La posta del direttore

Più attenzione alla famiglia Da qualche tempo si susseguono annunci simbolici o meglio virtuali a favore della famiglia. Questa tendenza è ben rappresentata da un decreto della Presidenza del Consiglio che istituisce un premio per un’opera radiofonica o televisiva che rappresenti un’immagine positiva della famiglia fondata sul matrimonio. Però la politica di sostegno alle famiglie del libro bianco resta una pagina in bianco. Il governo risponde con una manovra fiscale che non ha quella efficacia che servirebbe per intervenire sui redditi più bassi e non contrasta il fenomeno delle famiglie povere, che persiste ed anzi aumenta in intensità. Per risolvere il problema bisognerebbe effettuare trasferimenti diretti alle famiglie sotto forma di assegni al nucleo familiare, il cui importo ha da tempo perso valore, con integrazioni e maggiorazioni di trattamenti previdenziali. Oltre a ciò serve uno strumento specifico nazionale di lotta alla povertà, coordinato con la riforma degli ammortizzatori sociali. Ben venga dunque il concorso radiotelevisivo dedicato alla famiglia, ma se questo fosse accompagnato da una seria politica di interventi mirati potrebbe avere una qualche efficacia, altrimenti la situazione rimarrà immutata. Giancarlo Maffezzoli – Garda (Vr) Condivido il suo pensiero. Dell’argomento parliamo spesso. Su questo numero vi ritorna Nedo Pozzi a pag. 16. Ma ci ripromettiamo di farne uno dei temi privilegiati della rivista perché lo riteniamo fondamentale per la società in cui viviamo e per il momento particolare che attraversiamo. Ese iniziassimo tutti a risparmiare? Sull’Espresso di qualche settimana fa c’era un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all’unanimità e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa a 1.135,00 al mese. Inoltre la mozione è stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali. Stipendio di 19.150,00 euro al mese: – Stipendio base circa 9.980,00 euro al mese – Portaborse circa 4.030,00 euro al mese (generalmente parente o familiare)- Rimborso spese affitto circa 2.900,00 euro al mese – Indennità di carica (da 335,00 a circa 6.455,00 euro) più: Telefono cellulare gratis; tessera del cinema gratis; tessera teatro gratis; tessera autobus e metropolitana gratis; francobolli gratis; viaggi aereo nazionali gratis; circolazione autostrade gratis; piscine e palestre gratis; FS gratis; aereo di stato gratis; cliniche gratis; assicurazioni infortuni gratis; assicurazione morte gratis; auto blu con autista gratis; ristorante gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per 1.472.000,00 euro!!!) Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi (per ora!!!). Chiara Meriani Non ho potuto riscontrare quanti dei dati da lei forniti sono esatti, però mi risulta che molte delle sue affermazioni non corrispondono a verità. Per giudicare equamente si dovrebbe descrivere a fronte anche la partita delle spese cui un parlamentare è soggetto, che certamente sono più di quanto si possa immaginare. Resta vero comunque che avere dato una certa indennità a tutti i parlamentari ha reso possibile l’accesso a queste cariche a chiunque. Tuttavia confrontando quanto percepiscono i parlamentari degli altri paesi e i nostri nell’europarlamento, c’è da gridare allo scandalo. Controcorrente, invece, la decurtazione spontanea annunciata proprio in questi giorni, dietro l’esempio dato dal presidente Ciampi delle spese per il Quirinale, anche di quelle per Senato e Camera. Perplessità sul rapporto lira-euro In questi giorni, leggendo i giornali, ascoltando vari tg, mi sono chiesto: Sui prezzi al consumo e sull’euro (premetto che sono per l’euro) si dice che all’epoca del passaggio lira-euro, il convertitore avrebbe dovuto essere fissato a 1288 lire anziché lire 1936,27, come in realtà è avvenuto. Io non mi intendo di convertitore, ma vedo che i prezzi al consumo (specialmente di frutta e verdura), sono alle stelle; secondo me nessuno ha fatto e tutt’ora non sta facendo niente, per controllare il giusto valore del prezzo rapportato con la vecchia lira. I commercianti si lamentano che sono calati drasticamente i consumi. Per forza: lo stipendiato e il pensionato medio basso (e sono la stragrande maggioranza), non arrivano con i loro soldi a fine mese.Va da sé che quando i soldi scarseggiano, si tira la cinghia per far quadrare i conti, di conseguenza meno consumi. Secondo me, bisognerebbe che i signori commercianti, e quanti stanno fra il produttore ed il consumatore, facessero alcuni passi indietro per recuperare il consumatore, che stanno perdendo lungo la strada. Olmo Pietro – Rapallo All’epoca il valore fissato per il passaggio all’euro delle singole monete non fu arbitrario, ma venne determinato in base ai rapporti di cambio in vigore al momento, ponderato con quelli di un determinato periodo, uguale per tutti. Ci si accorse in ritardo che l’accostamento