La posta del direttore

Perplessità sull’Europa unita “Nutro qualche perplessità circa l’Europa unita nella sua configurazione attuale ed il previsto futuro allargamento ad est: tanto uniti non siamo, stante le notizie pressoché quotidiane di divergenze di varia natura. “Inoltre mi pare che la burocrazia che muove l’Unione sia a dir poco spaventosa per non parlare delle lobbies e dei potentati. “Di fronte a tutto questo fermento e alle sdolcinature circa l’euro imminente, fa specie notare che sul sito internet ad esso dedicato dalla Bce gli aggiornamenti relativi alla storia, e agli sviluppi dell’Ue si fermino al 1998! “L’allargamento ad est. Siamo sicuri che i cittadini dell’Unione fremano per l’adesione dei paesi candidati, oppure è la bramosia dei soliti potenti che vi vedono un terreno fecondo per fare altri soldi a palate, ovvero spremere economie bisognose di scambi, senza garantire loro peraltro un equilibrio nella ridistribuzione delle risorse?”. Silvana Muscio Le sue perplessità sono condivise da molti, perché motivate, ma noi restiamo del parere, come in parte confermiamo anche su questo numero, che il saldo fra vantaggi e svantaggi resti largamente positivo. Basti pensare a quanto è costata, in termini umani (ma anche economici) la divisione dell’Europa. E tutt’oggi quanto costino le varie divisioni nel mondo. Senza contare che i meno fortunati (perché più poveri) candidati a entrare nell’Ue, hanno anche un diritto di risarcimento per il passato abbandono. I frutti verranno per tutti, ne siamo certi. Ciò non vuol dire che non si debba procedere con prudenza, come del resto si sta facendo. Palestina trascurata “Sono un lettore di Città nuova, e mi interessano molto gli eventi politici e internazionali letti con occhi diversi del solito. Credo che il vostro contributo alla conoscenza delle notizie e alla diffusione della cultura sia lodevole, ma non vi scrivo per questo. “Vorrei attirare la vostra attenzione su un argomento molto doloroso da trattare. La situazione in Palestina, Israele, territori occupati, o “Terra Santa”… “Penso che trascurate molto la verità. Per ragioni che posso immaginare, avete sicuramente fatto una scelta. Una volta scrivete quattro righe, con “speranza del dialogo” che è “sempre possibile”, malgrado i tanti “feriti e morti da entrambe le parti”! Meglio, in questo caso, non scrivere niente (come succede spesso). “Non vorrei che il vostro giornale diventasse simile a tutti gli altri. Spero che siate e rimaniate diversi. Non potete scrivere soltanto ciò che vogliono i lettori, se volete avere una missione di informazione. “Capisco la vostra preoccupazione di essere neutri. Avete il diritto anche di esserlo. Io, invece, continuerò ad esigere da voi la verità”. Asem Khalil – palestinese Grazie per la franchezza. Essere neutrali è una nostra costante preoccupazione, non certo nel senso di lavarcene le mani, ma di cercare l’obiettività, sperando di non tradire la verità. Certo, non parliamo molto della Palestina, come di tanti altri problemi pur gravissimi, ma non perdiamo occasione per sottolineare i richiami del papa nei quali ci ritroviamo pienamente. E cioè il diritto alla convivenza nella sicurezza dei due popoli e la condanna di ogni violenza. Da entrambe le parti, per questo, si dovrebbero fare molti passi indietro. Assidui lettori, eroici abbonatori “A proposito del “diritto d’informazione” (vedi Città nuova n. 21, p. 19) mi risulta che meno del 10 per cento dell’informazione si dedica ai poveri e che nelle aziende della comunicazione ad alta tecnologia, per le mani degli addetti ai lavori, ogni giorno passano progetti finalizzati prevalentemente ad accrescere il budget e a divertire. “Le aziende, pur di guadagnare di più, risparmiando in risorse umane e tecnologiche, riescono persino a rendere interoperanti i loro protocolli di comunicazione proiettandosi verso l’unitarietà della rete, mentre al resto del pianeta mancano strade, telefono, pane, acqua. “Però, unitarietà della rete e morire di fame, producono vita se non si ignorano, se si uniscono. Mentre se rimangono divise, da una parte c’è budget e divertire, dall’altra disagio e furore, fino al punto di arrivare a scagliarsi contro le alte torri… “Per noi di Città nuova poi, si tratta di riunire di più la forza degli eroici abbonatori, da trasformarli anche in assidui lettori, con quella degli assidui lettori da trasformarli in eroici abbonatori, con quella delle interpellanti notizie e idee che il periodico dà con crescente passione e amore (benedette ora dalla protezione