Il sole

Dopo l’Hitler di Moloch e il Lenin di Taurus (ancora inedito in Italia), Sokurov chiude la sua personalissima trilogia sui dittatori del Novecento con un film su Hirohito, l’imperatore che guidò il Giappone durante il secondo conflitto mondiale e fu costretto alla resa dagli americani. Il film racconta proprio i giorni della capitolazione, quando Hirohito rinunciò pubblicamente alla natura divina per secoli attribuita alla sua carica, creando le premesse per una resa incruenta che salvò la vita a migliaia di soldati giapponesi. Sokurov realizza un film difficile, impegnativo, quasi ostico, in cui immerge la storia in un’atmosfera liquida e pastosa. Ma quello che interessa al regista russo non è tanto la conclusione di questo percorso, quanto il percorso stesso, segnato dal lento e doloroso disgregarsi del mito e dal risorgere da quelle ceneri di un semplice uomo e con esso il nuovo Giappone. Sokurov, è chiaro, ammira Hirohito, e il film è anche un tributo a un campione della modernità che ha avuto il coraggio di fermare il corso di una storia millenaria e salvare il suo paese dalla catastrofe definitiva. Regia di Aleksandr Sokurov; con Issey Ogata, Robert Dawson, Kaori Momoi, Shiro Sano, Gregory Pitskhelauri. Cristiano Casagni

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