Il Vangelo secondo le donne

Una manager della Microsoft, una suora web, una comandante dell’esercito, la moglie dell’ex primo ministro britannico una madre: storie di chi si è messo in gioco per Dio e per l’uomo
Jocelyne Khoueiry e Cherie Blair

«Che cosa posso fare per avvicinare le tecnologie alle donne?», «Cosa posso fare per togliere queste ragazze dalla strada?»,«Cosa posso fare per avvicinare i giovani alla fede?», «Come posso fare per sconfiggere la mafia?».

Questo costante interrogativo “cosa posso fare” è diventato il tarlo di queste donne che al Regina apostolorum di Roma si sono incontrate venerdì scorso: sono loro il volto femminile della nuova evangelizzazione, come recitava il titolo del convegno che le vedeva protagoniste. Una giornata intera per capire come si declina il vangelo al femminile e come attraverso il loro lavoro, l’impegno, la loro sensibilità, la Parola di Dio si trasforma in  fondazioni, progetti, attività, movimenti che raccolgono ragazzi di strada e fedeli di tutte le religioni, ragazzini smarriti sul web e donne soldato libanesi.

 

Tra le relatrici ci sono i nomi noti: come quello di Cherie Blair, moglie dell’ex primo ministro britannico Tony Blair, che dalla sua esperienza di fede – cattolica in un Paese a maggioranza anglicano – ha dato vita alla Foundation for Women, che segue iniziative per le donne africane. C’è Maria Falcone che con la fondazione dedicata al fratello, il magistrato ucciso dalla mafia, viaggia in tutta Italia per educare i giovani alla legalità, anzitutto con la testimonianza. «Anche della mia fede – confessa – perché senza sarei stata disperata». Famosa, almeno in tutti i Paesi Bassi, è suor Elvira Maria de Witt, ex cantante lirica che attraverso un blog e un profilo su Facebook ha riavvicinato alla fede più di tremila adolescenti. E quanto le tecnologie possano essere un supporto alle donne lo ricorda anche Roberta Cocco, direttore marketing della Microsoft che con il progetto Futuro @l femminile ha sviluppato corsi, mostre, conferenze che colmino il baratro di conoscenza sulle applicazioni informatiche.

 

Poi ci sono le donne che “amano essere ignorate”, come Carla Giardini direttrice di una scuola dell’infanzia. «Nessun bambino forse mi ricorderà come sua maestra d’asilo, ma per me è stato importante renderlo protagonista della sua vita e non semplice spettatore». Questo è il suo metodo pedagogico in risposta all’emergenza educativa. Accanto a lei suor Maria Pia, Missionaria dei poveri che a Padova è stata per trent’anni a fianco dei più reietti e che ha tratto dalla strada centinaia di ragazze. «Io ho ascoltato un Vangelo che rende la chiesa più inclusiva, meno giudicante, aperta», ma l’ha fatto in contatto con la polizia «perché non dobbiamo mai sostituirci alle forze dell’ordine o alla società civile, anche se talvolta bisogna anticiparle».

 

La nuova evangelizzazione per la quale Benedetto XVI ha istituito un consiglio ad hoc su questi volti ha freschezza ed inventiva, ma anche fatica e dolore, capacità di inventarsi nuove vie per arrivare a quell’immagine di Dio deturpata dalla violenza, dall’indifferenza o dalla malattia. Così ha fatto Chiara Amirante, una giovane donna che non si è fatta intimorire dai frequentatori notturni della stazione Termini, ma ha ascoltato quel grido straziante di aiuto dando vita alla comunità Nuovi orizzonti. I membri consacrati che l’hanno seguita son ben 700, e per la maggior parte vengono proprio dalla strada.

 

Veder morire la sorella Maruzza per un tumore ha fatto scattare in Silvia Lefebvre d’Ovidio la volontà di investire nelle cure palliative «per quei malati non guaribili, ma ugualmente curabili, perché anche la morte è vita e deve essere la migliore vita possibile». Annuncia con soddisfazione che se l’Italia ammette anche per i bambini queste cure lo si deve alla sua fondazione. Jocelyne Khoueiry, fondatrice del movimento La Libanaise – Femme du 31, era una donna soldato che insieme ad altre sei ragazze non ha ceduto di una spanna per settimane sulla linea del fronte, in contrapposizione a centinaia di militari israeliani. Quella trincea diventa la culla della sua fede e della decisione di dare alle giovani combattenti una formazione spirituale. Il percorso evolverà poi nell’intessere rapporti di collaborazione e conoscenza tra Islam e Cristianesimo.

 

Infine ci sono i carismi, quei doni che Dio elargisce e che sono in grado di imprimere svolte radicali nella Chiesa e nella società, come è accaduto con Chiara Lubich. La figura della fondatrice del movimento dei Focolari, deceduta quattro anni fa, è stata presentata da Lucia Abignente, tra i coordinatori del Centro Chiara Lubich. «Con la sua esperienza, Chiara, ha contribuito alla riscoperta della radicalità dell’amore evangelico», e ha gettato ponti di dialogo con fedeli di altre religioni, ha nutrito progetti economici attenti ai poveri e alla condivisione, ha creato cittadelle di evangelizzazione modello per interi continenti, come ad esempio nel Camerun.

 

Anche Tiziana Alterio, la giornalista che ha accompagnato il dialogo tra le ospiti, ha fatto una scelta controcorrente: ha abbandonato la sua carriera in Rai e a Mediaset per dedicarsi al quotidiano online il mediterraneo.it, fonte di informazione su 26 paesi della fascia del nord Africa. «L’ho sentita come una vocazione, – racconta -: sì, uso questa espressione religiosa e la applico a me laica per spiegare cosa mi ha spinto in questo progetto dove è difficile trovare finanziamenti, assicurarsi garanzie, ma voglio dar voce ai tanti silenzi del Mediterraneo, quelli di giovani e donne in primis». Ed è quello che oggi anche questo appuntamento ha provato a fare, non solo per il Mediterraneo.

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