Grande regione nel Nord Italia, il progetto di Maroni

Nel discorso di insediamento il presidente ha illustrato i suoi obiettivi: il varo della Regione Alpina e del "lombard", la moneta locale. Tra le priorità anche maggiori fondi da investire sul posto da prelevare dai tributi locali e la riorganizzazione della sanità
Consiglio regionale della Lombardia con Maroni

La Regione Alpina, il “lombard”, la moneta locale, le tasse e la sanità. È questo il progetto del nuovo governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni, per il futuro prossimo. Nel suo discorso di insediamento in Regione è stato molto esplicito. Tra i progetti torna alla ribalta il grande sogno: la macroregione del Nord. Ovvero l’accorpamento in una unica entità di Piemonte, Lombardia, Veneto e perché no, l’Emilia Romagna.

«A chi critica la macroregione dicendo che spacca l'Italia e la divide, rispondiamo che noi siamo l'anticipazione della nuova Europa. L'iniziativa europea della Regione Alpina, ad esempio, è già partita, con la firma lo scorso giugno, da parte dei governatori interessati in Svizzera».

All'interno del modello europeo, dunque – ha aggiunto il Governatore  -, «le nostre Regioni vogliono essere un motore di accelerazione, per sveltire un processo la cui direzione è ben chiara. E la Lega, anche in questo, è l'unico partito a porsi in avanti rispetto agli altri, perché ha capito dove sta evolvendo l'Europa».

Poi il secondo progetto sarà «lo studio di fattibilità di un sistema di moneta complementare, anche tramite il coinvolgimento dei principali stakeholders, ovvero banche associazioni istituzioni e Camere di commercio». In poche parole va avanti il progetto leghista, avviato nella passata legislatura, riguardo l'introduzione del cosiddetto «lombard», moneta complementare, che può essere utile «in periodi congiunturali caratterizzati dalla restrizione del credito, come l'attuale», perché lo «sviluppo di nuovi strumenti di pagamento può agevolare lo scambio di beni e servizi».

Sulle tasse Maroni spiega: «Chiederemo allo Stato che vengano riconosciute maggiori competenze alle Regioni, alle quali dovranno corrispondere maggiori risorse provenienti da tributi ed entrate regionali e dalla partecipazione diretta della Regione al gettito di tributi erariali riferibili al proprio territorio, in misura non inferiore al 75 per cento delle entrate tributarie complessive».

Riguardo alla sanità ha specificato che «il programma di legislatura prevede fra l'altro di riorganizzare numero e funzioni di Asl e aziende ospedaliere». Vedremo se le prossime nomine rispetteranno queste intenzioni. «Ecco la rivoluzione che voglio fare io, quella della concretezza: trasformare le idee che ho illustrato in azioni incisive, efficaci e durature, nell'interesse esclusivo dei nostri cittadini».

Intanto la conferenza dei capigruppo ha rinviato di un mese il taglio di stipendi e rimborsi. Anche se è certo che gli stipendi verranno aggiustati al ribasso per tutti.  Maroni non potrà  prendere più di 13mila 800 euro lordi mensili (7mila 400 netti) tutto compreso; stesso discorso per i consiglieri, che però si fermeranno a 11mila 100 euro lordi (6mila 200 netti).

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