La posta del direttore

La Francia e il genocidio armeno È arrivata come un fulmine a ciel sereno la legge, approvata dall’Assemblea nazionale francese, che prevede sanzioni penali per chi nega l’olocausto degli armeni compiuto dall’impero ottomano nel secolo scorso. A questa legge manca ancora l’approvazione del Senato transalpino, ma già l’avere affermato questa verità storica in maniera così perentoria, almeno sul piano morale rende giustizia a questo popolo sfortunato. G. Agagianian – Venezia È vero che di questi tempi c’è chi nega perfino l’olocausto ebraico compiuto dai nazisti, così come non hanno perso la faccia quanti, anche in Italia, hanno negato per decenni la soppressione fisica di milioni di oppositori, o presunti tali, da parte del regime sovietico al tempo di Stalin. Solo ora, d’altra parte, un paese pur democratico e moderno come il Giappone ha accettato di ammettere le proprie responsabilità e chiedere il perdono per le stragi compiute in Asia durante l’ultimo conflitto mondiale. Purtroppo non pochi Paesi hanno delle colpe più o meno gravi da emendare e solo alcuni le hanno riconosciute; tanto è vero che anche su certe azioni militari, come la distruzione di Dresda compiuta dagli aerei alleati durante la Seconda guerra mondiale, si è detto che fu una strage di civili del tutto inutile. Evidentemente non tutti oggi sono pronti a riscrivere i propri testi di storia. Quanto alla Francia, lascia perplessi il fatto che si possa limitare per legge la libertà di pensiero. Non è tempo comunque di soffiare sul fuoco dei risentimenti, ma di incrementare il dialogo. Grazie, Città nuova Desidero dire un grazie sentitissimo perché da oltre 40 anni seguo Città nuova e la trovo sempre più interessante e utile.Me l’ha fatta conoscere un sacerdote nel 1964 e da allora è divenuta per me uno strumento validissimo di evangelizzazione, avendone sposato gli ideali, cercato di viverli io per primo e aiutato altri a viverli. Regalai molte copie di Città nuova ai miei studenti dell’ultimo triennio (allora ero abbonato a 20 copie) e li invogliavo a leggerla perché da essa prendevo l’argomento del tema in classe. Poi, ma anche ora, quando devo fare qualche regalino, abbono l’interessato a Città nuova pensando che un libro può essere abbandonato in un cassetto, mentre Città nuova arriva due volte al mese sempre con un volto nuovo e attraente. Oggi conto oltre trenta persone fra questi abbonati e tutti insieme ci incontriamo una volta al mese per comunicarci come viviamo la Parola di Vita. È una cosa bellissima: grazie a Città nuova! Diego Camia – Rapallo GE Riconoscenza dallo Zambia Mi è caro rendervi noto che Città nuova mi arriva fedelmente e in fretta. Come ringraziarvi? La rivista viene letta con gioia da tutte le suore e poi passata anche alle altre comunità che l’apprezzano molto. Certo che quando si è lontani da tutto si sente di più il bisogno di un qualche contatto con l’esterno. Vi sono grata se potete estendere il mio grazie a coloro che generosamente hanno afferto l’abbonamento. Il mio lavoro tra gli ammalati di Aids è molto e questi malati aumentano sempre più. Tutti sono in cerca di aiuto e di cibo. La situazione è un po’ triste e noi cerchiamo di essere il buon seme di Dio in mezzo a loro. Anche gli orfani sono tanti. Ne abbiamo una quarantina a cui facciamo scuola e passiamo loro due pasti al giorno. Per dormire tornano dai nonni o dagli zii. La provvidenza arriva lentamente anche perché il trasporto non è facile in questa zona di confine dove tutto viene a costare il doppio. Ci affidiamo al buon Dio perché dia a tutti noi la forza e il coraggio di donare sempre con tanta generosità. Suor Giuliana Marini Kalabo (Zambia) Una nuova spinta nell’aiuto ai poveri Ho letto con gioia l’articolo Il Mezzanino di Vicenza (Città nuova n.13 del 10/07/06) nel quale descrivete l’impegno nell’aiuto ai poveri dei confratelli della Società di San Vincenzo de’ Paoli. Questa istituzione, alla quale ho aderito fino da ragazzo, è stata il principale filo conduttore della mia vita. Quando, circa venti anni fa, ho incontrato 1’Ideale dell’unità che dice esplicitamente: amare tutti, amare per primi, amare