Il difficile compito di chi predica (Evangelii Gaudium *135-144)

Le indicazioni del papa ai sacerdoti: predicare come una madre che parla al figlio, senza fare conferenze, in modo che il Signore brilli più del ministro
Per una Chiesa povera

*135-144 – Il compito difficile di chi predica

Papa Francesco dedica ampio spazio all’omelia rispondendo al grande interesse e attenzione che questo aspetto dell’azione liturgica aveva suscitato nei lavori del Sinodo. Il papa afferma: «sappiamo che i fedeli le danno molta importanza; ed essi, come gli stessi ministri ordinati, molte volte soffrono, gli uni ad ascoltare e gli altri a predicare. È triste che sia così». E aggiunge: «L’omelia è la pietra di paragone per valutare la vicinanza e la capacità di incontro di un pastore con il suo popolo».

Da questo si evince che non debba tramutarsi in una conferenza. «Ciò richiede che la parola del predicatore non occupi uno spazio eccessivo, in modo che il Signore brilli più del ministro»: «L’omelia è un riprendere quel dialogo che è già aperto tra il Signore e il suo popolo».

Tipico è lo stile di papa Francesco quando dice: «La Chiesa è madre e predica al popolo come una madre che parla a suo figlio, sapendo che il figlio ha fiducia che tutto quanto gli viene insegnato sarà per il suo bene (…) trasmette coraggio, respiro, forza impulso».

E aggiunge nel paragrafo 141: «Il Signore si compiace veramente nel dialogare con il suo popolo e il predicatore deve far percepire questo piacere del Signore alla sua gente». E tutto ciò è possibile anche per il modo di fare del predicatore, per il calore del tono di voce, per la mansuetudine dello stile e la gioia dei suoi gesti. Espressioni che rispondono a  quella gioia che è l’anima di tutto il documento (è nominata ben 59 volte attraverso tutto il testo!); infatti è lo stesso Vangelo che «invita con insistenza alla gioia» (5).

«Un dialogo è molto di più che la comunicazione di una verità. (…). Nell’omelia, la verità si accompagna alla bellezza e al bene. (…) Parlare con il cuore implica mantenerlo non solo ardente, ma illuminato dall’integrità della Rivelazione e dal cammino che la Parola di Dio ha percorso nel cuore della Chiesa e del nostro popolo fedele lungo il corso della storia».

La fecondità della predicazione si misura non solo da quante conoscenze, ma da quanta vita del Vangelo fa crescere in coloro che ascoltano e nel ministro che parla.

Emilio Rocchi
sacerdote della diocesi di Fermo

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