La “mia” speranza

In vista della presentazione del suo ultimo libro il 23 maggio a Sanremo, tre domande al pastore metodista Valdo Benecchi autore per Città Nuova de “L’ottimismo della speranza. Un’inguaribile fiducia nell’amore di Dio”
Speranza

Valdo Benecchi, pastore metodista, è atuore per l’editrice Città Nuova del libro L’ottimismo della speranza. Lo abbiamo intervistato in vista della presentazione del suo lavoro il 23 maggio a Sanremo.

 

Come nasce il libro?

           

«Il mio libro nasce da una situazione “anomala”, per usare un termine tanto in voga oggi a livello culturale, politico e teologico poiché all’origine non c‘è un progetto, uno schema di lavoro secondo quelle che sono le norme omiletiche (le regole di composizione delle omelie) o l’ortodossia esegetica, ma un evento. Il mio libro è semplicemente la condivisione di ciò che ho ricevuto dal Signore, la sua Parola di vita nella quotidianità. Protagonista è l’opera dello Spirito Santo che mi ha fatto incontrare la Parola di Dio nella lettura biblica, la preghiera, la predicazione e cerco di darne conto in questo lavoro»

 

 

Il segreto di “quell’inguaribile fiducia nell’amore di Dio” di cui parla nel libro?

 

«Innanzitutto bisogna porsi una domanda: è possibile essere ottimisti nel mondo di oggi? La mia risposta è positiva, ma non perché sono un ingenuo ottimista. Il mio non è un ottimismo a buon mercato né una speranza di maniera. Le tragedie del mondo, la difficoltà di essere credenti sono presenti in ogni capitolo e il libro non è affatto rassicurante. Dalla Scrittura e dall’esperienza personale impariamo che la chiamata di Dio, l’incontro più autentico con Gesù  avviene soprattutto quando ci è difficile seguirlo, quando tutto sembra contraddire la sua Parola , quando la nostra fede pone al Signore l’invocazione drammatica del «Guardami,Signore, mio Dio(Salmo 13,4)» senza ricevere un’immediata risposta, quando i nostri perché ce lo fanno sentire lontano.  Ma proprio in quelle occasioni il mio ottimismo, la possibilità di una risposta positiva perché questo è Gesù Cristo e noi possiamo sempre contare sulla sua grazia e sul suo amore. Il cristiano non è né un ottimista né un pessimista, ma una persona che vive per la grazia di Dio. Un’inguaribile fiducia nell’amore di Dio perché in Cristo vi è un amore inguaribile ed inesauribile»

 

 

Cosa ha significato questa scoperta nella sua personale vicenda?

 

«Difficile spiegare e forse presuntuoso. Una risposta potrebbe essere data dalle sorelle e dai fratelli che ho incontrato negli oltre quarant’anni di ministero pastorale in varie città d’Italia. Di certo posso rispondere con quanto detto nell’introduzione del libro: «In tanti anni di ministero pastorale lo Spirito mi ha aiutato a cercare di rispondere, spero fedelmente, all’esortazione di Paolo a Timoteo: “Non trascurare il dono che è in te e che ti è stato conferito, mediante una parola profetica, con l’imposizione delle mani da parte dei presbiteri (1 Timoteo 4,14)” e “Grazie a Dio per questo suo dono ineffabile” (2 Corinzi 9,15)».

 

 

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