Grazie Tettamanzi

Nel giorno del Ramadan un cartello della comunità islamica ringrazia il cardinale, ma sulla necessità di una moschea a Milano si continua a discutere
Milano Ramadan

Milano venerdì mattina 10 settembre Teatro Ciack, un migliaio di uomini musulmani festeggiano la fine del Ramadan. C’è clima di festa per la fine del digiuno, si prega ma più grande è il desiderio di festa che si esprime anche con un cartello grande scritto con un pennarello a punta larga in cui si legge: «Grazie al cardinale di Milano».

 

Tettamanzi ha voluto essere nuovamente presente tra gli islamici con un messaggio in occasione della fine del Ramadan. Come mercoledì, all’apertura del nuovo anno pastorale, aveva ribadito la necessità di luoghi di culto per i musulmani, anche oggi questo messaggio ha il sapore di una vicinanza per questi fedeli privi di un loro luogo adatto alla pratica religiosa.

 

«Noi siamo qui, la moschea si farà, magari fra qualche anno», ha detto il presidente del centro culturale islamico di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari. «Noi possiamo pregare ovunque, ma è assurdo che in una città come Milano non ci sia un simbolo sotto cui poterci radunare», ha aggiunto Shaari. Ma la festa degli islamici è ancor più grande perché proprio riguardo al tema caro a Tettamanzi circa la costruzione di luoghi di culto per gli islamici,gli viene in sostegno il vescovo di Frosinone Ambrogio Spreafico, presidente della commissione Cei per l’evangelizzazione dei popoli e il dialogo fra le Chiese affermando: «Mi pare che il cardinale Tettamanzi abbia già detto l’essenziale, esprimendosi a favore della costruzione. Non vedo perché in una grande città come Milano non ci possa essere una moschea, non vedo in questo un affronto al radicamento delle radici cristiane o alla nostra fede. Poi pragmaticamente, ma anche con tranquillità, si può discutere il dove e il come». «È un problema – ha detto ancora il vescovo – che va affrontato senza conflitto e pragmatismo, il problema di quest’epoca è che tutto diventa motivo di contrapposizione è diventato impossibile ragionare. Ci vuole più cultura, volontà di dialogo e di costruire il bene comune».

 

A questo punto si fa presente la politica. Il vicesindaco De Corato, cita, dati alla mano che quest’anno solo un migliaio di persone hanno partecipato alla preghiera del Ramadan , mentre lo scorso anno furono 2.500. De Corato afferma che  aggiungendo qualche migliaio che hanno raggiunto altre strutture del territorio, non si supera il 3%, su 100 mila musulmani presenti in città, che è la media dei fedeli durante i venerdì di preghiera,  giorno di festa. Mentre negli altri giorni della settimana i numeri scendono a poche centinaia. «Alla luce anche di queste cifre in discesa e di quanto affermato dal cardinale Tettamanzi, la moschea con tanto di minareto si dimostra inutile e non è pertanto una priorità», ha continuato De Corato. « A Milano i luoghi di culto sono pertanto sufficienti e vengono utilizzati, come dimostra il Ramadan». E la Lega precisa: : «Finché a Milano ci sarà la Lega – aggiunge – non solo non permetteremo di innalzare alcun minareto, ma non accetteremo neanche di sederci a un tavolo con chi è sempre stato colluso con il fondamentalismo islamico».

 

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