La gioia tunisina

L'importanza di una serata trascorsa, poco fuori Roma, parlando amichevolmente di barriere e dialogo, di cittadinanza mediterranea, di convivenza intesa come ricchezza e non condanna, con la convinzione che libertà e fede non siano in contraddizione
Donne tunisine

Ieri sera, ad Aprilia, ho partecipato non a una presentazione del mio libro sull'Islam ("L'Islam spiegato a chi ha paura dei musulmani", ndr), non a una dotta conferenza sul terrorismo, nemmeno a un dibattito sulle migrazioni. Ho partecipato a una festa. Arrivato stanco per il lavoro e per due ore di coda sulla Pontina, sono ripartito riposato, rifocillato e ricreato. Merito delle donne tunisine.

 

L'invito mi era stato rivolto dall'associazione "La palma del Sud", composta da donne tunisine guidate da una imprenditrice dinamica e positiva, Zrelli Sihem Gabes. Erano presenti, tra gli altri, il giovanissimo fondatore di "The Shukran", un social network per avvicinare musulmani e cristiani, arabi ed europei, Illies Amar, e il console tunisino Mohamed Tascou.

 

Ho detto qualcosa su barriere e dialogo, abbiamo visto dei brevi video creati da giovani donne tunisine, abbiamo ascoltato politici e rappresentanti di organizzazioni non governative… nella più limpida gioia di stare assieme, di ascoltarci, di dialogare di cittadinanza mediterranea (proposta da Pier Virgilio Dastoli del "Movimento europeo"), di capire che la convivenza è una ricchezza e non una condanna, di capire che libertà e fede non sono in contraddizione, di scorgere il volto più misericordioso dell'islam.

 

Naturalmente un delizioso cous cous ha concluso la serata. Grazie Aprilia, grazie Sihem! Grazie donne tunisine!

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