Pulcinella in purgatorio

Tra gli appuntamenti della settimana tre debutti: il Pulcinella di Andrea De Rosa; “Ci vediamo all’alba”, dell’inglese Zinnie Harris; l’inedita commedia di Roberto Alajmo “Chi vive giace”. Riparte la tournée di “Ragazzi di vita” diretti da Massimo Popolizio, e del “Gabbiano” di Marco Sciaccaluga

Pulcinella in purgatorio «Partendo da una scrittura originale di Linda Dalisi – spiega il regista Andrea De Rosa – abbiamo immaginato un luogo di passaggio, abitato da una moltitudine di esseri uguali e diversissimi, tanti Pulcinelli, tante Pulcinellesse, come in uno dei tanti quadri di Tiepolo, un purgatorio segnato da un “al di qua”, in cui si sta con l’orecchio teso a carpire i suoni di un “al-di-là”, una sotterranea stazione in perenne attesa di un segnale di salvezza che non arriverà mai. Di fronte a questo eterno e insensato silenzio – prosegue Andrea De Rosa – Pulcinella continua ostinatamente a chiedere “E pecché?”, “E pecché?”, “E pecché?”, con un misto di rabbia, di superbia, di strafottenza, di incredulità e di sfida. Il silenzio è la voce del potere alla quale Pulcinella oppone da sempre la sua stridula vocina da pulcino. “E pecché?”, “E pecché?”, “E pecché?”. Pulcinella in purgatorio”, drammaturgia Linda Dalisi, ideazione e regia Andrea De Rosa, con Massimo Andrei, Maurizio Azzurro, Anna Coppola, Rosario Giglio, Marco Palumbo, Isacco Venturini; scene e costumi Simone Mannino; luci Pasquale Mari; sound designer G.U.P. Alcaro. Produzione Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale. A Napoli, Teatro San Ferdinando, prima nazionale, dal 17 al 27/1.

 

 I ragazzi di vita di Pasolini
19 attori, calati nell’umanità vivida e dolente delle borgate romane degli anni Cinquanta. Con grande fedeltà al testo originale, Emanuele Trevi restituisce in tutta la sua incisività la lingua pasoliniana e rafforza il legame tra teatro, letteratura e identità di una città. La regia di Massimo Popolizio, premiata tre volte, sottolinea la vitalità irrefrenabile e poetica dei ragazzi, alternando ironia e durezza, innocenza e abisso. Il personaggio di Lino Guanciale si aggira come uno “straniero” in visita in quel mondo, mediatore fra platea e palcoscenico, filo conduttore di tutte le storie raccontate nel romanzo. “I ragazzi di cui parla Pasolini sono persone che lottano con la quotidianità – spiega Popolizio – Una vitalità infelice la loro, e la cosa più commovente in quest’opera è proprio la mancanza di felicità. I ragazzi di vita sono un popolo selvaggio, una squadra, un gruppo, un branco di povere anime perdute ritratte nei dettagli del testo».

Ragazzi di vita” di Pier Paolo Pasolini, drammaturgia Emanuele Trevi, regia Massimo Popolizio, scene Marco Rossi, costumi Gianluca Sbicca, luci Luigi Biondi, canto Francesca della Monica, video Luca Brichi e Daniele Spanò. A Milano, Teatro Strehler, fino al 27/1.

Due donne all’alba
Della drammaturga e regista britannica Zinnie Harris una favola moderna incentrata sul racconto e sulle relazioni fra autore, attore e spettatore, mettendo da parte la spettacolarità della rappresentazione e creando un triangolo comunicativo incentrato sul messaggio del testo e sulle immagini emotive che le parole del testo ricreano. Protagoniste due donne su una spiaggia lontana dopo un violento incidente in barca. Stordite dall’esperienza, cercano un percorso verso casa. Sembrano essere contente di essere sopravvissute, ma scopriranno che questa terra sconosciuta non è ciò che sembra e che, sebbene siano costantemente insieme, non sono mai state più distanti.

“Ci vediamo all’alba (Meet Me At Dawn)”, di Zinnie Harris, regia Silvio Peroni, con Francesca Ciocchetti e Sara Putignano. Produzione Khora Teatro. A Roma, Teatro Palladium, prima nazionale, dal 17 al 19/1.

Il gabbiano di Cechov
Il capolavoro di Cechov è ancora capace di parlare con linguaggio attuale a tutte le generazioni: alle giovani vittime del loro dolore esistenziale e agli adulti che stentano ad accettare il trascorrere degli anni. Perché Il gabbiano è una struggente riflessione tra Arte e Vita, un ritratto ‘dal vivo’ di un’umanità autentica, avviluppata in una spirale di sentimenti trattenuti, amori negati, slanci e fallimenti. “La feroce denuncia del nostro nulla, coniugata in una continua altalena di ridicolo e patetico – scrive il regista di questa edizione, Marco Sciaccaluga – diventa uno stringente invito a compatire, ad amare questi esseri inutili che siamo. Il palcoscenico di Cechov è la forma più gentile, condivisa, ironica di spietatezza. Il suo “Teatro della Crudeltà” è il più “umano” che io conosca“.

“Il gabbiano”, di Anton Čechov, traduzione Danilo Macrì, regia Marco Sciaccaluga, con Roberto Alinghieri, Alice Arcuri, Elsa Bossi, Eva Cambiale, Andrea Nicolini, Elisabetta Pozzi, Stefano Santospago, Roberto Serpi, Francesco Sferrazza Papa, Kabir Tavani, Federico Vanni; scene e costumi Catherine Rankl, musiche Andrea Nicolini, luci Marco D’Andrea. Produzione Teatro Nazionale di Genova. Pistoia, Teatro Manzoni, dal 18 al 20/1.

Chi vive giace
Incentrata su un fortuito incidente automobilistico, l’inedita black comedy di Roberto Alajmo innesca una querelle familiare tipicamente siciliana, dai toni surreali e dall’esito imprevedibile. Una giovane donna perde la vita a causa della guida distratta di un ventenne. Non è colpa di nessuno, se non del caso, ma il marito della donna non sa se perdonare o se vendicare, come le tante voci del quartiere popolare in cui vive gli suggeriscono. Dall’altra parte, il padre del ragazzo non sa come comportarsi, se assolvere in pieno il giovane col pretesto della fatalità o spingerlo a porgere le proprie scuse al vedovo. A questo punto, in un contesto che sin dall’inizio ha i contorni allucinati di un certo realismo metafisico tipicamente siciliano, sono i fantasmi che bisogna interrogare. «Il fatto di cronaca originario – spiega l’autore – è un pretesto per esplorare una lingua teatrale ispirata al siciliano. Ma c’è poi un’altra finalità, tutta morale, che riguarda i temi del rancore e del perdono, esplorati con un arsenale di ragionamenti che a tratti può sembrare pirandelliano».

“Chi vive giace”, di Roberto Alajmo, regia Armando Pugliese, con David Coco, Roberta Caronia, Roberto Nobile, Stefania Blandeburgo e Claudio Zappalà; scene Andrea Taddei, costumi Dora Argento, musiche originali Nicola Piovani, luci Gaetano La Mela. A Palermo, Teatro Biondo, dal 18 al 27/1, prima nazionale; a Napoli, Teatro Mercadante, dal 29/1 al 3/2; a Siracusa, Teatro Comunale, il 22 e 23/2.

 

 

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