La posta di Città nuova

Pillola del giorno dopo e obiezione di coscienza Giorni fa, cambiando casualmente canale, ho assistito a un pezzetto di servizio in onda su Le iene di Italia 1. Nel servizio si trattava di una donna che cercava negli ospedali di Roma qualche ginecologo disposto a prescriverle la pillola del giorno dopo. Non riusciva a trovarne uno e le veniva risposto che, essendo la pillola in questione di tipo abortivo perché impedisce all’eventuale embrione di annidarsi, poteva dare l’opportunità ai medici di esercitare, per legge, il diritto all’obiezione di coscienza. Ci si meravigliava di questa difficoltà, ma per me è stato consolante vedere che ci sono ancora medici con una coscienza che si interroga e che riflette sulla sacralità della vita umana in ogni sua forma e condizione. Una lettrice Non imporre la verità Nel n° 11 di Città nuova si legge nell’articolo di Pasquale Foresi: Questo è il motivo profondo per cui io non devo mai dare all’altro una verità pretendendo di imporla. Condivido. Ma la rivista non sempre si pone in questa predisposizione al dialogo, e spesso sembra portatrice della verità. Le stesse conversazioni di Foresi, o gli articoli di Baggio, esprimono spesso la certezza di possedere la verità. Ciò limita, a volte, la spontaneità o la possibilità di un dialogo costruttivo con chi non condivide le idee esposte. Dovremmo aiutarci a donare la mia verità, per lasciarmi completare dalla verità dell’altro, come si legge nell’articolo citato. M. R. – Foggia Lei penetra al cuore del grande problema del dialogo. Gliene siamo grati. Non solo del dialogo tra chi ha convinzioni religiose e chi invece non le ha, ma anche del dialogo tout court. Vorrei sottolineare al proposito come ogni dialogo non possa essere fatto sulla base di identità deboli. Al contrario, è quando l’identità è forte che il dialogo risulta più proficuo e aperto, perché gli interlocutori non hanno da difendere nulla, ma solo da capire l’altro. Ora, come disse Giovanni Paolo II nel 1986 a Madras, in India, la presentazione della propria visione delle cose va fatta, ma essa deve essere un rispettoso annuncio. Se talvolta Città nuova non le ha dato quest’impressione ce ne scusiamo, ma secondo noi chi ha un’idea forte ha il dovere di proporla. Chiara Lubich, che la rivista ha fondato, un’idea forte, quella dell’unità, ce l’aveva: e il dialogo per noi è indispensabile per raggiungerla. Dialogo che è un metodo, ma anche una cultura. In ogni caso, il dialogo trova le sue basi nella concretezza della vita, e non è fatto solo di parole. (m.z.) Riparliamo dei Simpson Ho letto con interesse l’articolo di Gianni Bianco sui Simpson e rispondo volentieri al vostro invito di esprimere la mia opinione. Premetto che, quando mia figlia era piccola, avevo l’abitudine di vedere e commentare i cartoni con lei. Per quanto riguarda i Simpson non sono riuscita a seguire la trasmissione per più di dieci minuti. Vi sembrerà paradossale ma al di là dei contenuti che, come viene evidenziato nell’articolo, possono avere più piani di lettura e che quindi non sono adatti ai bambini e forse nemmeno ai ragazzi, a me ha fatto sempre un effetto negativo l’aspetto fisico dei personaggi che non hanno niente di armonico e, direi, di umano. Anche mia figlia, che ora ha trent’anni e ha conservato la passione dei cartoni animati, pensa che i Simpson siano in assoluto i più brutti esteticamente e tra i più pericolosi come contenuti. Anna Soraci Ancora e ancora grazie a Chiara Lubich Ieri sera, con alcune sorelle, ho visto un dvd sull’esperienza spirituale di Chiara tratteggiata, di anno in anno, attraverso un’intervista che le è stata fatta, mi pare, da Città nuova. E poi anche una videocassetta sul suo funerale in San Paolo. Per me, è stato un invito a convertirmi al Vangelo e a cercare di viverlo nella concretezza di ogni giornata. Quanta bellezza nella vita di Chiara! E quanta potenza ha in sé il Vangelo. Quanta inimmaginabile fecondità! Sento dentro di me che la mia piccola storia è misteriosamente legata a quella di Chiara, alla vostra… Perché il ricordo di lei, la sua parola, il suo volto mi fanno bene… Sono grata al Signore di ciò. E prego Chiara che mi aiuti, che mi resti vicina. Suor Veronica