psicologico di un euro a mille lire, operato istintivamente dalla gente, era fortemente fuorviante, perché di fatto un euro valeva quasi duemila lire. Lo stesso avvenne per i tedeschi per il passaggio dal marco all’euro. Diverso fu l’effetto psicologico per altre monete. A questo si deve aggiungere la totale mancanza di provvedimenti che avrebbero dovuto venire adottati dagli ultimi governi per calmierare i mercati. Di ciò hanno finito per profittare enormemente i commercianti, mentre ne sono rimasti penalizzati i consumatori a reddito fisso. Basta con gli sprechi ai banchetti È da tempo che vado malcelando questo risentimento, che mi rattrista non poco. Mi riferisco agli epuloneschi e costosi conviti che si susseguono a ritmo frenetico durante l’anno nel nostro paese di bengodi, in modo particolare nei mesi estivi. Chi può confessare di aver partecipato ad un pranzo sontuoso, specialmente nuziale o relativo ad altri festeggiamenti significativi, senza aver assistito ad un vero spreco di portate? E dire che per alcuni ristoranti di lusso ci si prenota addirittura con largo anticipo. In un recente convivio ho costatato che un bendidio incredibile veniva gettato nei rifiuti. Questo, secondo la mia forma mentis, è un vero schiaffo alla miseria! II mio pensiero va ai milioni di persone nel mondo che si accontenterebbero di frugare nei nostri cassonetti della spazzatura per racimolare i nostri ricchi avanzi. Il mio invito solenne, quindi, è festeggiare sì, ma con sobrietà. In altre parole, pensiamo un po’ di più a chi soffre tutti i giorni per sbarcare il lunario e meno a noi stessi. F. P. – Avellino Amore per gli animali Apprezzo Città nuova.Adoro i fumetti di W, Kostner e V. Sedini e mi piace la rubrica Fantasilandia.Anch’io come tanti, sento una profonda esigenza di maggior coerenza, per questo condivido e cerco di mettere in pratica per quanto mi è possibile l’ideale che Città nuova vuole testimoniare. Mi piacerebbe che tra le rubriche che dedicate all’ambiente, al suo rispetto e alla sua salvaguardia, ne inseriate anche qualcuna che ci aiuti a conoscere, comprendere, rispettare maggiormente gli animali, compresi cani e gatti randagi che rappresentano una piaga e una sofferenza senza fine. Mi capita di trovarmi davanti ad animali indifesi ammalati gravemente che ti guardano e, se mostri un po’ di compassione, ti vedono come il loro salvatore. Una lettrice di Minturno Certamente la sensibilità per ogni essere sofferente e abbandonato non esclude gli animali che spesso condividono le sofferenze degli uomini più di quanto noi possiamo immaginare. Questa pietà è tipica di molti santi che sapevano amare davvero tutti. Ed è comune anche a quasi tutte le religioni. Non va confusa però con certe forme maniacali che antepongono l’attenzione e la cura per gli animali a quella per gli uomini. La pedagogia del no Devo ammetterlo. Mi sono deciso a portare la cintura di sicurezza, solo grazie a due multe ricevute. Ero convinto che la cintura, specie quando fa caldo, fosse insopportabile. Eppure, ora, non solo riesco a subirla ma non riesco a farne a meno. La indosso anche nei brevi tratti cittadini. Conclusione. È tutta questione di abitudine, di dipendenza da schemi assimilati. Non basta avere una coscienza retta, magari anche esigente. Occorrono i condizionamenti esterni. Segnali e limiti sono necessari. Serve la costrizione.Anche la persona più saggia ed onesta ne ha bisogno. In questi ultimi mesi abbiamo capito che gli italiani non sono più indisciplinati degli altri popoli. Hanno solo bisogno di regole chiare, ragionevoli, sottoposte a controllo e sanzione. E di governanti credibili. Di fronte ad una prescrizione sensata e motivata, qual è il divieto del fumo nei locali pubblici, anche se si è protestato all’inizio, poi d siamo adeguati. Nell’educazione e nella relazione, il problema non è tanto se esprimere o meno un divieto, ma come manifestarlo. Quando diciamo no, infatti, la reazione che provochiamo è quasi traumatica. Solo se il divieto viene spiegato, motivato, relativizzato, può essere accettato serenamente. Ci sono persone a cui il no viene spontaneo, i cosiddetti signor no. Perché? Forse per ansia, per timore di perdere il controllo delle relazioni, per una concezione della vita come sofferenza… Ed altri che dicono sempre sì. Poca autostima, desiderio di catturare consensi, paura di apparire cattivi in una cultura basata sul tutto è lecito e sulla crisi di certezze… Noi stessi rischiarne di infilare, a seconda degli stati d’animo, una serie di no, arcigni ed astiosi, oppure una raffica di si, meccanici e pecorini. Magari è questione di gioco dei ruoli. Se il papà ha detto no, la mamma si affretta ad attenuare o capovolgere l’ordine. Una cosa è certa. I mostri, gli stupratori del Circeo, possono nascere da ambedue gli estremi. Luciano Verdone – Teramo

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