La posta del direttore

DOMANDA DI GRAZIA A GESÙ “Ho partecipato alla santa messa di Natale, ma non a quella di mezzanotte come avrei voluto, perché nonostante trent’anni di carcere scontati, dieci di permessi e di lavoro esterno, tre in regime semilibertà come tutore nella comunità Casa del giovane di Pavia, rimango un uomo detenuto, a cui ancora non è concesso di decidere l’ora di una messa da ascoltare. “Sì, uno inchiodato a quel “fine pena mai”, che mi porto addosso da tre vite. Un uomo detenuto, semilibero, ma non abbastanza da poter decidere una messa, un incontro, una parentesi” “Trent’anni a rimestare colpa-pena-punizione, anni a perdere e a ritrovare, anni importanti che passano, più ancora di quelli a venire. Detenuto per trent’anni e lo sono ancora a dispetto dei Sofri e di quanti, per grazia non ricevuta, inciampano nella speranza di una firma in calce su qualche protocollo di intesa che non giunge mai. “Trent’anni alla catena, perché sprovvisto di innocenza, di proclami e dichiarazioni di estraneità ai fatti, dunque trent’anni in una cella per il male perpetrato. Giustamente, perché ne ho tutta la responsabilità. Trent’anni non sono una vita, né due, come si dice nei film, infatti sono la vita che fugge via. “Rimango un uomo detenuto, nonostante gli affetti ritrovati, i pregiudizi allontanati, il rientro a titolo nel consorzio umano, sociale e nazionale. Nonostante il lungo viaggio di ritorno. “Trent’anni per pagare il conto-debito-dazio alla giustizia, quella giustizia equa, perché consente di comprendere l’interesse collettivo per una pena improntata al tentativo di riparazione ai drammi consumati. “Trent’anni forse sono sufficienti per osare alleviare le lacerazioni imposte agli innocenti. Forse possono bastare per accorciare le distanze e avvicinarci a un perdono che non sarà mai facile scorciatoia alla sofferenza. “Sono andato alla messa di Natale, non a quella di mezzanotte, ma a ben pensarci – seppure in ora diversa a causa del fuso orario imposto dalle prescrizioni – Gesù è nato anche per me, quanto basta per crederci davvero”. Vincenzo Andraous – Carcere di Pavia Più che un commento, mi pare serva un grazie a Vincenzo Andraous per questo suo umanissimo pensiero di Natale. PREZZI STRACCIATI E SICUREZZA NEI VOLI “Alla luce dell’ultimo gravissimo incidente occorso ad un aereo egiziano adibito a voli charter, che ha causato la morte di ben 148 persone, converrà tenere conto delle accuse, tutt’altro che infondate mosse da più parti a certe compagnie che praticano prezzi stracciati e poi barano sulla sicurezza, non sottoponendo gli aerei alle revisioni prescritte, mentre assoggettano gli equipaggi a stressanti straordinari. “Non servirà una normativa internazionale molto più severa al riguardo? E ancora, non si dovrebbe poter esigere dai touroperator informazioni dettagliate non solo sulle fin troppo decantate bellezze dei paradisi tropicali per le vacanze, ma anche sulla sicurezza dei voli che vengono offerti per raggiungerli?”. Giovanni Ferrari – Bologna Premesso che, mentre scrivo, nulla di certo si può ancora dire sulle cause dell’incidente da lei citato, ma solo formulare ipotesi, le considerazioni che lei solleva mi sembrano più che fondate. C’è dunque da augurarsi che, sull’esempio della Svizzera che ha interdetto il proprio spazio aereo a numerose compagnie ritenute a rischio, vengano adottate al più presto normative europee (per quanto ci riguarda) e mondiali (per quanto possibile) assai più rigorose. Già le informazioni fornite dalla stampa sulle probabilità di incidenti statisticamente riscontrabili su vettori europei (i più sicuri) e su quelli africani (i meno sicuri) evidenziano un divario impressionante, pari a 40 volte a sfavore di questi ultimi. I prezzi stracciati dovrebbero dunque costituire un primo indice di grave sospetto sulla sicurezza di cui tenere conto. Ma si sa come vanno le cose: dopo un primo breve periodo di disagio e qualche flessione nei flussi turistici, tutto ritornerà come prima. Il mercato ha le sue leggi e gli argini, se non li sa mettere il consumatore, li deve mettere l’autorità competente. La sicurezza non è un optional, ma una priorità. QUALCOSA DI VERAMENTE POSITIVO “Ciao! Ho comprato il computer da poco e mentre navigavo in Internet” tra le varie negatività finalmente ho trovato qualcosa di veramente positivo, cioè la vostra meravigliosa rivista! Grazie di esistere! Continuate a diffondere L’amore nel mondo” “Vorrei soltanto aggiungere che la vita mi appare meravigliosa nonostante i vari problemi e le difficoltà che incontro, e credo che vada vissuta pienamente amando e credendo che Dio ha un disegno meraviglioso su tutti noi. E complimenti per la rivista”. Vostra amica Joann – Ischia DIALOGARE