I frutti del Concilio

Con questo articolo del 1962 della rivista Città Nuova inauguriamo una rubrica settimanale, che vi proporrà pezzi del passato e nuovi contributi sul Concilio Vaticano II e i suoi sviluppi
Una celebrazione del Concilio nel 1963

Il Concilio Ecumenico Vaticano II è iniziato da pochi giorni, da poche ore, eppure già se ne vedono dei meravigliosi frutti.
Non è solo la presenza degli eccellentissimi vescovi di tutto il mondo che hanno invaso Roma e che la rendono ancora più sacra, ancora più santa. Vorremmo che tutti i nostri amici che leggono Città Nuova fossero qui con noi, nella città eterna, per vedere, per costatare quanto è vero che lo Spirito Santo sta già operando.
Persone le più lontane dalla vita, dalla pratica cristiana non fanno che parlare del Concilio, del suo significato, della sua enorme portata.

Così ci auguriamo che sia in ogni città, in ogni villaggio del mondo. Ma non è solamente questo.
Frutto enorme del Concilio già si può considerare la venuta degli eccellentissimi vescovi dalla Cecoslovacchia, dall’Ungheria, dalla Germania orientale, dalla Jugoslavia, dalla Polonia. La cortina di ferro che era stata innalzata dall’odio dopo circa venti anni si è improvvisamente aperta dinnanzi al soffio vivificante dello Spirito, dinnanzi all’appello del papa che invitava i presuli a Roma. Sono avvenimenti storici questi che nel ritmo incalzante possono passare inosservati.

È la vittoria pacifica di Cristo. Certamente non si può con questo considerare risolto il problema dell’oltrecortina e dei nostri fratelli perseguitati, ma è già un primo passo, un grande passo. Ci auguriamo che questa porta che si è spalancata per la paternità universale del papa non si chiuda più, divenga anzi una breccia aperta ove il soffio dell’amore cristiano possa penetrare per riportare la vita piena nella Chiesa.

E un altro frutto non meno grande è la presenza degli osservatori protestanti: i nostri fratelli separati, ma pure veri fratelli.
Anche questo avvenimento che ormai era dato come scontato è di una portata storica eccezionale ed è anche esso un altro dei frutti del Concilio. Pure in questo caso non bisogna illudersi che tutto sia fatto o che ci sia poco da fare; anche qui è un passo, seppur un grande passo, verso l’unità. Se prima ancora che incominci i suoi più seri lavori il Vaticano II ha portato questi risultati, dobbiamo sperare, dobbiamo credere che altri frutti meravigliosi verranno: che ci prepariamo – come ha detto il papa più volte – ad una primavera della cristianità, ad una nuova Pentecoste.

Dobbiamo crederlo perché i segni premonitori ci sono, lo Spirito di Cristo vuole trionfare in tutta la Chiesa, in tutto il mondo. Sta a ciascuno di noi, membri del corpo di Cristo, lontani o vicini dall’aula conciliare, non chiudere le porte, non erigere cortine, per fare trionfare Gesù.

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