La posta del direttore

Ancora martiri cristiani Vedo che la stampa cattolica rifugge, come fosse la peste, dal riportare l’uccisione dei cristiani nel mondo: solo nel sud del Sudan ha raggiunto il 10 per cento della popolazione con due milioni di morti dal settembre 1997 al 2002. Se ciò viene fatto in nome del dialogo, allora penso che si possa parlare di ideologia. Tiziano Perazzolo Buttapietra (Verona) Probabilmente la gravissima crisi nel Darfur che pure si trova in Sudan, dove musulmani stanno sterminando altri musulmani per appropriarsi del petrolio di quella regione, irridendo ogni delibera dell’Onu, ha messo in ombra l’analoga crisi in atto da ben maggior tempo nel sud del Paese. Tuttavia non è esatto dire che non se ne parla. Avvenire, Famiglia Cristiana e le riviste missionarie ritornano spesso sull’argomento, anche se negli ultimi tempi le aggressioni contro i cristiani si sono manifestate anche in altri Paesi musulmani, come la Turchia e l’Indonesia, seppure in dimensioni più limitate rispetto al Sudan. Noi stessi ne abbiamo parlato più volte, pur senza omettere di riproporre il dialogo come unico antidoto a questa violenza, non certo come una ostinata aprioristica ideologia. Certo che, per proporre il dialogo, occorrerebbe un minimo di disponibilità sincera di ascolto anche dall’altra parte, cosa che nel caso del Sudan non mi pare esista soprattutto a livello politico. I prodromi del dialogo Sono un salesiano di 93 anni e vivo in Cina da una settantina d’anni. Da più decine d’anni sono abbonato a Città nuova, seguo e stimo il Movimento dei focolari. Seguo anche ciò che scrivono Città nuova, Famiglia Cristiana, L’Osservatore Romano circa il dialogo fra cattolicesimo ed islamismo. Sono per il dialogo e per non innalzare muro contro muro; gli effetti sarebbero disastrosi. Però, da quanto appare, il vantaggio di questi dialoghi è tutto dell’islamismo: noto quante moschee sono sorte in Italia in questi ultimi anni. Alcuni fedeli potrebbero pensare che cattolicesimo e islamismo sono paralleli, il che non è: Or la vita eterna è questa, che conoscano te, solo vero Dio, e Gesù Cristo mandato da te (Gv I7,3). L’islamismo è divergente. In quante cose è contrario alla natura umana: un islamico che si fa cattolico è votato a morte. All’Islam si deve concedere il permesso di costruire moschee, ma se un cattolico vuol andare in un paese islamico non può portare un segno religioso al petto. Dove sono le Chiese fondate da san Paolo, che diedero tanti santi padri? Sto proprio leggendo sant’Agostino il quale scrive di riunioni di 200-300 vescovi in Algeria e Nord Africa. Dove sono oggi quelle Chiese?. P. E. R. – Cina Storicamente il rapporto fra Islam e cristianesimo si è svolto fra aspri contrasti e inaudite violenze da ambo le parti, con alterne vicende e brevi parentesi di pacifica e fruttuosa convivenza. È vero che fra le due religioni ci sono affinità, ma pure divergenze sostanziali. Tuttavia è anche vero che, al di sotto delle questioni religiose, sempre meno influenti ormai sul versante cristiano, covano forti interessi economici, politici e sociali, o grandi ambizioni di potere dall’una e dall’altra parte. Il deterioramento dei rapporti oggi in atto è evidente e rivela profonde divisioni sia sul versante islamico, fra chi predica la violenza e chi la subisce, sia in campo occidentale, dove troppo spesso non sono in causa problemi di fede, ma di egemonia economica. C’è di positivo, tuttavia, pur in mezzo a tante sciagure, l’avvicinamento fra chi, da entrambe le parti, vuol costruire una convivenza pacifica e mette le basi di una reciproca conoscenza. Fino a che punto aiutare i poveri? Fino a che punto è giusto aiutare i poveri? Bisogna donare fino all’ultimo centesimo, confidando nella provvidenza per necessità proprie e della propria famiglia? (vedi vari episodi di moltiplicazione che sono pubblicati sulla