In mezzo al guado

Dove sta andando la Chiesa cattolica? E, prima ancora, dove si trova? La bussola del Vaticano II.
Concilio Vaticano II

Dove sta andando la Chiesa cattolica? E, prima ancora, dove si trova? Non è raro sentirsi rivolgere questa domanda a chi, come me, fa per vocazione e per servizio il teologo. E – si badi – la domanda, sincera, aperta, spesso sofferta, viene così formulata da chi è e si sente parte della comunità ecclesiale. Anche se i gradi e le forme di tale appartenenza variano assai caso per caso.

Bisogna riconoscere che la risposta è tutt’altro che facile. E tuttavia penso che significherebbe sfuggire alle nostre responsabilità dire che, in fin dei conti, la bussola della navigazione non è nelle nostre mani ma in quelle di Dio. Ciò è senz’altro vero. Ma la questione è un’altra: non ci ha forse promesso Gesù il dono dello Spirito per aprire il nostro cuore e la nostra mente a intercettare con lucidità e corrispondere con determinazione a ciò che l’amore del Padre sta scrivendo, spesso in modo cifrato, nella storia degli uomini?

Dunque, non possiamo sottrarci alla domanda. Anzi, siamo chiamati a fare tutto ciò che ci compete non tanto per rispondere in via teorica, ma per discernere con pertinenza gl’impulsi che vengono da Dio e cooperare attivamente e creativamente all’attuazione di ciò che, da lui propiziato, sta germogliando nei solchi del nostro tempo.

In verità, a me sembra che oggi la Chiesa cattolica stia un po’ il mezzo al guado. È come una nave che, sino a qualche tempo fa, era attraccata sicura in un porto ben protetto e fortificato. Di qui, lo Spirito Santo l’ha chiamata e sospinta con veemenza a uscire un’altra volta in mare aperto. La bussola di questa inedita, e per niente collaudata, navigazione gliel’ha fornita il Concilio Vaticano II. Così si è espresso Giovanni Paolo II nell’enciclica che ha voluto dare il “la” al terzo millennio dell’era cristiana, la Novo millennio ineunte.

 

È per questa ragione profonda che la Chiesa, che amiamo e di cui siamo e ci sentiamo figli, dà oggi l’impressione di trovarsi in mezzo al guado. Perché questa, di fatto, è la realtà. Con tutti i contraccolpi e le contraddizioni – palesi o apparenti – che ciò comporta. Qualche passo in avanti, qualche sguardo nostalgico indietro; la luce di squarci vividamente profetici, la necessità di ribadire la fedeltà alla tradizione; lo slancio di nuove esperienze e proposte, la resistenza, talvolta tenace, ad abbandonare ciò che ha da cadere… e così via.

Ciò che allora ci è chiesto, oggi come sempre, sono la fede e la perseveranza, il radicamento sincero nel cuore del Vangelo e l’altrettanto sincera apertura al soffio dello Spirito. Del resto, c’è mai stato un momento in cui la Chiesa non si sia trovata in mezzo al guado insieme con tutta l’umanità di cui è compagna, amica e serva? O proprio questo è il suo destino? Per essere tutta e sola e sempre di Gesù.

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons