Jan Hus: 600 anni dalla morte (sul rogo) del teologo boemo

A Praga le commemorazioni ufficiali (5 e 6 luglio). Le celebrazioni si inseriscono nell'Anno di Hus, un progetto promosso dalla Chiesa evangelica dei Fratelli Boemi e dalla Chiesa hussita cecoslovacca. L'Università di Milano ospita dal 29 giugno al 16 luglio la mostra: Jan Hus nel 1415 e seicento anni dopo (dal Notiziario evangelico). Il messaggio di papa Francesco
Jan_Hus

Il Notiziario evangelico (NEV n. 27), edito dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia, così ricorda l’anniversario: «Il 5 e il 6 luglio prossimi la città di Praga si appresta a ricordare uno dei suoi personaggi storici di più alta levatura europea: il teologo e martire Jan Hus (1370-1415). L'occasione è il seicentesimo anniversario della morte:

 

«Giunto a Costanza con un salvacondotto imperiale per presentare le sue tesi di riforma della chiesa davanti al Concilio riunito nella città tedesca, Hus venne arrestato, dichiarato eretico e arso sul rogo il 6 luglio del 1415. Considerato un esponente della cosiddetta Prima Riforma – quella cioè che precedette la Riforma protestante del XVI secolo e che includeva anche il movimento valdese medievale –, Jan Hus rimane una figura chiave della storia boema ed europea, sia da un punto di vista culturale – per le sue idee teologiche, filosofiche ed educative – sia storico/politico: dopo la sua morte, infatti, sorse in Boemia una chiesa hussita, indipendente da Roma.

 

«Questa doppia dimensione, locale e internazionale, caratterizza i tanti eventi del Seicentenario di Hus, a partire dalla due giorni di Praga che prevede concerti, convegni, culti, rappresentazioni teatrali, tour dei luoghi storici. Il programma, che si svolgerà nel centro cittadino e avrà interventi anche in inglese e in tedesco, propone diversi percorsi: da quello che riproduce un mercato e le botteghe medievali, a quelli storico, ecumenico, contemporaneo.

 

«Le celebrazioni di Praga si inseriscono nell'Anno di Hus, un progetto promosso dalla Chiesa evangelica dei Fratelli Boemi e dalla Chiesa hussita cecoslovacca (www.hus-fest.eu/en/). Accanto a queste iniziative è da segnalare, sempre nella Repubblica Ceca, un pellegrinaggio commemorativo dal castello di Kracovec, dove Hus visse negli anni in cui, per le sue idee teologiche, fu bandito da Praga, a Costanza (Germania).

 

«In Italia, accanto ad una serie di conferenze organizzate, nell'arco dell'intero anno, a livello locale da diverse chiese evangeliche, è da segnalare Jan Hus nel 1415 e seicento anni dopo, una mostra realizzata dal Museo hussita di Tabor (Repubblica Ceca) e in esposizione dal 29 giugno al 16 luglio presso la biblioteca di scienze storiche dell'Università degli studi di Milano. Alla mostra, composta da 14 pannelli in lingua italiana e tedesca, è inoltre associato l'itinerario bibliografico Jan Hus nelle collezioni dell’Università degli Studi di Milano».

 

Nel suo discorso alla delegazione Ceca, in occasione della ricorrenza, papa Francesco tra l’altro afferma: «Molte dispute del passato chiedono di essere rivisitate alla luce del nuovo contesto in cui viviamo, e accordi e convergenze saranno raggiunti se affronteremo le tradizionali questioni conflittuali con uno sguardo nuovo. Soprattutto, non possiamo dimenticare che la condivisa professione di fede in Dio Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, nella quale siamo stati battezzati, già ci unisce in vincoli di autentica fraternità.

 

«Sono passati sei secoli dal giorno in cui tragicamente morì il rinomato predicatore e rettore dell’Università di Praga, Jan Hus. Già nel 1999, san Giovanni Paolo II, intervenendo in un Simposio internazionale dedicato a questa memorabile figura, ha espresso il suo "profondo rammarico per la crudele morte [a lui] inflitta", e lo ha annoverato tra i riformatori della Chiesa.

 

«Alla luce di tale approccio, occorre continuare lo studio sulla persona e l’attività di Jan Hus, il quale per lungo tempo è stato oggetto di contesa tra cristiani, mentre oggi è diventato motivo di dialogo. Questa ricerca, condotta senza condizionamenti di tipo ideologico, sarà un importante servizio alla verità storica, e a tutti i cristiani e all’intera società, anche al di là dei confini della vostra Nazione. Il Concilio Vaticano II ha affermato che “il rinnovamento della Chiesa”, che “consiste essenzialmente nell’accresciuta fedeltà alla sua vocazione è senza dubbio la ragione del movimento verso l’unità … Questo rinnovamento ha quindi un’importanza ecumenica singolare” (Unitatis redintegratio, 6).

 

«Oggi, in particolare, l’esigenza di una nuova evangelizzazione di tanti uomini e donne che sembrano indifferenti alla gioiosa notizia del Vangelo, rende improrogabile il dovere di rinnovamento di ogni struttura ecclesiale in modo da favorire la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 27). E la comunione visibile tra i cristiani renderà sicuramente più credibile l’annuncio.

 

«Rispondendo alla chiamata di Cristo ad una continua conversione, di cui tutti abbiamo bisogno, possiamo progredire insieme nel cammino della riconciliazione e della pace. Lungo questa strada impariamo, per grazia di Dio, a riconoscerci gli uni gli altri come amici e a considerare le motivazioni degli altri nella migliore luce possibile. In tal senso auspico che si sviluppino legami di amicizia anche a livello delle comunità locali e parrocchiali».

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