Germano, maestro gabbiano

Cera una volta, e c’è ancora, un gabbiano di nome Germano. Germano è un tipo speciale: è un maestro gabbiano e quindi è molto considerato nella sua comunità. Ma ora vi racconto cosa è accaduto. Quel primo giorno di scuola era proprio una giornata particolarissima per due motivi: primo, Germano festeggiava il suo decimo anno dell’incarico; secondo: la giornata si preannunciava un po’ burrascosa e non sarebbe stata una lezione facile quella da tenere con i piccoli gabbiani! Quando furono tutti in fila, Germano li guardò: erano tutti ansiosi di incominciare le lezioni di volo speciale. Alcuni erano spaventati e cercavano di nascondere il loro tremore.Volare e volare bene, con intelligenza e buon senso, non era facile, anche se l’istinto li avrebbe aiutati. Il vento era ancora di modesta entità, ma guardando le nuvole nere che si avvicinavano minacciose, Germano avvisò: Cari miei, questa prima lezione non sarà facile; dovrete avere coraggio e saggezza per affrontare la prima burrasca della vostra vita!. Il bulletto in prima fila osservò: Io sono pronto, non ho certo paura!. Mi fa piacere sapere che sei coraggioso, ma poi vedremo se saprai anche applicare la tua dote con astuzia e competenza!. Il bulletto aprì le ali e scrollò infastidito il capino in risposta all’osservazione di Germano, che nel linguaggio degli uccelli vuol dire: cosa credi, che io non sappia il fatto mio? Tutti guardarono immobili Germano: cosa avrebbe fatto il grande maestro a quell’insolente? Ma Germano sapeva di dover aspettare, che la lezione sarebbe arrivata, col tempo! Quand’ecco un nuovo arrivo: un piccolo gabbiano si stava avvicinando al gruppo, saltellando malamente. Il bulletto l’accolse con un sogghigno: Che ci fa Senza-zampa a scuola?. Zitto tu! replicò un gabbianello grigio infastidito. Certo, tutti sono a scuola per imparare e la prima lezione sarà proprio accettare tutti, ciascuno con le proprie differenze! confermò Germano, il mae- stro gabbiano, mentre il cielo si oscurava in fretta e il nuovo venuto, rivolgendosi con simpatia al gruppo disse: Buongiorno maestro, salve ragazzi, scusate il ritardo…. Ricorda, piccolo gabbiano, arriva sempre puntuale ai tuoi appuntamenti con la vita, sii preciso e attento e la vita stessa ti premierà per la tua costanza e ti insegnerà i suoi segreti! aggiunse Germano. I gabbianelli nascosero in segno di soddisfazione la testa sotto l’ala sinistra. Solo il bulletto di turno sbruffò un poco, senza farsi troppo notare: il gruppo non lo degnava di uno sguardo, peccato! Il mare intanto si faceva minaccioso e i cavalloni s’infrangevano sulla spiaggia sabbiosa creando gorghi impetuosi sull’arenile. Tra breve si sarebbero scatenate anche le nubi con il loro carico di pioggia. Qualche gabbiano adulto volava basso, lanciando striduli gridi di avvertimento, mentre il vento cominciava a far vibrare tutto lì attorno; i piccoli della scuola del maestro Germano rabbrividirono un poco, arruffando le piume, mentre lo ascoltavano: Seconda lezione: come trovare riparo prima che si scateni la tempesta! Guardate e fate lo stesso…. Tutti partirono con lui, ma non era facile volare controvento. Germano si accorse che il più piccolo aveva qualche difficoltà: pigolava e indietreggiava mentre il piccolo stormo stava facendosi largo nella furia. Germano pensò che aveva visto burrasche peggiori, ma per i piccoli era una bella prova! Germano diede qualche consiglio al gruppo e poi si voltò verso il piccolo impaurito; ma prima di affiancarsi a lui, si accorse che Senzazampa aveva già avviato la strategia di salvataggio. Con maestria si era messo davanti a lui, seguendo gli sbandamenti del compagno; lo affiancava correggendo la rotta di volo controvento e incitandolo a resistere e a padroneggiare la paura: Non aver paura, stai dietro a me che sono più grosso e seguimi, apri le ali più che puoi… tendile verso il mare aperto e poi sottovento! . E il piccolo, con un sussulto, lo seguì con fiducia. Germano sbirciò l’ultimo arrivato con sospettosa sorpresa; poi diede un’occhiata al gruppo che stava seguendo con tenacia i suoi insegnamenti. Solo il bulletto arrancava controvento, a casaccio, esibendosi in qualche maldestra operazione di volo e intralciando spesso gli altri, che gli volavano accanto. A Germano sembrava di rivedersi da piccolo, quando gli pareva di saper davvero far tutto, senza l’aiuto di nessuno: quanto tempo era passato e quanto aveva dovuto imparare, prima di diventare un maestro gabbiano! Si affiancò al bulletto e lo incitò: Forza, tu devi essere padrone del vento, non lasciare che ti conduca dove vuole lui! Sei tu il padrone del volo, della tua vita…Tira fuori il meglio di te! Se voli con l’attenzione agli altri compagni, meriterai la loro stima e sarai felice, ricordalo!. L’altro lo guardò con gratitudine e un guizzo di simpatia lo percorse; poi tutti trovarono riparo sotto il pontile. Si avvicinarono a Senza-zampa e gli tributarono gli onori di volo.Allora il bulletto gli si avvicinò, inarcando il corto collo: Sei abile e coraggioso, scusami per averti accolto male!. Germano guardò verso il mare aperto. La burrasca infuriava ora più che mai, ma i suoi allievi erano al sicuro e per di più avevano imparato una gran quantità di nozioni. Si sentiva ancora più maestro, maestro di vita.

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