Genova, al via i lavori per evitare nuovi allagamenti

Ci vorranno tre anni per costruire lo scolmatore del rio Fereggiano, che dovrebbe contribuire alla messa in sicurezza del territorio. La denuncia di Italia nostra: Per evitare rischi per la popolazione bisogna realizzare anche quelllo del torrente Bisagno
Genova
Il Comune di Genova ha consegnato all'impresa i lavori per realizzare lo scolmatore del rio Fereggiano, un'opera da 45 milioni di euro, di cui 25 stanziati dallo Stato, 15 dal Comune e 5 dalla Regione Liguria. Il cantiere durerà 3 anni e un mese, impiegherà 100-150 lavoratori. La nuova galleria lunga 3.700 metri, di cui 900 già realizzati, avrà una portata di 160 metri cubi d'acqua al secondo. È questo quanto annunciato nel corso di una affollata conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo Tursi, dal sindaco  Doria e dall'assessore ai Lavori pubblici Crivello, insieme al presidente del Municipio Bassa Valbisagno, Massimo Ferrante, e ad un rappresentante dell'impresa che realizzerà i lavori.

È una bella notizia anche se ancora qualcuno torce il naso. Siamo prossimi alle elezioni regionali e parlare di questo intervento atteso da decenni porta acqua al proprio partito. Si spera di no, ma che l’acqua la porterà sì, ma stavolta finalmente in mare, senza che prima di arrivarci travolga in superficie ogni cosa che trova, come ha fatto per anni.

Ci vorranno tre anni e un mese da oggi per il completamento dello scolmatore del Fereggiano. “Bisagno mai più”, contiene la storia delle alluvioni in  un dossier di oltre 30 pagine realizzato da Italia Nostra nell’autunno scorso per mettere nero su bianco gli interventi necessari nei prossimi anni “per frenare l’impatto devastante delle alluvioni provocate in una larga parte dal torrente”.

Dal 1970 all’ultima, quella del 9 ottobre scorso, il Bisagno è straripato più volte in seguito a violente precipitazioni, e ha seminato distruzione in una vasta parte della città di Genova, causando danni ingenti, terrore e tante vittime. Italia Nostra senza intervenire “né sulle responsabilità storiche dell’attuale situazione di dissesto idrogeologico dell’intera città di Genova e in particolare della valle del Bisagno, né sull’inerzia o insufficiente efficacia dell’azione dei vari soggetti pubblici competenti in materia di cura del territorio e prevenzione di eventi alluvionali e neppure sul palleggio di responsabilità fra enti seguito al disastro del 9 ottobre, tutti elementi che pure meriterebbero di essere chiariti", ha raccolto "i dati e le informazioni disponibili con l’intento di chiarire alcuni aspetti e indicare alcune soluzioni “indispensabili per ricondurre entro limiti accettabili i gravi rischi che attualmente corre una parte troppo consistente dei cittadini genovesi”.

I dati: le portate di piena del torrente, (alluvioni del 1970, 1993, 2011 e 2014) hanno superato tutte il valore della portata che poteva essere smaltita dall’attuale copertura del Bisagno al suo ingresso a Brignole. Di qui un passaggio all’approccio statistico e non più deterministico sulla portata di piena (che prima del ’70 era associata un tempo di ritorno duecentennale).

 

Altro punto fondamentale: passare, in termini di solida cultura del rischio, dalla “messa in sicurezza”, al più corretto “riduzione dei rischi ad un livello accettabile". “Il valore della portata di piena che eccede quella accettata dalla copertura del Bisagno, da Brignole alla Foce, deve essere in qualche modo smaltita diversamente – suggerisce l’associazione – ad esempio attraverso uno scolmatore situato a monte”.

 

E se nel 2007 si pensava ad un’opera strutturale unica, lo “scolmatore del Bisagno”, con presa alla Sciorba e sbocco in Corso Italia, e allacciamenti intermedi ai rii Fereggiano, Rovare e Noce, dopo l’alluvione del 2011, sia per l’estrema difficoltà a reperire i finanziamenti necessari, sia per l’evidente necessità di dare una risposta urgente a seguito delle devastazioni del Fereggiano, nel 2013 è stato modificato il progetto iniziale, proponendo due canali paralleli distinti: lo scolmatore del Fereggiano e quello del Bisagno, due distinti lotti funzionali, anche in quanto a tempi di realizzazione.

 

“Ma – sottolinea Italia Nostra – c’è un fatto molto preoccupante: nel nuovo PUC del Comune di Genova viene menzionato solo lo scolmatore del Fereggiano, mentre quello del Bisagno viene ignorato completamente. Lo scolmatore del Bisagno “è di assoluta importanza ai fini della riduzione dei rischi del bacino del torrente”, ma deve “essere dimensionato correttamente e con margini adeguati”.

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