Il pallone viaggia a Est

Per Polonia e Ucraina gli Europei di calcio 2012 saranno soprattutto una buona occasione per farsi conoscere meglio
Europei di calcio 2012

Era il 18 aprile del 2007 quando la “strana” coppia Polonia-Ucraina si aggiudicò l’organizzazione degli Europei di calcio edizione 2012. Due Paesi profondamente diversi: uno fortemente ancorato alla tradizione cattolica, l’altro prevalentemente ortodosso; uno appartenente all’Unione europea, l’altro che al momento ne è escluso. Due Paesi uniti per una candidatura che si è rivelata vincente, e che alla fine ha sconfitto sia la proposta italiana, data alla vigilia come la grande favorita, sia quella congiunta di Croazia e Ungheria.

 

L’impressione che però se ne ha oggi è che queste due nazioni, slogan ufficiale della manifestazione a parte – «Facciamo insieme la storia» –, abbiano organizzato due Europei distinti tra di loro. Distinzione su tutto, anche su chi dovrà essere il degno erede del famoso polpo Paul, il cefalopode che durante i Mondiali del 2010 fu in grado, diciamo così, di predire tutti i risultati in cui fu coinvolta la nazionale tedesca e l’esito della finale tra Olanda e Spagna. In Polonia sarà la volta di Citta, un’elefantessa ospite dello zoo di Cracovia che, scegliendo la mela giusta tra quelle a disposizione, si è guadagnata sul campo il ruolo di oracolo per questi Europei, dopo aver “preannunciato” la vittoria del Chelsea nella recente finale di Champions League. In Ucraina, invece, quest’arduo compito spetterà a un furetto, il piccolo Fred, le cui previsioni avverranno in base alla ciotola scelta di volta in volta per mangiare.

 

Trovate pubblicitarie di dubbio gusto a parte, sono passati oltre cinque anni dall’assegnazione dell’organizzazione di Euro 2012 e adesso ci siamo davvero. Poco prima del fischio d’inizio di Polonia-Grecia, partita inaugurale di questa manifestazione, una sobria cerimonia di apertura in programma nel National Stadium di Varsavia cercherà di porre l’accento proprio sul fatto che per la prima volta due Paesi dell’Europa centrorientale, come Polonia e Ucraina, ospiteranno un evento sportivo di questa importanza. Uno spettacolo che si annuncia come un mix fra tradizione e innovazione, con coreografie di massa composte sul campo da oltre 800 volontari provenienti da 63 diverse nazioni, accompagnate dallo struggente sottofondo della musica di Chopin, il grande compositore e pianista polacco.

 

In Polonia sembra quasi tutto pronto. Il Paese è tra quelli che negli ultimi anni hanno fatto registrare la maggiore crescita economica di tutta l’Unione europea, e questa manifestazione rappresenterà indubbiamente una ghiotta opportunità per dare nuovo stimolo al turismo. Le principali città polacche, anche a seguito dell’assegnazione di questi campionati, hanno proseguito in questi anni nella loro opera di modernizzazione iniziata dopo le ferite lasciate dalla Seconda guerra mondiale, anche se qua e là sono ancora visibili tracce dell’influenza sovietica. A parte le mete più conosciute, come Varsavia e Cracovia (dove non si giocherà ma che è stata scelta come sede del ritiro da diverse nazionali, tra cui quella italiana), altre località avranno l’occasione di mostrarsi al mondo.

 

Prima tra tutte Danzica (Gdansk), il centro che si affaccia sul Mar Baltico e che ha dato i natali a Solidarność, il movimento politico guidato da Lech Walesa che tanta parte ha avuto nel porre fine al regime comunista polacco. Famosa per la lavorazione dell’ambra, Danzica possiede un notevole patrimonio storico e culturale che merita di essere scoperto, magari visitando la città proprio in occasione dell’esordio degli azzurri che qui giocheranno la partita contro la Spagna, domenica 10 giugno nel nuovissimo impianto inaugurato lo scorso anno. Vi sono poi Poznan, dove la nostra nazionale giocherà i match contro Croazia e Irlanda, uno dei più importanti centri economici del Paese e rilevante punto di transito sulla strada che unisce Berlino a Varsavia e Breslavia (Wroclaw), soprannominata “la città dei 100 ponti”, ricca di opere d’arte e già designata capitale europea della cultura per il 2016.

 

In Ucraina la situazione è assai diversa. Intorno a questo Paese si avverte un clima di forte tensione, un po’ per le accuse legate allo sterminio di migliaia di animali randagi avvenuto in vista della preparazione di questi Europei, ma soprattutto per le polemiche legate al caso Tymoshenko. La leader dell’opposizione e della cosiddetta “rivoluzione arancione” (il movimento di protesta sorto in Ucraina dopo le elezioni presidenziali del 2004), è stata condannata a sette anni di carcere per “abuso d’ufficio” dopo un processo ritenuto dagli osservatori internazionali troppo politico. Così, negli ultimi mesi, esponenti politici di diversi Paesi hanno invitato a disertare gli stadi ucraini e, anche se alla fine molti chiuderanno un occhio, resta il fatto che il governo locale, per timore di possibili manifestazioni di protesta, ha deciso di mobilitare per questo evento ben 22 mila poliziotti.

 

Al centro delle preoccupazioni c’è ovviamente la capitale, Kiev, per le cui strade gireranno notte e giorno 2.500 agenti, che saliranno a 7 mila nei giorni delle partite (5 in tutto, finale compresa). Probabilmente nelle altre tre città ucraine scelte come sedi di gara di questi Europei si respirerà invece un clima migliore. Leopoli, collocata su un altopiano, può essere una vera rivelazione per i turisti che si spingeranno sin lì. Nel suo centro storico, inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco, sono state girate alcune scene del film “Schindler’s List”, e la sovrabbondanza di stili architettonici che si possono ammirare girando per la città la rende particolarmente suggestiva. Donetsk e Charkiv, invece, sono due località vicine alla Russia, la prima legata all’industria mineraria e in rapida crescita economica (tra i suoi “investimenti” più conosciuti c’è proprio il modernissimo stadio), mentre la seconda è un importante polo industriale.

 

Se per la Polonia questi Europei di calcio rappresentano quindi l’occasione giusta per dare ulteriore impulso all’espansione in atto già da qualche tempo, per l’Ucraina la principale sfida sarà invece quella di vincere i pregiudizi e dare un’immagine di sé più positiva. Due Paesi profondamente diversi, che cercano entrambi di migliorare grazie anche allo sport.

 

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