Gli islandesi aprono le case ai siriani

La petizione in Rete. La disponibilità di 12.600 famiglie. «I rifugiati sono i nostri prossimi sposi, o i batteristi della band dei nostri figli, i nostri colleghi o miss Islanda 2022, l’idraulico che ci sistemerà il bagno o il pompiere».
Migranti in mare

Agli abitanti della piccola isola posta ai confini dell’artico, nell’estremo nord dell’Europa, la quota di 50 migranti prevista dal piano di suddivisione degli arrivi è sembrata decisamente troppo bassa. È scattata allora una petizione in Rete, con la richiesta al Ministro degli affari sociali di fare qualcosa.

Ben 12.600 famiglie hanno risposto all’appello offrendo le loro case perché, come afferma la petizione «i rifugiati sono risorse umane, esperienza e capacità. I rifugiati sono i nostri prossimi sposi, migliori amici, anime gemelle, o i batteristi della band dei nostri figli, i nostri colleghi o miss Islanda 2022, l’idraulico che ci sistemerà il bagno o il pompiere».

Alcuni, con molta concretezza, hanno offerto anche i biglietti aerei. Insomma un intero Paese si è mosso. Fino a che il governo ha detto «sì», e si è impegnato a «percorrere ogni strada per accogliere più rifugiati». L’Europa piano piano sta cambiando atteggiamento.

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