di Guglielmo), e ottenere quel composto esplosivo che “in potenza” c’è. “Così, col riunire le forze, cresce quel 10 per cento dell’informazione e diminuisce l’esclusione “. Bruno Druscovich – Parma Il segreto della reciprocità “Ho molto apprezzato l’efficace sintesi fatta della situazione mondiale nell’editoriale del n. 20 del 25/10/2001. L’affermazione “un’organizzazione può difficilmente essere più di quello che i suoi membri le consentono di essere” mi pare si adatti a tante altre vicende soprattutto se si specifica che a condizionare gli interventi di molte, se non di tutte le organizzazioni mondiali e no, sono normalmente i membri “più potenti”. “Non è quanto si osserva specie in questi ultimi tempi anche nell’Unione europea? E in tanti altre situazioni anche a portata di ciascuno di noi? La risposta non sta forse nella regola d’oro: “fai all’altro quello che vorresti fosse fatto a te e non fare all’altro quello che non vorresti fosse fatto a te”? Il reciproco rispetto, la reciproca tolleranza, la reciproca solidarietà e collaborazione e perché no, il reciproco amore, fra persone e fra popoli non sono le chiavi di volta per una convivenza pacifica e proficua per tutti? Come riuscire a capirlo e a praticarlo?”. M.S. Forse, almeno nelle intenzioni, molti la pensano come lei Di fatto, tuttavia, non tutti ritengono di poterci arrivare per la stessa strada, e che quella da lei citata sia la via più breve. E soprattutto occorre esercitarsi a vivere questa “regola” nelle piccole cose per arrivare a praticarla anche ai vertici della politica dove si prendono le grandi decisioni. Alcuni, come De Gasperi, La Pira, Giordani (per non citare che i più noti fra gli italiani), hanno saputo farlo. Natale in carcere “Natale non conosce barriere, né ideologie, non consente disattenzione, tanto meno indifferenza, è un momento che non è vano neppure per il più sciocco degli uomini, quello che lo intende per un sol giorno, come una rappresentazione imposta dalla coscienza. “Natale non è catarsi da acquistare al supermercato degli affetti, né emozione costruita in laboratorio, non è veste da indossare in politica, né iconografie digitali per spot multimediali. Gesù nasce e rimane bambino nella nostra identità flessibile. Egli resta un pargolo che incredibilmente non riusciamo ad associare a quella sua rivoluzione che ancor oggi è sinonimo di libertà. “Libertà adagiata dapprima in una culla scarna e povera, posta a fianco degli uomini, non a difesa di governi né istituzioni, perché in questa nascita c’è la libertà che consente a ciascuno di noi di chiudere una porta per poi aprire un portone, allontanando utopie travestite di estremismi. (…) “Negli occhi di quel Bimbo c’è la possibilità di una trasformazione, di un cambiamento altrettanto volontariamente scelto: persino in una prigione, in una cella, in uno spazio separato, può nascere la consapevolezza per accorciare le distanze tra noi, uomini detenuti e uomini liberi, affinché quella rivoluzione di libertà e di amore, che il Natale ha in sé, partorisca davvero capacità di alzare gli occhi al cielo, senza più timore di scoprirci stranieri, o peggio nemici in terra Santa, che non è in Palestina, non è in Israele, neppure a Medina. È qui, e ora. “Tanti auguri con il cuore libero dagli affanni, nella gioia di tante mani tese, di occhi lucidi che sanno commuoversi nelle persone amate”. Vincenzo Andraous – Carcere di Pavia Monetine spese bene “Recentemente ho fatto un giro sui mercatini di Natale a Innsbruck e Monaco. Mi sono riempito di monetine, che nessuna banca ritira. Credo che non tornerò tanto presto da quelle parti. Ho pensato perciò di regalarle. Se ci fossero dei punti di raccolta, da qui al 28 febbraio, penso si riuscirebbe a raggiungere una discreta sommetta da spedire ai rispettivi stati per poi offrire in beneficienza l’equivalente in euro. Sapete per caso a chi posso rivolgermi?”. Gabriele Pelosi – Novate Milanese Esistono già in varie città dei punti predisposti con questa finalità per raccogliere le lire di cui dovremo disfarci entro febbraio. Quelli dell’Associazione italiana di ricerca sul cancro raccolgono solo lire, mentre altre associazioni accettano anche la valuta estera. Ci auguriamo che tali postazioni si rendano facilmente visibili per chi voglia fruirne. NATALE E NUOVO ANNO “Sulla tua culla cantarono gli angeli a Betlemme… Ma poi le grida disperate delle madri come oggi per i figli uccisi… Manda, bambino, gli angeli tuoi ancora!”. Egidio Santanchè

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