Grecia. La questione morale minaccia il governo Tsipras

La mancata promessa di una reale svolta nel settore delle concessioni televisive ai privati, e delle tasse per gli armatori, sta minando il consenso del premier basato sulla lotta alla corruzione e alle lobby
Tsipras Ansa

Meno di un mese fa si è svolta l’asta per le frequenze televisive private che ha provocato molti dibattiti e feroci critiche, non tanto per la sua necessita quanto per la sua procedura.

Si tratta di una faccenda destinata a diventare, per varie ragioni, un vero incubo per il governo Tsipras. In prima battuta per una questione di costituzionalità perché la procedura e stata attuata dal Ministero dell’ Informazione e non dall’ Autorità Indipendente per la televisione e la radio come prevede la Costituzione greca.

 

Il secondo motivo di dissenso riguarda il fatto che sono state assegnate solo quattro licenze sulle otto esistenti, aprendo con ciò il discorso sulla creazione di un oligopolio nel settore mediatico. Il terzo aspetto problematico concerne la partecipazione all’ asta di certi soggetti della vita economica greca noti per la loro non specchiata onestà e integrità.

 

Il problema è esploso nelle mani di Tsipras visto che uno di questi imprenditori chiacchierati, Ioannis Kalogritsas,  alla fine non ha avuto i soldi per pagare l’importo richiesto alla data fissata dall’asta, pur essendo il proprietario di una potente compagnia di costruzioni con molti legami al governo.

 

Il Ministero delle Finanze ha, così, messo sotto attenta osservazione  l’intero impero economico di Kalogritas perché  sono emersi molti prestiti concessi da Attica Bank senza l’assistenza di reali garanzie. Tra l’altro vige il divieto per i grandi costruttori, titolari degli appalti per i lavori pubblici, di avere in concessione anche le reti televisive.

La Corte suprema amministrativa sta valutando, così, il possibile annullamento dell’asta. Come se non bastasse, sembra che almeno due altri imprenditori vincitori delle aste televisive abbiano problemi con la giustizia.

 

In seguito a tali avvenimenti il governo sta perdendo il patrimonio di fiducia che era alla base del crescente consenso politico ottenuto. Tsipras ha infatti promosso le campagne elettorali puntando sulla lotta contro la corruzione e ogni favoritismo, proprio a partire dalla gestione delle tv.

 

A questa delusione per i suoi elettori, si aggiunge il fatto che il premier Tsipras aveva promesso di imporre maggiori tasse per i potenti armatori greci, ma ciò non è accaduto. Allo stesso modo non si è realizzata neanche la promessa di vietare ad amici e parenti dei politici di avere un canale privilegiato per i posti di lavoro migliori o di gestire lavori pubblici. 

A questo punto i greci stanno cominciando a chiedersi se si tratta di semplice inesperienza e ingenuità o, amaramente, della ripetizione del solito scenario di corruzione che non permette di distinguere tra partiti e ideologie.

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