In attesa di papa Francesco

Il grande interesse dei media e le speranze dei concittadini del Poverello caricano di significati la visita di domani. Dal nostro inviato
Assisi

Il canto allegro del corpulento “transennista” spande il buonumore a tutta la squadretta di operai del Comune che stanno scaricando dal camion le consuete transenne in metallo per poi disporle lungo la strada che dal centro di Santa Maria degli Angeli conduce, superata la stazione ferroviaria, alla Casa accoglienza in cui si recherà a pranzo papa Francesco. Il cielo è terso, il sole ancora gagliardo e il paesaggio naturale trattiene ancora i colori vividi di un’elegante abito da festa. In tante finestre svolazzano drappi e bandiere con i colori giallo e bianco della Santa Sede quale segno di dovuto o affettuoso benvenuto all’illustre pellegrino. Ma sono già in bella evidenza anche scritte su spartani lenzuoli bianchi, in cui campeggiano caldi incoraggiamenti: “Papa Francesco, coraggio” e un passionale sostegno: “Francesco, non  mollare”.

Gli assisani sono abituati ai papi – Benedetto XVI è stato qui due anni fa per il 25.mo anniversario dell’Incontro di preghiera per la pace voluto da Wojtyla e nel 2007 in visita pastorale -, per cui chiunque si incontra anche su via Patrono d’Italia (la strada centrale di Santa Maria degli Angeli) non teme di professare grande amore per tutti i pontefici recenti. Un cordiale settantenne, Enzo, è riluttante a fare preferenze sugli ultimi, tanto che sentenzia: «Ogni tempo ha il suo papa», ma poi si lascia andare ad un commento («… ma questo sta a rivoluzionare tutto»), espresso con un compiacimento da tifoso impenitente.

Che la visita rivesta un carattere di assoluta peculiarità si ricava anche dalla attenzione dei media. E non solo per gli oltre 1.100 giornalisti accreditati venuti da ogni latitudine, ma pure per le scelte editoriali di settimanali dediti alle chiacchiere su amori e infedeltà del mondo dello spettacolo, che invece hanno optato per una sola foto in copertina, quella del sempre sorridente papa Francesco. Anche i quotidiani più venduti localmente, La Nazione e il Corriere dell’Umbria, entrambi non proprio filo cattolici, regalano oggi un poster a colori dell’atteso ospite.

I commercianti hanno tirato a lucido le vetrine e posto in bella mostra tutta la mercanzia. Domani potrebbe essere una giornata speciale anche per la vendita di prodotti del comparto religioso. «Mi auguro che la venuta di questo papa produca uno scossone all’affarismo che pervade tanti, anche dentro le chiese», sbotta un cinquantenne dipendente della pubblica amministrazione che dice di chiamarsi Paolo Ultimo. Afferma di sentirsi proprio tra gli ultimi, come una pecorella smarrita, ed è per questo che gli piace un tale papa. «Mi aspetto che la sua visita sia portatrice di un rinnovata spinta verso la povertà, l’apertura, la collaborazione che qui, purtroppo, non vedo».

Consapevole delle esigenti parole che il papa pronuncerà nella città di Francesco, la Chiesa locale ha avviato un cammino di preparazione sin dal 23 maggio scorso, quando il vescovo, monsignor Domenico Sorrentino, ricevette la notizia della visita del Santo Padre. Così tutte le diocesi dell’Umbria hanno organizzato una serata di evangelizzazione, il 21 settembre, in otto piazze della regione come preparazione alla festa di San Francesco ed alla venuta del Papa.

«Le attese – ci confida Maria Grazia Bolletta, che abita alle spalle della Porziuncola – non sono relative al nostro territorio. Ci auguriamo piuttosto che domani il papa metta in luce ancora di più la centralità del messaggio francescano per tutta la Chiesa. Mi aspetto che possa darci quello slancio che smuove le coscienze, che ci fa reimpostare il nostro modo di vivere, non più basato sul profitto e l’indifferenza, ma sull’amore».

Le tragiche notizie giunte da Lampedusa, con il loro carico di morte, e le dure parole spese al riguardo da papa Francesco rendono ancora più carico di significati il clima di attesa di Assisi.

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