Incendi, il sostegno dell’Europa

Il recente incendio del Monte Serra, in provincia di Pisa, ripropone il tema dei roghi boschivi. L’Unione europea è impegnata in attività di monitoraggio, prevenzione e coordinamento, ma anche con aiuti finanziari verso gli Stati membri.

Negli ultimi anni, l’Europa è stata colpita da incendi sempre più gravi, in particolare nella regione mediterranea: difficile dimenticare quelli dell’anno scorso in Italia o quello che ha provocato quasi cento vittime in Grecia, nei pressi di Atene. Di recente, tuttavia, estati insolitamente secche in Europa centrale e settentrionale hanno favorito grandi incendi in paesi come la Svezia, la Germania e la Polonia, che normalmente ne registrano molto pochi. In questi giorni, l’incendio del Monte Serra, nei pressi di Pisa, ha mandato in fumo 1000 ettari di bosco. Anche l’Unione europea (Ue) prova ad affrontare la questione ed a collaborare con gli Stati membri per fornire orientamenti su come agire in caso di incendi boschivi e su come aumentare la nostra resilienza, cioè la capacità di affrontare e superare un evento traumatico, sulla base delle esperienze e delle migliori pratiche nazionali.

La Commissione europea ha recentemente pubblicato la sua annuale relazione sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa riferita al 2017, quando sono andati distrutti oltre 1,2 milioni di ettari di foreste e di terreni in Europa, cioè più della superfice totale di Cipro. Quegli incendi hanno anche provocato 127 vittime tra civili e vigili del fuoco e causato danni economici stimati a quasi 10 miliardi di euro. Inoltre, la relazione evidenzia una netta tendenza al prolungamento della stagione degli incendi rispetto agli anni precedenti, con incendi che si verificano adesso anche ben oltre i mesi estivi caratterizzati da caldo e siccità, tra luglio e settembre; infatti, nel 2017, i mesi più critici sono stati giugno e ottobre, quando incendi devastanti sono divampati in Portogallo e in Spagna settentrionale.

Karmenu Vella, Commissario per l’Ambiente, ritiene giustamente che «condizioni atmosferiche estreme, come siccità prolungata e ondate di calore, aggravano gli incendi e ne rendono più difficile il controllo. Oltre il 90% di tutti gli incendi boschivi è causato dall’attività umana; per questo l’Ue collabora strettamente con gli Stati membri sulla prevenzione, facendo in modo che i cittadini e le amministrazioni siano più consapevoli dei rischi di incendio. È anche necessario investire molto di più nella gestione delle foreste, per garantire l’applicazione delle migliori pratiche in tutta Europa. Come emerso chiaramente una volta di più nel corso dell’estate 2018, resta ancora molto lavoro da fare in fatto di prevenzione e l’Europa deve rimanere in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici».

Tibor Navracsics, commissario per l’Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport e responsabile per il Centro comune di ricerca (Jrc), ha riferito che «gli scienziati del Jrc effettuano un monitoraggio continuo degli incendi in Europa attraverso il Sistema europeo d’informazione sugli incendi boschivi. I dati degli ultimi anni mostrano che gli incendi stanno aumentando in numero e gravità. Sono fiero del Jrc che, raccogliendo e analizzando tali dati, ci aiuta a comprendere meglio la loro evoluzione e fornisce alle autorità nazionali una base per migliorare sia la prevenzione che la lotta agli incendi».

Come negli anni precedenti, nel 2017 la maggior parte degli incendi è stata causata dall’attività umana, laddove oltre il 25% della superficie totale bruciata corrispondeva ad aree protette. Le pratiche non sostenibili di gestione forestale, la degradazione degli ecosistemi e l’introduzione di specie di alberi da foresta altamente infiammabili sono fattori che agevolano lo scatenarsi e il propagarsi degli incendi e, quindi, secondo la Commissione europea, la prevenzione è fondamentale per combatterli. Per questo, delle buone pratiche di gestione forestale e di uso del territorio possono ridurre i rischi di incendio e rendere le foreste più resistenti al fuoco. La relazione indica inoltre che la sensibilizzazione e la formazione delle comunità locali, dei decisori politici e delle parti interessate ne aumenteranno la preparazione.

Nel 2018, il meccanismo di protezione civile dell’Ue per rispondere agli incendi boschivi è stato attivato 5 volte per fornire sostegno ai Paesi in difficoltà, come la Svezia e la Grecia. Quest’estate sono stati mobilitati in totale 15 aeroplani, 6 elicotteri e oltre 400 persone tra vigili del fuoco e altro personale. L’Ue ha contribuito ai costi di trasporto per mobilitare il sostegno ai Paesi colpiti con 1,6 milioni di euro. Inoltre, su richiesta degli Stati membri, sono state prodotte oltre 139 mappe satellitari Copernicus sugli incendi boschivi. Infine, si è svolta in Portogallo una missione di prevenzione e preparazione per contribuire a potenziare la capacità del Paese di gestire gli incendi boschivi.

La Commissione europea ha proposto di rafforzare le capacità di protezione civile dell’Ue attraverso rescEU, in modo che gli Stati membri siano meglio preparati ad affrontare catastrofi multiple. RescEU si basa su due pilastri fondamentali, quello della prevenzione e preparazione e quello di una maggiore capacità di risposta, anche attraverso la creazione di una riserva di capacità europee che funga da rete di sicurezza qualora le capacità degli Stati membri non riescano ad agire in autonomia.

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