rivista. Esempio: il caso della focolarina che, dopo aver donato l’unico uovo che aveva per preparare una frittata per tredici persone, si è vista recapitare 13 uova). O è meglio stanziare, d’accordo con la propria famiglia, una cifra mensile (esempio un decimo dello stipendio) e superata la quale respingere (con la morte nel cuore!) le altre innumerevoli richieste di aiuto che continuano a pervenire?. A.M. De Guidi Cambassi – Mercatale È molto comprensibile il suo quesito che certamente si pongono in molti. Ma la risposta ciascuno se la deve dare da sé. Perché se entrassimo nella casistica non la finiremmo più. L’esperienza dell’Economia di Comunione, di cui parliamo spesso, rappresenta già un grosso passo avanti nel nostro rapporto di giustizia verso gli altri (cioè i poveri). Ma abbiamo dei doveri anche verso la nostra famiglia che dobbiamo rispettare. E poi ci sono le emergenze in cui ci imbattiamo, che si risolvono spesso fidandoci di Dio, come ha fatto quella focolarina che lei cita o come fece san Martino – lo ricordo perché la sua lettera mi è giunta nel giorno a lui dedicato – il quale donò il mantello a un povero che moriva di freddo e fu ricompensato con un caldo sole che spuntò fra le nuvole e lo accompagnò per tutta la durata del suo viaggio. Benissimo Formato A4 Non sempre leggo tutta Citta nuova ma l’altro ieri, molto in ritardo ho trovato la vostra nuova rubrica Formato A4. Bellissima idea e bellissima presentazione: osservare le facce variegate del mondo con incanto e leggerezza! Mi sembra anzitutto questo, ed è già una sfida perché il rumore assordante della comunicazione d’oggi ci trasforma inconsapevolmente in crisalidi perenni, pronte a volare ma troppo ricoperte di domopak per riuscirci veramente. Spero che l’incanto e la leggerezza che avete seminato vi tornino indietro ricchi di colori e di sapori doc-dop, insomma ripieni di verità. Oggetto, la verità, che mi sembra oggi molto sotto stress, e che dunque va rilanciato e protetto. Naturalmente e assolutamente con la minuscola perché di lanci con la maiuscola oggi ce ne sono fin troppi e ahimè anche dalle nostre parti. Un augurio di cuore!. Mariella Chiara Lubich ricoverata al Gemelli Il 2 novembre scorso, come tanti lettori già sapranno, Chiara Lubich è stata ricoverata nel reparto di terapia intensiva del Policlinico Agostino Gemelli di Roma per una insufficienza respiratoria. A tre settimane dal ricovero, il quadro clinico della fondatrice dei Focolari si mantiene stabile. Continua così il lento e progressivo miglioramento delle sue condizioni, come fanno sapere i sanitari dell’ospedale universitario romano. Il 21 novembre il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, ha fatto visita a Chiara Lubich, portandole la benedizione di Benedetto XVI – costantemente informato dell’evoluzione delle sue condizioni di salute -, e le ha consegnato a nome suo un omaggio. Già nei primi giorni del ricovero, il papa aveva fatto giungere a Chiara Lubich l’assicurazione della sua preghiera e vicinanza umana e spirituale. Tutta la comunità del movimento, seguendo sin dalle primissime ore con trepidazione le notizie provenienti dal Gemelli, si è subito stretta idealmente nella preghiera attorno alla sua presidente e fondatrice. Naturalmente, assieme al movimento, innumerevoli amici dei Focolari – cattolici, cristiani, fedeli di altre religioni e uomini e donne di buona volontà – hanno voluto farsi presenti. Leader religiosi cristiani, buddhisti, musulmani, ebrei, indù e altri ancora, dirigenti di movimenti e comunità ecclesiali, personalità politiche e accademiche, e soprattutto tantissimi uomini e donne di ogni latitudine hanno fatto giungere le loro parole di solidarietà e preghiera. Per quanto le sue condizioni lo permettono, Chiara Lubich segue le principali attività del movimento.

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