I fondamenti della pace

Un accorato appello alla pacificazione del Medio oriente ha concluso il viaggio del papa a Cipro
Papa a Cipro
«Superare le nostre differenze». «Portare pace e riconciliazione dove ci sono i conflitti». «Dividere i beni con i meno fortunati». Nel luogo natio dell’apostolo Barnaba, l’isola di Cipro, il papa  conclude la sua omelia di domenica 6 giugno nel Palazzo dello sport Elefteria di Nicosia, pescando dal patrimonio della testimonianza dei primi apostoli che «erano un cuor solo e un’anima sola». Come l’eucarestia che ci trasforma da un «io» ad un «noi», così il compito dei cristiani è essere una cosa sola per «abbattere le barriere tra noi e i nostri vicini». «Abbiamo bisogno – scandisce il papa – di essere liberati da tutto quello che ci blocca e ci isola: timore e sfiducia gli uni verso gli altri, avidità ed egoismo, mancanza di volontà di accettare il rischio della vulnerabilità alla quale ci esponiamo quando ci apriamo all’amore».

 

Nel corso della celebrazione il papa ha anche consegnato l’Instrumentum Laboris, il documento di lavoro che costituisce il testo base per i  lavori del prossimo Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, in ottobre a Roma. L’assemblea dei vescovi sarà un’occasione per esaminare la situazione delle Chiese d’Oriente, approfondire la comunione tra le Chiese locali e con la Chiesa universale e per valorizzare la presenza e il lavoro svolto dai cristiani nel campo del bene comune, l’educazione, la cura dei malati, l’assistenza sociale per la costruzione della società. «Voi meritate – ha rimarcato il papa – la riconoscenza per il ruolo inestimabile che rivestite. È mia ferma speranza che i vostri diritti siano sempre più rispettati, compreso il diritto alla libertà di culto e la libertà religiosa, e che non soffriate giammai di discriminazioni di alcun tipo».Ed ha concluso con l’auspicio che si possano trovare soluzioni «giuste e durature» ai conflitti che causano così tante sofferenze in Terra Santa.

 

Il suo è un appello accorato e personale per un più efficace impegno internazionale, urgente e concertato «al fine di risolvere le tensioni che continuano nel Medio Oriente, specie in Terra Santa, prima che tali conflitti conducano a uno spargimento maggiore di sangue». È un appello forte, sofferto, conscio delle difficoltà odierne e della possibile escalation del conflitto che porterebbe solo ad altre sofferenze e distruzioni perché la pace fragile costruita sulla violenza genera solo altre guerre e assenza di soluzione durature.

 

Nella cerimonia di congedo all’aeroporto di Larnaca prima di rientrare a Roma, il papa ha ricordato la bellezza dell’area del Mediterraneo, crogiolo di popoli, culture, religioni e, al tempo stesso, luogo di conflitti e spargimenti di sangue. «Cipro – ha ricordato il papa – può giocare un ruolo particolare nel promuovere il dialogo e la cooperazione per comprendere tutti gli aspetti di molte complesse questioni, ed aiutare i popoli a giungere ad una maggiore comprensione gli uni degli altri». E riferendosi alle tristi divisioni interne a Cipro, constatate di persona durante la sua visita, come il desiderio dei ciprioti del Nord di tornare nelle loro case e nei loro luoghi di culto distrutte dai turchi nella parte dell’isola da loro occupata, il papa ha concluso come «verità e riconciliazione, insieme al mutuo rispetto, sono il fondamento più solido per un futuro in unità e pace per quest’isola e per la stabilità e prosperità di tutti i suoi abitanti».

 

 

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