La cospirazione del silenzio La cospirazione del silenzio

È il titolo del convegnorassegna Tertio Millennio, a Roma dal 14 al 19 novembre scorso. Con alcune anteprime di film di forte spessore umano e artistico. C’è una congiura nell’aria. Un silenzio voluto sulla libertà negata: bambini, carcerati, etnie che non si accettano, conflitti dimenticati, lacerazioni interiori. Se n’è parlato al convegno alla Università Gregoriana promosso dall’Ente dello Spettacolo, ma soprattutto la cospirazione è stata vista grazie al linguaggio chiaro di un cinema che speriamo non venga dimenticato. Penso a Children of Men (I figli degli uomini) di Alfonso Cuaròn con Clive Owen: parabola fantascientifica di un mondo in preda ad arie di morte, dove la nascita di una bambina- dopo 18 anni di sterilità del genere umano – è lume di speranza. Oppure a Love + Hate di Dominic Savane, storia d’amore possibileimpossibile nell’Inghilterra razzista di un fratello e sorella musulmani che vanno controcorrente grazie alla forza dell’amore, con un linguaggio asciutto e delicato. Si è visto l’intenso, aspro e sincero Jimmy della collina di Enrico Pau, con una forte Valentina Carnelutti, storia non pietistica di un giovane carcerato che trova un barlume di luce in una comunità di recupero, un film pluripremiato all’estero ma purtroppo ancora non distribuito in Italia; fino alla Russia presente nel Festival quasi da protagonista. È il caso di ricordare The Island di Pavel Linguine, film di tormentoredenzione dostoevskiano, e Certi bambini di Hanna Pollak ove descrive le migliaia di bambini che vivono nei bunker della metro di Leningrado, come la regista ha poi descritto al pubblico. Da noi c’è Leonardo Di Costanzo, regista campano che in Prove di stato getta uno sguardo inquietante sul degrado della nostra infanzia italiana. È un cinema, questo, troppo spesso trascurato dai grossi circuiti commerciali, che fa pensare e decidere, di impegno civile e morale, unito ad una squisita sensibilità artistica. Si comprende perciò, fra gli altri, il premio dato dalla Rivista del cinematografo a lavori come La guerra di Mario di Antonio Capuano o alla fiction Giovanni Falcone con Massimo Dapporto. È cinema. Di blockbuster siamo già sazi.

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