La posta del direttore

Insulti pregiuiziali e discredito “Sono rimasto amareggiato nel leggere l’editoriale del n. 19 di Città nuova “A lezione da Ciampi”, dove dice che i parlamentari di entrambi gli schieramenti sono “come bambini che si insultano…”. Penso che questo sia fare di ogni erba un fascio e sia un buttar discredito in modo generico e generalizzato. “Ne conosco anch’io di parlamentari che cercano di lottare in buona fede per sostenere le proprie legittime convinzioni e non per fare battibecchi”. Angelo Guzzon Cernusco L. Mi dispiace di aver provocato amarezza all’amico Angelo Guzzon con un articolo che voleva essere un invito alla moderazione costruttiva prendendo l’esempio dal presidente Ciampi. Articolo per il quale ho avuto molti riscontri positivi. È evidente che in entrambi gli schieramenti ci sono diversi parlamentari (mi auguro siano molti) che usano moderazione nel sostenere “le proprie legittime convinzioni”. Ma non è difficile costatare che questa non è la norma, su cui troppo spesso prevalgono invece la pregiudiziale politica e le scorrettezze verbali e comportamentali. Tuttavia un riscontro controcorrente in positivo lo si può cogliere nel fatto che, sempre più di frequente, dopo aver trasceso, si rettifica quantomeno l’intenzione. A testimoniare con ciò che questi comportamenti non passano inosservati e finiscono per rivelarsi controproducenti. C’è chi apprezza e ringrazia “Una famiglia di amici focolarini ci ha offerto, all’inizio dell’anno, l’abbonamento alla vostra rivista. “Sfogliandola, abbiamo avuto la gradita sorpresa di scoprire la presenza delle “favole”, che leggiamo con vivo piacere e interesse, a ricreazione. “Una di esse, quella dei “pinguini”, l’abbiamo mandata ad una coppia in crisi, e forse il Signore si è servito proprio di essa per far loro compiere un piccolo passo verso la riconciliazione. “Da Esopo alle parabole di Gesù, le “fiabe” hanno sempre svolto efficacemente la loro funzione di insegnamento per simboli, e le vostre continuano a farlo in modo molto bello e delicato. Grazie!”. Le carmelitane di San Giovanni La Punta (Ct) “Scrivo per ringraziarvi del vostro lavoro silenzioso per il nostro giornale. Vi ringrazio per un particolare che ho trovato utile: la pagina “Quando Dio interviene”. “Sono catechista, faccio tante fotocopie e le mando alle famiglie per mezzo dei bambini. “Avete avuto una bella idea. Le esperienze sono sempre un dono. Ma anche voi siete un dono per tutti noi.Vi rinnovo il mio piccolo grazie”. Giancarlo Toniato – Padova Non sempre e non solo i grandi temi che agitano le acque della politica e dell’economia interessano i nostri lettori, come potrebbe emergere dalla corrispondenza che più di frequente occupa queste pagine, ma anche le testimonianze di vita e, perché no, le favole che abbiamo voluto dedicare ai bambini “dai 3 ai 99 anni”. Di attestati come questi ne riceviamo molti. Quasi mai richiedono una risposta.Tuttavia non guasta rendere conto ai lettori anche di questo interesse che premia la linea della rivista. Tv spazzatura subire o reagire? “Mi chiedo, con molta curiosità, perché i vertici della Rai e di altri network sono sensibili ad una sola cosa: la maledetta audience ed il relativo incasso pubblicitario? Se volgarità e idiozie servono allo scopo, volgarità e idiozie siano. “Sappiano costoro che a tantissimi italiani lo schizo- frenico share interessa molto relativamente! Per favore, non lasciamoci guidare biecamente dallo spirito commerciale-numerico, ma dal fatto qualitativo: più cultura, più moralità. “A meno che non ci sia un disegno dietro, da parte di chi ci offre questo servizio pubblico, per farci diventare tutti passivi e farci vedere quello che vogliono”. Franco Petraglia – Cervinara (Av) Che tutte le televisioni, ormai, inseguano freneticamente solo l’audience è un fatto. Determinato, come si sa, dagli introiti della pubblicità che sono proporzionati all’indice di ascolto, come lei stesso sottolinea. Per ribellarsi a questa schiavitù c’è un solo modo: non restare passivi, ma aderire alle associazioni dei telespettatori e fare pressione sui parlamentari del proprio collegio. E comunque inviare lettere di protesta. Sappiamo che, se ne arrivano in gran numero, possono sortire un qualche effetto. A Padova il rosario per la pace “In riferimento alla lettera apparsa su Città nuova n. 20 dal titolo “La pace e la preghiera”, segnaliamo una iniziativa portata avanti dai movimenti ecclesiali di Padova. “Mercoledì 30 ottobre oltre mille persone si sono riunite attorno al proprio vescovo, nella basilica mariana del Carmine, per invocare la pace con la preghiera del rosario. Insieme abbiamo contemplato i “misteri della luce” seguendo le indicazioni suggerite dal