come sé, vivere 1’altro, l’impegno vincenziano ha fatto in me un ulteriore passo avanti. È stata quindi per me una nuova scoperta; credo di dover dire che, quasi inavvertitamente, qualche cosa è passato anche ai miei confratelli: ho trovato così conferma a quanto dice Chiara e cioè che l’Ideale dell’unità porta nuova vita anche nelle diverse istituzioni esistenti, ravvivando il carisma del loro fondatore. Alberto Manfredi – Pontedera Una missionaria dal Benin Grazie di cuore per il rinnovo dell’abbonamento a Città nuova. È una ventata d’aria fresca, una ricarica spirituale, un rinnovato impegno per vivere, pure con tanti limiti, il dono dell’Ideale dell’unità. La posta fa quel che può… ma normalmente arriva e quindi lodiamo il Signore! A voi tutti la nostra viva gratitudine, vi portiamo nella nostra fraterna preghiera. Suor Carmen – Benin Avremmo potuto raccogliere sotto un unico titolo queste lettere scelte fra tante dello stesso tono che ci arrivano da ogni parte del mondo esprimendo riconoscenza per Città nuova, per il suo messaggio di fraternità; e gratitudine – soprattutto i missionari – per chi ha donato loro l’abbonamento. È una testimonianza, questa che ci offrono, anche attraverso stralci della loro vita, che può far riflettere, in questi tempi così contraddittori, dove sembrano regnare solo lo scontento e l’insofferenza per le opinioni altrui. Loro non accusano, ma cercano di alleviare il dolore degli altri; danno la vita e ringraziano per il poco bene che ricevono. Ecco perché noi ringraziamo loro, particolarmente in quest’anno giubilare della nostra rivista, per averli avuti sempre, fin dal primo momento, tra i più vicini nella nostra grande famiglia. La protesta dei farmacisti Per protestare contro il decreto Bersani molte farmacie hanno deciso di chiudere. E su ciò non vi è nulla da obiettare. I farmacisti hanno le loro motivazioni e la libertà di sciopero. Comunque non vedo cosa ci sia di strano o di male se i farmaci da banco vengono venduti al supermercato.Mi ricordo che in Gran Bretagna, già nel lontano 1970, i prodotti come aspirina e analgesici venivano venduti nei drugstore. Pertanto, non riesco a capire perché tutta questa guerra da parte dei farmacisti. Dato il loro atteggiamento, sono portato a pensare che ci siano troppi interessi da parte di questa categoria facoltosa. È ora, per un logico e fisiologico progresso di una nazione, che finisca questo monopolio. E penso al lavoro in più che si creerà per i giovani laureati in farmacia e alla competitività farmaceutica: beni, questi, tutti a vantaggio dei consumatori e della collettività. Franco Petraglia – Cervinara Il suo discorso mi pare corretto e penso che valga per tutte le strutture corporative o di privilegio che permeano la nostra società. Senza con ciò volere disconoscere i meriti professionali di ciascuno, meno che meno dei farmacisti. Convegni culturali per il 50° di Città nuova Il Giro d’Italia di Città nuova è ripreso dopo l’estate con una tappa a Gaeta. Nella cittadina a sud del Lazio, promossa da Io e te in collaborazione con l’amministrazione comunale, si è svolta la IX edizione del Meeting della solidarietà, punto d’incontro del Terzo settore cui hanno partecipato decine di piccole e medie organizzazioni del centro sud Italia. Città nuova oltre ad uno spazio espositivo ha proposto all’ampio pubblico una tavola rotonda dal titolo La solidarietà uno stile di vita con contributi nel campo dello sport, della disabilità, della cooperazione internazionale e dell’impegno civile. Presenti il sindaco e altri amministratori locali, i numerosi cittadini intervenuti sono rimasti coinvolti dalla proposta culturale e dalla varietà dei progetti presentati da Beppe Porqueddu, presidente dell’Associazione Prisma e tecnologo della riabilitazione, Giuseppe Iorio, dirigente di Sportmeet, e Franco Pizzorno, presidente dell’Associazione Azione per un mondo unito. Alcune televisioni locali hanno rilanciato l’evento, sottolineando la singolarità di Città nuova nel panorama informativo italiano, come portatrice di una nuova visione della vita e della cultura.

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