La leva del micro credito parte da Palermo

Un Paese e un Meridione che ha bisogno di futuro. La sfida che nasce con la  tre giorni di fine marzo  proposta nella città dai giovani appassionati di Economia di comunione con Avolab, Fondazione di Comunità di Messina e Polo Lionello Bonfanti
microcredito

Esiste in Italia una vasta fascia di popolazione che non possiede il denaro necessario per vivere eppure basterebbe poco per invertire la rotta. Ci sono idee, competenze  e passione civile per nuove idee di imprese ma gli sportelli delle banche restano chiusi. Per reagire a questa situazione  patologica, che rischia di paralizzare l’intera economia gestita da flussi di capitali non produttivi e speculativi, può rivelarsi  una cura adeguata  la leva del micro credito. Con i decreti attuativi di fine 2014 è stata resa operativa la norma emanata nel 2010. In pratica diventano operative associazioni e realtà non profit  che possono rientrare tra i soggetti iscritti nell’elenco previsto dall’articolo 111 del Testo unico bancario. Gli interessi applicati saranno molto lievi e giustificati dal rimborso delle spese sostenute per offrire il servizio.

Di per sé sono proprio le realtà vicine al territorio che possono assicurare, come chiede la norma con le sue ristrettezze, l’accompagnamento sociale e il monitoraggio dei soggetti che finalmente accedono al credito. L’importo massimo finanziabile è pari a 10 mila euro per le persone fisiche e 25 mila euro per le attività d’impresa. Poca cosa all’apparenza ma si tratta di un percorso di sviluppo e di rigenerazione del tutto alternativa agli interventi dispendiosi finora avvenuti nel Meridione senza grandi risultati. Anche i Fondi strutturali europei previsti ancora per il periodo 2014-2020 possono costituire una fonte finanziaria importante se assistita da una rete credibile e affidabile, capace di mettere assieme associazioni, istituzioni locali e  reti di imprese già attive. Rappresenta pertanto una grande sfida la tre giorni organizzata a Palermo dal 27 al 29 marzo per fare del capoluogo siciliano una capitale del micro credito.

Se facciamo riferimento all’ultimo rapporto dello Svimez , nel Sud  si registrano, infatti, otto anni consecutivi nei quali il Pil  è stato negativo, «con un crollo dei redditi del 15 per cento tra il 2008 e il 2013 e una perdita di posti di lavoro dal 2008 al 2015 di circa 800mila persone». Uno scenario dove «la peggior crisi economica del dopoguerra rischia di essere sempre più paragonabile alla Grande Depressione del 1929». Mentre come sappiamo i capitali miliardari delle mafie viaggiano in tutto il mondo alla ricerca di nuove terre da colonizzare.

Merita, perciò,  una grande attenzione questo gesto di speranza e di redenzione concreta che parte dai giovani che hanno già fatto nell’Isola la scuola estiva di economia di comunione nel 2014  e che promuovono l’evento “Microfinanziare il futuro” chiamando a raccolta alcune tra  le  migliori esperienze concrete assieme al contributo di esperti e studiosi dell’economia civile che provengono da tutta l’Italia. L’iniziativa che vede la collaborazione di  l’Associazione AvoLab, Fondazione di Comunità di Messina ed il Polo Lionello Bonfanti, ha incontrato il forte interesse degli amministratori locali, a cominciare dal comune di Palermo,  assieme ad una folta pattuglia di parlamentari siciliani. Ci sono le premesse per un’azione efficace di sistema. Un bel lavoro che vede l’impegno dell’infaticabile Steni Di Piazza di Banca etica  che già nel 1999, quando era direttore di filiale di un’altra banca, si era fatto pioniere di un progetto di micro credito capace di coinvolgere oltre 500 famiglie immigrate in un quartiere difficile di Palermo. Storie poco conosciute di una bella terra che continua a stupire.

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