Santo Padre nella sua recente lettera sul rosario, frutto anche della sua personale esperienza di questa “specialissima preghiera”. “Eravamo, insieme, Azione cattolica, Scout, movimenti e associazioni, religiosi e parrocchie, a chiedere la pace per questo nostro tempo difficile e violento, una pace che parta dal nostro cuore e si rinnovi in ogni famiglia. “La preghiera è stata animata da un coro, formato da giovani di tutte le aggregazioni, che hanno anche proposto delle immagini meditative, durante la recita, proiettandole su un grande schermo. “È stata, a detta di tutti, una forte esperienza di “chiesa-comunione” che il vescovo stesso ha invitato a ripetere in questo anno dedicato al rosario”. Il Coordinamento dei Movimenti ecclesiali della diocesi di Padova Silenzio e brusio per le piccole stelle “Che silenzio allo stadio Olimpico. Totale. Raggelante. Quel minuto in ricordo delle piccole vittime del terremoto nel Molise ha messo i brividi in tutte le decine di migliaia di presenti. Un’atmosfera quasi irreale, con la commozione palpabile. E che contrasto con la Camera dei deputati, riunita per ricordare i morti sotto la scuola: una cinquantina di deputati soltanto e un brusio irrefrenabile durante gli interventi, tanto che il presidente Casini si è visto costretto a precisare che si stava mettendo in gioco l’autorevolezza dell’istituzione. “Quello che consola è aver visto nelle curve bella gente, che ha esposto striscioni che fanno sperare nel buon senso, nella solidarietà, nella partecipazione autentica alle vicende dei meno fortunati. Esagero? Chissà. Ma non dimentichiamo quelle toccanti scritte che hanno unito tutte le tifoserie: a Roma “Addio, piccole stelle”; a Bergamo: “Ciao bimbi, salutateci le stelle”; a Modena:” Che Dio vi benedica, piccoli angeli””. C.T. – Roma Scuola, riforma e dialogo “Non credo sia stata una grande idea la modifica che il ministro Moratti ha introdotto negli esami di maturità di quest’anno riguardo i commissari tutti interni con un presidente esterno che, di fatto, ha svolto solo funzioni di ratifica e supervisione delle procedure, vista la necessità di dover presiedere a più commissioni nello stesso istituto, in un arco di tempo che prevedeva la conclusione di tutte le operazioni entro il 19 luglio. “L’esame di Stato era l’unica difficoltà seria che restava nel curriculum di studi di uno studente secondario. Oggi è diventato un familiare esame casalingo. Come insegnante credo che non sia male a 18-19 anni cimentarsi con docenti esterni e ‘provarsi’ anche dal punto di vista emotivo e psicologico, I 40-50 enni d’oggi sono sopravvissuti a prove ben più impegnative, per non parlare di chi, poco più anziano, si è dovuto misurare con i programmi degli ultimi tre anni del liceo e con commissioni i cui componenti arrivavano da Palermo a Bressanone con mentalità, sensibilità e formazione spesso molto diverse. “Gli esami oggi del resto sembrano concludere un percorso sempre più mediocre della scuola italiana. Ho letto da una recente indagine che i nostri studenti non sono competitivi con i loro coetanei del nord dell’Europa e del sud est asiatico, così come con gli inglesi, i francesi e gli spagnoli. Bisogna avere il coraggio di affermare che a scuola si studia. Non basta solo “stare bene a scuola”, ma bisogna anche imparare ad “apprendere” e soprattutto studiare per “sapere”. Mi chiedo dove sta il punto debole dell’attuale situazione, se nelle famiglie troppo permissive (spesso pronte a prendere la strada dell’avvocato e del Tar per difendere i figli dall’insuccesso scolastico), se nella scuola stessa, disorientata dai continui e provvisori cambiamenti, oppure se in generale ci stiamo lasciando sovrastare dalla logica (rispettabile) dei buoni sentimenti e dell’iperprotezione delle giovani generazioni, anziché aiutarle a misurarsi con i problemi reali, quelli che poi la vita di tutti i giorni pone di fronte. Carla Ricaldone – Moncalieri (To) Forse il punto debole sta nel concorso di tutte le componenti da lei citate. Mali questi assai comuni a tutto il mondo occidentale e che non saprei dire quanto più accentuati da noi che altrove.Anche i continui cambiamenti di rotta non giovano. E ancora meno giova la denigrazione preconcetta – quando lo sia veramente – di ciò che fanno o propongono “gli altri”. In questo contesto quasi sorprende un’ammissione controcorrente: quella di Italianieuropei, la rivista vicina a Giuliano Amato e Massimo D’Alema, che ha riconosciuto alcuni meriti alle proposte in materia scolastica dell’attuale governo. Meno arroccamenti e più dialogo gioverebbero di certo a migliorare anche la scuola consentendo di fare riforme serie e condivise.

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