Circa 40 anni fa ho conosciuto lo spirito del carisma di Chiara, che da quel momento ha illuminato quello che è seguito nella mia vita. Il mio grazie a Chiara per quanto mi ha trasmesso copre quindi tutti questi anni, che di certo non sarebbero stati gli stessi senza questa luce. Ho saputo della sua partenza, mentre stavo iniziando una non facile conversazione con alcuni giovani sull’educazione alla relazione e all’affettività, ambito in cui Chiara è stata particolarmente ispirata da Dio. La conversazione è andata bene e mi si è confermato che il suo carisma, se vissuto nell’umiltà e nella verità, riesce ad aprire molti cuori all’amore reciproco e alla voglia di vivere in relazione, che è di certo l’aspirazione più sentita e più rara dell’uomo di questi tempi. Il sorriso grato che ho visto negli occhi di quei giovani al termine di quella riflessione me lo ha rivelato ancora una volta. Silvano Magnelli Non si spegne l’eco che ritorna da ogni parte e si amplifica ogni giorno di più, per la testimonianza offerta dalla vita di Chiara, riproposta nei numeri speciali pubblicati da Città nuova, e su alcuni volumi della nostra editrice. Sicché non possiamo esimerci dal riportare una traccia di queste testimonianze anche in questa rubrica della rivista. Incontriamoci a Città nuova, la nostra città Una visita inaspettata Una telefonata ci sorprende: Possiamo venire a trovarvi?. Sono una cinquantina di ragazze fra i 14 e i 16 anni. Vogliono conoscere da vicino come nasce Città nuova. La redazione si prepara allestendo una sorta di percorso a tappe che va dalla progettazione di ogni singolo numero, alla stesura degli articoli, alla scelta delle foto, all’impaginazione, alla diffusione della rivista stessa. Senza dimenticare la merenda finale e le foto di gruppo. Tra di loro c’è chi registra, chi scatta fotografie, chi prende appunti. Per un giorno i ruoli sembrano scambiarsi: ma i giornalisti siamo noi o sono loro? Ecco quanto alcune di loro ci hanno scritto in seguito: Quando siamo arrivate in un normalissimo palazzo di Roma, non ci sembrava vero che ogni 15 giorni, ne uscisse un giornale internazionale come Città nuova, che mette in comunicazione una grande famiglia. (Agnese e Margherita – Sicilia) Quello che più ci è piaciuto è che possiamo essere noi lettori in prima persona a collaborare alla realizzazione degli articoli grazie ai nostri suggerimenti e alle nostre critiche. È stato fantastico vedere la collaborazione che c’è tra di voi e che rende la vostra redazione speciale. (Annapia e Sabrina – Napoli) Il vostro lavoro è il prodotto di una catena d’amore che, a dire la verità, non ci aspettavamo. Infatti pensavamo che in un posto di lavoro come una redazione ci fossero degli screzi. Invece siamo rimaste sorprese dal rapporto che vi lega e nel quale ci siamo sentite incluse perché abbiamo preso coscienza che saremo noi i prossimi collaboratori di Città nuova: la fiducia che riponete in noi ci motiva ancor più a non deludervi. Questa giornata con voi non passerà ma resterà dentro di me perché oggi non solo ho imparato come viene fatto un giornale; ma, attraverso i redattori, ho capito come si può vivere nell’unità e nell’amore non solo con gli amici e la famiglia, ma anche dove è più difficile, come nei posti di lavoro. (Francesca – Firenze) Ho un piccolo progetto per il mio futuro: vorrei fare la giornalista. Con voi ho scoperto quant’è importante la collaborazione di tutti. (Margherita – Palermo) Mi ha colpito vedere che Città nuova ha un cuore che batte. Ogni articolo non nasce dall’idea di uno solo, ma dal confronto tra tutti: realizzarlo non è semplice! Vedere che è possibile conciliare le idee di tutti senza fermarsi alla consapevolezza delle proprie capacità e del proprio punto di vista, ci incoraggia. D’ora in poi leggeremo Città nuova in modo diverso!. (Monica, Chiara, Marta, Maria Chiara – Torino) È stata la nostra prima esperienza di visita nella sede di un giornale: grazie per averci dato l’opportunità di capi re come si realizza. Ci impegneremo a portare lo spirito che ci avete trasmesso anche nella nostra vita. (Celeste e Miriam del Lazio) Indirizzare i vari contributi a: rete@cittanuova.it

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