PER COSTRUIRE “Sono abbonata a Città nuova da anni, leggo con interesse molti articoli del giornale” ed anche “La posta del direttore”. Volevo esprimere il mio apprezzamento perché anche in questa rubrica emerge lo sforzo di cercare quello che unisce (pur senza chiudere gli occhi su ciò che non è condiviso) e su quel dialogare per costruire. Sono contenta quando ospita opinioni che si discostano dalla “linea del giornale”” ma sempre con chi le esprime cerca i punti di convergenza anche se non tace su quei contenuti che penalizzano la “persona”, il povero, gli ultimi” “Grazie per la speranza che mi infondete”. Lucia Baroni – Fossoli di Carpi PER UN ROSARIO PIÙ PARTECIPATO “Non appartengo al vostro movimento, ma ho avuto modo di partecipare a vostri incontri, oltre ad essere stato a Loppiano. “Mi ha favorevolmente colpito la “riscoperta” che il movimento ha fatto del rosario. Ho notato però che l’approccio è stato un po’ troppo intellettualistico. Sarebbe stato bello che i membri del movimento avessero organizzato nelle case e non solo in convegni la recita del rosario. Spero che il prossimo maggio in tutta Italia e, in particolare nella mia provincia, Napoli, si potranno vedere tanti aderenti al vostro movimento girare per le case dei nostri paesi per proporre la recita del rosario”. Dobellini Raffaele In verità mi risulta che da varie parti la partecipazione da lei auspicata è stata promossa, come qualche lettore ha attestato anche scrivendo a questa rubrica. Nulla vieta, comunque, che lei stesso si faccia promotore dell’iniziativa che propone, magari facendo presente questo suo desiderio a quanti conosce proprio nell’ambiente che lei frequenta. ERRATA CORRIGE Siamo debitori al prof. Gabriele De Rosa di un errata-corrige riguardo alla sigla “S.J.” aggiunta al suo nome nel pubblicare la sua valutazione su “Il personaggio Giordani” a pag. 30 di Città nuova 2004/1. Non ci risulta affatto ch’egli sia un membro della Compagnia di Gesù. E sappiamo bene ch’egli è lo storico più autorevole nel campo cattolico di oggi, e, come presidente dell’Istituto “L. Sturzo” di Roma, ha organizzato nel 1990 un convegno di studi su Giordani, da lui esaminato in diversi saggi ed introdotto nella storia ufficiale del movimento cattolico e della chiesa (del che gli siamo profondamente grati). Per troppo zelo un redattore, rileggendo il testo, ha creduto di ravvisare una dimenticanza e ha aggiunto quella sigla. Pensiamo di farci perdonare e di procurargli almeno un sorriso, ricordando che la medesima sorte era capitata anche a Giordani più di settanta anni fa. Un biblista acattolico recensiva favorevolmente su una rivista statunitense Crisi protestante e unità della Chiesa (1930), pubblicato – egli diceva – “dal gesuita padre Igino Giordani”; al che, questi racconta, “ringraziai la rivista, avvertendo che ero sì, padre, ma dei più rumorosi maschietti del mio quartiere “. (Memorie di un cristiano ingenuo, p.86). DA RAI: VIGILANTI E VIGILATI “In varie occasioni ho letto sui quotidiani che il Consiglio di amministrazione della Rai naviga in acque agitate. La legge Gasparri prevedeva un cambiamento nella struttura del Cda?”. Lettera firmata La legge Gasparri è stata rinviata alle Camere dal presidente Ciampi (si veda l’articolo a p.10). E non sappiamo, una volta che sarà modificata, che cosa dirà sul Cda. Secondo il testo a suo tempo approvato, il Consiglio di amministrazione della Rai sarà composto da 9 elementi (anziché dai 5 attuali): 7 verranno eletti dalla commissione parlamentare di vigilanza; 2 dal Tesoro, in quanto proprietario della Rai, dopo che la commissione di vigilanza ne avrà approvato i nomi con una maggioranza dei due terzi. Il Consiglio verrà dunque eletto proprio da quella Commissione che ha il compito di controllare il suo operato, riproducendo strettamente maggioranze e minoranze uscite dalle elezioni: dunque, un controllo politico ancora più ferreo sul servizio televisivo pubblico. Il sistema attuale invece, che fa scegliere i membri del Cda Rai dai presidenti della Camera e del Senato – le più alte cariche istituzionali dopo il presidente della Repubblica – lascia aperta la possibilità che nel Cda entrino personalità indipendenti, con l’unico scopo di lavorare per il bene del servizio pubblico, e non di quello dei partiti che li hanno designati. All’indomani dell’approvazione della legge, il prof. Giorgio Rumi, membro del Cda della Rai, aveva annunciato: quando Ciampi firmerà, io me ne andrò. E se una persona per bene decide di fare fagotto, c’è poco da stare allegri. Dato che si è rimesso mano alla legge, si potrebbe cogliere l’occasione per ripensare anche il modo con il quale comporre il Cda della Rai.

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