Il punto sulla serie A

La Juve torna a vincere, anche se favorito resta il Milan. Undici punti staccano l’Inter dalla vetta e la squadra sembra non aver più fame di vittorie
calcio

La Juve non ha ancora perso, il Cesena non ha ancora vinto. Gli estremi di questo campionato, giunto alla decima giornata (nove però le partite giocate: il primo turno è saltato per via dello sciopero dei calciatori), hanno tinte bianconere. Due sorprese di una Serie A che ha finalmente ritrovato la sua “vecchia signora”, capace di giocare, correre e vincere bene. Primo posto assolutamente meritato, frutto di una continuità di risultati e costruito anche (e soprattutto) grazie ai successi su Milan e Inter. Il merito va ad Antonio Conte, che ha trasmesso alla squadra la stessa determinazione che metteva in campo, quando con la maglia della Juve vinceva scudetti e coppe.

 

Senza impegni in Europa, Buffon e compagni possono giocarsela fino alla fine, anche se la grande favorita al titolo resta il Milan. Partiti malissimo, i rossoneri hanno rimesso le cose a posto, e approfittando di qualche battuta d’arresto di troppo nei piani alti della classifica si trovano ora a soli due punti dalla vetta. La rimonta di Lecce (da 0-3 a 4-3) pare abbia dato la scossa alla squadra, ancora imperfetta in difesa, ma assolutamente irresistibile in avanti.

 

Fra Juve e Milan, però, ci sono Udinese e Lazio, trascinate dalle reti di Di Natale e Klose e guidate da due tecnici (Guidolin e Reja) esperti, competenti e forse in passato un po’ sottovalutati. Benissimo anche il Catania di Montella, capace di battere Inter e Napoli e issatosi sino al quinto posto in classifica, lo stesso di un deludente Napoli, grande con le grandi e piccolo con le altre.

 

Distratti dalla Champions, gli azzurri rischiano di pagare le conseguenze di una scelta probabilmente sbagliata: passare il primo turno in Europa sarebbe già un ottimo risultato, mentre con più attenzione il campionato potrebbe anche diventare un obiettivo alla portata. Bilancio sin qui estremamente positivo, poi, per l’Atalanta di Colantuono (senza la penalizzazione, sarebbe quinta in classifica), per il Cagliari di Ficcadenti e per il Siena e il Palermo degli esordienti Sannino e Mangia.

 

Fra le note liete, come si è potuto notare, non c’è l’Inter. La cessione di Eto’o, gli acquisti non all’altezza, l’errore nella scelta dell’allenatore e tanto altro stanno alla base della crisi nerazzurra. Undici punti di distacco dalla vetta dopo sole nove gare fanno strabuzzare gli occhi: il “normalizzatore” Ranieri sta lavorando bene, ma è costretto anche a fare i conti con un gruppo che, forse, non ha più la fame del passato. In difficoltà anche Mihajlovic alla Fiorentina, fischiato dai tifosi nonostante la vittoria sul Genoa: in un ambiente tanto ostile, lui prova a resistere, ma per quanto?

Peggio di lui sta Marco Giampaolo, costretto a lasciare la panchina del Cesena dopo l’ennesima sconfitta stagionale (la sesta). Con soli tre punti in classifica, frutto di altrettanti pareggi, i romagnoli avevano bisogno di una scossa. Da trovare in fretta, perché la zona salvezza si sta allontanando sempre più.

 

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