Intoccabili gli investimenti sui caccia?

Vanno riconsiderati gli acquisti degli aerei militari Jsf 35 soprattutto a seguito dei tagli sulla spesa pubblica. Rinunciare alla difesa del Paese o ripensare la pace.
Cacciabombardieri Jsf 35

«Non ci sono tabù o vacche sacre» come afferma il ministro della Difesa, l’ammiraglio Giampaolo Di Paola. Il riferimento della sua espressione è il programma pluriennale di acquisto dei caccia Jsf 35. Un progetto che nasce da lontano e in modo condiviso dalle parti politiche tanto da trovare poco spazio finora sulla grande stampa che invece in questi primi giorni del 2012 ha ripreso il dibattito sui tagli alla spesa per le armi. Soldi e investimenti che vanno riconsiderati di fronte alla carenza di fondi per le spese sociali, la famiglia e la sanità.

 

Non si può tuttavia affrontare il tema con espressioni di facile irenismo. La grande questione non mette in crisi le ragioni della difesa di uno Stato, quanto il prevalere del complesso militare e industriale sugli interessi generali, come denunciava nel suo discorso di addio del 1961 il presidente statunitense Eisenhower. Dopo 50 anni appare urgente una riconversione industriale profonda capace di mettere assieme difesa del lavoro, sicurezza militare e anche ambientale. La pace è un processo esigente che richiede di incidere sulle scelte economiche e finanziarie per essere credibile.

 

Città Nuova si era già occupata dei caccia F35 e in questi mesi ha seguito l’evoluzioni delle voci di bilancio dedicate agli armamenti. Vi riproponiamo l’articolo per un approfondimento.

 

 

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