Il sogno si avvicina

Vincendo sulla Germania, la nazionale è riuscita in un'impresa quasi impossibile: merito di una squadra forte e compatta e del ct. Ora si torna in campo contro la Spagna: in questi Europei l'Italia è stata l'unica a riuscire a segnare contro le furie rosse
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La doppietta di un ragazzo di colore a una Nazionale simbolo dell’integrazione. Se vogliamo, Italia-Germania dell'era 2.0 è anche questa. O meglio: visto il risultato, Italia-Germania 2.1. La solita Italia-Germania, finita come tutte le altre giocate a questi livelli, ma senza dubbio la più inattesa. Perché, diciamoci la verità, tutto (o quasi) lasciava pensare che stavolta – per una volta – a gioire sarebbero stati loro: troppe le pesanti sconfitte del passato contro di noi, e troppe quattro semifinali in sei anni (due mondiali e due europee) senza mai vincere nulla. E poi, soprattutto, troppo alto (sulla carta) il divario tecnico e – ancor di più – fisico tra noi e loro.

Alla vigilia, si pensava infatti che la qualità dei tedeschi e la loro freschezza atletica (almeno in relazione alla nostra: due giorni in meno di riposo e i 120 minuti del match con l’Inghilterra sulle gambe) ci avrebbero fatti secchi. Sul campo, però, la musica si è rivelata completamente diversa. Perché, se la Germania è cambiata (non più una corazzata dal punto vista fisico, ma un insieme di giocatori dalle doti tecniche innate), anche l’Italia si è evoluta. Addio a difesa e contropiede, e spazio a una fitta ragnatela di passaggi in attesa del colpo risolutore. Merito degli straordinari interpreti azzurri, da Cassano a Balotelli passando per Pirlo, Marchisio e Montolivo (non ce ne vogliano tutti gli altri), ma soprattutto del ct Prandelli. Questa, infatti, è la sua Nazionale: l’ha pensata così, e non ha mai cambiato idea, nemmeno dopo la serie di sconfitte che ha preceduto gli Europei.

Il tecnico bresciano, raro esempio di educazione, coerenza, semplicità, ci ha riportato là dove non avremmo mai pensato. E là, alla finale europea, ci siamo arrivati prima di tutto col gioco, espresso anche quando il risultato non ci ha premiati. A questo punto, però, l’appetito vien mangiando: gli spagnoli – campioni di tutto – fanno sempre paura, ma l’Italia forse anche di più. Noi, unici ad essere riusciti a segnare alle Furie rosse in questi Europei, rispetto alla partita d’esordio visibilmente migliorati. Loro, invece… Il sogno è davvero vicino.

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