Iulia e la sua classe di Alfieri della Repubblica

La scuola equiparata dell’infanzia “C. Fuganti” di Tonadico, associata alla Federazione provinciale Scuole materne di Trento, è stata premiata dal presidente Mattarella perché bambini e insegnanti vivono una storia “che parla di reale inclusione e racconta di come la sordità di una bambina sia diventata opportunità e risorsa educativa”.

Nella foto ricordo con il capo dello Stato, le maestre della scuola equiparata dell’infanzia “C. Fuganti” di Tonadico (Primiero San Martino di Castrozza) posano sorridenti proprio vicino a Sergio Mattarella. Oltre alle maestre Susanna Nami, Carla Longo, Monica Capiotto, e alla presidente della scuola, Michela Lemma, c’è la coordinatrice Daniela Dalcastagné, che stringe tra le mani la targa che attesta la nomina ad Alfieri della Repubblica. Un’onorificenza concessa ai bambini e alle insegnanti di questo paesino delle Dolomiti perché, si legge nella motivazione del Quirinale, hanno scritto «una storia che parla di reale inclusione e racconta di come la sordità di una bambina sia diventata una opportunità e una risorsa educativa per l’intera comunità locale. Grazie alla determinazione delle insegnanti della scuola dell’infanzia – supportate da una facilitatrice che ha affiancato da subito la bimba – si sono trasformate le difficoltà di Iulia in una straordinaria occasione di crescita. Ora i bambini – e con loro il personale della scuola – conoscono le basi della lingua italiana dei segni, e ciò ha anche permesso loro di comprendere che esistono altre modalità di esprimersi oltre alle parole».

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La storia di questi giovanissimi Alfieri della Repubblica comincia nell’anno scolastico 2015-2016 quando Iulia, una bambina sorda che si esprimeva prevalentemente nella Lingua dei segni italiana (Lis), le cui basi aveva imparato al nido con la maestra Monica Capiotto, sua facilitatrice alla comunicazione, va alla scuola dell’infanza “C. Fuganti” di Tonadico, nella valle di Primiero, sulle Dolomiti.

Nella scuola frequentata da 45 bambini non ci sono altri sordi. La coordinatrice e le insegnanti, allora, con l’ausilio delle famiglie, danno vita ad un percorso educativo che le porta a ripensare gli spazi, le pratiche e le metodologie di insegnamento, in modo da coinvolgere e integrare pienamente Iulia nelle attività scolastiche. Ben presto, tutti i bambini e le maestre si avvicinano alla Lis, una conoscenza estesa anche alle famiglie.

Adulti e bambini imparano a “segnare” le parole con i segni. Anche il gioco “il lupo mangia frutta” viene rappresentato con tre segni: uno per “lupo”, dal muso allungato, uno per “mangia”, con il tipico gesto di portare cibo alla bocca, e uno per “frutta”, facendo dondolare una mano. E dove non arriva la Lis, ci pensa la creatività.

«I bambini – spiega la maestra Susanna – hanno trovato altre strategie comunicative e non si sono mai tirati indietro pur di farsi capire». La stessa intraprendenza caratterizza Iulia, una bella bambina dallo sguardo attento e dai lunghi capelli biondi. «Iulia – spiega la maestra Monica – non ha nessuna difficoltà. Se non riesce a farsi capire con la lingua dei segni, trova altre strategie per spiegarsi meglio».

«Iulia – sottolinea la maestra Carla – è molto attenta anche alle espressioni del viso e sta iniziando ad usare la parola». Invece di semplificare l’insegnamento, le maestre hanno provato ad affinare le competenze della bambina, ad esempio per capire come spiegarle le differenze tra cervo, camoscio e capriolo. «Non bisogna semplificare, Iulia – afferma la coordinatrice, Daniela – è una bambina con delle competenze che vanno arricchite, ampliate».

alunni-della-scuola-equiparata-dellinfanzia-fuganti-di-tonadico-nominati-alfieri-della-repubblicaLa bravura di queste maestre è stata quello di aver lavorato sempre insieme, integrando Iulia pienamente nella vita scolastica. Il loro lavoro è stato supportato dalla capacità di accoglienza dei bambini e delle famiglie e non sono mancate gite, escursioni e progetti di scambio, come quello che ha portato venti bambini dell’Istituto statale di istruzione specializzata per sordi (Isiss) Magarotto di Roma a Tonadico per una settimana. Uno scambio proficuo che sarà ricambiato, a maggio, con la visita dei bambini trentini presso gli amici della Capitale.

Ma come è arrivato il riconoscimento di Alfieri della Repubblica, che viene concesso ai minori di 18 anni che eccellono nella cultura o nel volontariato o compiono atti o comportamenti ispirati ad altruismo e solidarietà? «Non lo sappiamo», rispondono in coro le maestre. Le segnalazioni, infatti, vengono presentate al segretario generale della Presidenza della Repubblica e poi valutate da un’apposita commissione. Superati tutti gli scogli, è così arrivato il riconoscimento per insegnanti e bambini.

La notizia è stata accolta con incredulità, ma anche soddisfazione per il lungo percorso intrapreso in questi anni e portato avanti nonostante le difficoltà. «Siamo incredule di aver ricevuto questa onorificenza e allo stesso tempo orgogliose – affermano le maestre e la coordinatrice – perché valorizza un nostro fare quotidiano che tiene conto delle particolarità di ognuno e che trasforma le differenze in opportunità per tutti. Siamo consapevoli di essere state al Quirinale a rappresentare tutta la scuola ed il nostro lavoro dove l’inclusione non è considerata un progetto, ma un modo di stare in relazione con gli altri. Siamo entusiaste perché questo riconoscimento mette al centro i bambini, sono loro ad essere premiati e questo è un valore oggi e per tutta la loro vita».

E i bambini che ne pensano? «Il premio? Ce lo danno perché siamo stati bravi», ha detto qualcuno. Talmente tanto bravi che il loro stile di accoglienza è ormai un modello per le altre scuole. Del resto, l’inclusione è semplice e lo spiega la stessa Iulia quando in una mano socchiusa, infila l’altra. «Iulia – spiega la maestra Monica – dice che inclusione significa “stare dentro”». Dentro le relazioni, dentro la vita scolastica, dentro la quotidianità.

 

 

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