Il fattore umano nel terremoto

Quasi da non credere: questa volta l’opinione pubblica e i media sono unanimi, o quasi, nel sottolineare sentimenti e azioni “positive” accadute nella tragedia del sisma tra Lazio e Marche
Amatrice © Michele Zanzucchi 2007

Anche i giornali solitamente più polemici, salvo un paio di incresciose eccezioni, hanno aperto stamani con reportage dai luoghi del terremoto sotto il segno della solidarietà, della bravura dei soccorritori, dell’efficienza della macchina dei soccorsi, raccontando soprattutto storie tragiche e belle: i due coniugi trovati abbracciati sotto le macerie, la bimba salvata dopo 36 ore, il badante colombiano che ha salvato un sacco di gente, l’iniziativa di mangiare pasta all’amatriciana e di dare due euro per i terremotati, la generosità di chi, sopravvissuto, ha aiutato immediatamente i vicini, le struggenti storie dei genitori che hanno raccolto le spoglie dei figli uccisi dal sisma, le donne musulmane col velo che prestano aiuto nelle tendopoli, il vescovo che visita i luoghi in scarpe da ginnastica e che abbraccia tutti, la delicatezza nel parlare dei morti…

 

Il fattore umano questa volta ha avuto la meglio sul fattore politico, o scandalistico. Sarà che i politici sono in vacanza, sarà che il governo non ha ripetuto l’errore de L’Aquila di pretendere di risolvere tutto in pochi giorni, sarà che siamo in agosto e i giornali sono alla caccia di cronaca, sarà che gli opinionisti più polemici sono anch’essi in vacanza, sarà che la localizzazione non urbana del sisma ha evitato ingorghi indistricabili, sarà che c’è papa Francesco che invece di fare un discorso si mette a recitare il rosario…

 

Sia quel che sia, fatto sta che in queste ore post-terremoto prevale indiscutibilmente il tono della misericordia, della solidarietà, della “patria soddisfazione” per tanta gente che si danna pur di alleviare le sopravvivenze di chi è scampato alla tragedia. E, a parte qualche scivolone mediatico determinato piuttosto dall’ignoranza di giovani reporter e dalla fretta della diretta che risulta talvolta spaventosamente banale, c’è da essere soddisfatti.

 

Persino le necessarie analisi sui ritardi e le colpevoli negligenze nella “messa in sicurezza” antisismica di abitati a gravissimo rischio sismico appaiono pacate, quasi ovvie. E che dire dei media stranieri? Una gran corsa alla solidarietà e un forte applauso per i soccorsi, già 48 ore dopo il sisma quasi tutti i morti sono stati recuperati e un numero simile di persone è stato estratto vivo dalle macerie.

 

Il terremoto ci fa più buoni, come mai? Ognuno di noi si può dare la sua risposta.

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