Il cancro, le cure degli antichi

Nelle società industrializzate, è la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari. Ma quanto è nuova questa malattia?
Mummia

Nelle società industrializzate, il cancro è la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari. Ma quanto è nuova questa malattia? E come veniva curata anticamente? Studiare la storia di questa patologia permette di migliorare la nostra comprensione della genesi, del trattamento e della prevenzione della malattia. Qualche curiosità.

 

Da studi effettuati su migliaia di fossili in tutta Europa, è emerso un solo reperto in Germania, lo Stetten II, datato 35 mila anni, con una lesione che potrebbe essere collegata a una neoplasia, forse un meningioma. Incertezze si hanno poi su un femore di Homo erectus, scoperto a Giava, in Indonesia, nei primi del Novecento, le cui lesioni sono attribuite a un tumore benigno.

La paleopatologia, scienza che studia le malattie sui resti umani del passato, a fronte delle poche informazioni raccolte, ha ottenuto sino ad ora le informazioni più preziose da due importanti società del passato: gli egizi e i greci.

 

L’Egitto, con il suo ricco patrimonio di resti umani e oggetti antichi, rappresenta un’occasione unica per studiare il cancro in una società antica attraverso lo studio diretto delle mummie, mentre dall’antica Grecia provengono fonti letterarie che descrivono e definiscono sintomi e metodi di trattamento. Un esempio è il Corpus (410-360 a.C.) di Ippocrate, padre della medicina, in cui la causa dei tumori era attribuita persino all’eccesso di bile nera. Nonostante la bassa incidenza del tumore, dal passato emerge un’ampia bibliografia rivolta alla risoluzione del male. Anche alcuni papiri egiziani, già nel 1825 a.C., descrivono diversi metodi per la cura dei tumori: dall’escissione con un coltello, alle fumigazioni, alla cauterizzazione (bruciature), ad applicazioni topiche di paste e, infine, a incantesimi.

 

A fronte dei molti studi, sembra che nel passato la frequenza di tumori fosse estremamente bassa. Le spiegazioni sono molteplici: dalla breve aspettativa di vita, compresa tra i 30 e i 50 anni, all’assenza di inquinanti derivati dall’industrializzazione e dal tabacco comparsi nell’era moderna.

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