste cose con le bambine. Potete darmi una dritta?. Carla Menegalli Le domande dei bambini sono sempre le più impegnative. Ci mettono dinanzi alla verità, e perciò alla verità dei fatti bisogna rimandarli. Al fatto che esiste il Male e che Gesù era venuto a portare il Bene; che l’amore di Gesù ha trionfato sulla cattiveria; che la risurrezione è seguita alla morte… Mi sembra che leggere loro con intelligenza la Passione da uno dei Vangeli sia la soluzione migliore. Educare in modo asettico o coinvolgente? Sono docente di religione in un istituto tecnico e mi occupo dello sportello d’ascolto studenti, accogliendo ragazzi che vengono a condividere preoccupazioni e gioie. Ho frequentato molti corsi di formazione e di aggiornamento, per poter svolgere con competenza questo servizio. Erano tutti corsi gestiti da psicologi. Un aspetto, tra quelli visti insieme, mi interpella: la convinzione che chi si mette ad ascoltare deve essere asettico, non esprimere giudizi e nemmeno consigli, ma stimolare una risposta dal di dentro, in modo che il ragazzo stesso trovi la sua strada. Insomma, deve nascere in lui la ricerca di motivazioni vitali, che gli permettano di affrontare la realtà autonomamente. Ma come si può vivere una relazione con un ragazzo da educare, se lo sforzo richiesto è quello di essere, davanti a lui, una mummia insensibile? Mi vengono alla mente certi educatori formidabili, come don Bosco o don Milani… non è certo perché sono rimasti asettici di fronte ai ragazzi che hanno tracciato una via nuova nell’educazione della persona! C’è bisogno di un rispetto enorme per tutto ciò che il ragazzo esprime, è vero, ma penso che bisogna fargli sentire che è amato, che è accolto con tutto ciò che lui è, che si condivide il suo dolore o la sua gioia, che alcuni suoi passi sono importanti e vanno riconosciuti. Ivana – Padova Penso che gli esempi di grandi educatori da lei citati offrano la risposta più convincente al suo quesito. Ecologia e armonia interiore La nostra comunità dell’Alta Val di Vara è diventata famosa per la sua politica a favore dell’agricoltura biologica e dell’ecologia; alla fine degli anni Novanta Varese Ligure ha ottenuto la certificazione Iso 14001 ed Emas, come qualificazione per la qualità dell’ambiente; nel 2004, a Berlino, 1’Unione europea ha premiato Varese Ligure come la comunità rurale dove è stato attuato il progetto più completo e originale di sviluppo sostenibile. Infine, nel giugno scorso, la scuola elementare del nostro paese è stata intitolata a Maurizio Caranza, sindaco di Varese Ligure per ben quattordici anni. Ci fa piacere che ne Il punto di Città nuova dello scorso ottobre dedicato all’ambiente, sia comparsa una foto di alcune pale eoliche del Passo della Cappelletta, situate a pochi chilometri da Varese Ligure, installate proprio durante i suoi tre mandati. Paolo e Anita Varese Ligure (La Spezia) Mi ha fatto piacere ricevere questa lettera con così circostanziate notizie su Varese Ligure, località di cui conservo un ricordo molto gradito, avendola visitata nell’ormai lontano 1964 per una consulenza professionale richiestami in qualità di architetto. Si trattava di certificare la precarietà di certe strutture dell’antico convento di clausura delle suore agostiniane. In quel luogo trovai la rivista Città nuova e certo non avrei immaginato che di lì a poco, lasciata la mia professione, avrei iniziato a lavorare proprio per questa rivista. Ricordo la vita austera che quelle suore conducevano, coltivando un grande orto dal quale traevano l’unico loro sostentamento. E ricordo la luce che irradiava dai loro occhi, riverbero di quella vita che a loro non pareva gravosa. Non ho dimenticato più quella testimonianza che oggi trovo così in consonanza anche con le notizie di quella passione ecologica di cui la vostra lettera parla. L’armonia interiore, causa ed effetto insieme dell’armonia con la natura. Sono ben felice che questo privilegio sia toccato a Varese Ligure e all’Alta Val di Vara. Immigrati tra rifiuto e accoglienza Mi occupo di pastorale sociale, politica e del lavoro. Nei tanti incontri ai quali partecipo, colgo un elemento che mi lascia amareggiato. Lo spirito di accoglienza reciproca, di dialogo con tutti, di Vangelo innervante la vita, io lo vedo vanificarsi, per lasciare spazio al puro risentimento contro due categorie di persone: i politici e gli immigrati. Ritiri spirituali, incontri sulla Parola conclusisi rabbiosamente nel rifiuto netto degli immigrati. E non vale offrire esperienze positive alle quali si contrappongono molte negative. Ma il Vangelo non riesce più a cambiare i nostri cuori e guidare i nostri cammini?. Don Mario Benedini Incontriamoci a Città nuova, la nostra città ? Friuli Venezia Giulia: un fuoco di fila 25-27 gennaio: Si comincia in famiglia, a cena, parlando a tu per tu e si prosegue, in un crescendo, con gruppi sempre più folti di amici lettori che a Città nuova ci tengono. E lo dimostrano con un fuoco di fila di domande, di riflessioni, di testimonianze sul campo. Pordenone, Trieste e Udine le città toccate dal nostro giro nel Nord-est, dove abbiamo incontrato gente che riflette e interroga Città nuova con l’intelligenza del cuore e un pizzico di peperoncino per rendere più appetitoso il tutto. Le storie di vita e le iniziative da riportare sul giornale si arricchiscono di nuovi contributi. Perché Città nuova si faccia portavoce della nostra gente friulana e ne faccia conoscere la grande ricchezza. Sicilia: la tappa di Palermo 1-2 febbraio: due facce di una stessa medaglia gli appuntamenti vissuti nell’isola. Costruttivo il momento con un gruppo a Palermo: interventi attenti all’oggi della rivista, al suo ruolo nel panorama mediatico italiano, al suo compito di offrire spunti di formazione nella prospettiva della fraternità. Gente che da sempre legge e collabora con la rivista e svela un volto inedito del Sud. Appassionante dialogare, poi, con un gruppo più numeroso dove emerge con forza la richiesta di lavorare insieme per costruire le nostre città e prendercene cura. Al rientro ci raggiungono ancora e-mail con ringraziamenti e qualche suggerimento: Ci sembrava che ognuno avesse il desiderio di contribuire con il suo tassello di mosaico alla realizzazione del giornale. Ho riscoperto Città nuova. Ho sentito un dialogo vero fra di noi. Ho notato la libertà che ognuno aveva di esprimersi, si sentiva che si era in famiglia; Mi piace leggere… gradirei più colori e più articoli sulla città per rendere la rivista più vicina alla gente; C’è poco sport; Evitate le foto dei politici…; Troppo clericale; Gradirei più articoli aperti sulla società, per alleggerire . L’augurio di molti è che ci possa essere un seguito a questi incontri. A tutti i lettori incontrati il grazie dell’intera redazione! Marta Chierico Indirizzare i vari contributi a: rete@cittanuova.it

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