Gaudì e il papa

Intervista esclusiva della nostra redazione in Spagna al cardinale di Barcellona Lluís Martínez Sistach. «La Sagrada familia testimonia il sacro e il trascendente»
Gaudì Sacrada Famiglia

Quale le sembra il motivo principale per cui il papa ha accettato il suo invito a venire a Barcellona per consacrare il tempio della Sagrada Familia?

«Benedetto XVI ha capito il significato del Tempio della Sagrada Familia, che sorge in mezzo alla città di Barcellona: le sue 18 torri saranno visibili dai quattro angoli della città. Il papa ha colto la concezione teologico-liturgica dell’architetto Antoni Gaudí su cosa sia e debba essere una chiesa dedicata al culto liturgico, soprattutto alla celebrazione dell’Eucaristia. Il papa ha accettato l’invito per il suo affetto alla Chiesa di Barcellona e alle diocesi della Catalogna. Questa sollecitudine del papa è motivo di gratitudine da parte di tutti noi. La visita di Benedetto XVI è un autentico dono di Dio che ci aiuterà, confermando la nostra fede e incoraggiandoci a vivere la vita cristiana con fedeltà a Dio e alla Chiesa».

 

In un contesto di secolarizzazione in Europa, quale le sembra la funzione della Sagrada Familia e dell’arte?

«Una società fortemente secolarizzata viene in qualche modo interpellata dalla realtà di un bellissimo monumento religioso come è il Tempio della Sagrada Familia. La cultura attuale è molto sensibile alla bellezza e al sentimento. Ogni anno visitano questa chiesa circa tre milioni di persone. Sono cittadini delle nostre società secolarizzate che rimangono impressionati da questa opera di Gaudí. Venendo a conoscere la sua ricchissima simbologia biblica e catechistica, in molti sorgono riflessioni e domande. La sola presenza di questo tempio testimonia il sacro, il trascendente, Dio. Anche se l’attuale cultura del nostro Occidente europeo è molto poco sensibile al trascendente, l’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, cerca il senso della vita e spesso si fa delle domande che trascendono lo spazio e il tempo».

 

Gaudí era un cristiano di grande valore, anche se pochi lo conoscono sotto quest’aspetto…

«Gaudí era così originale e geniale che facilmente guardiamo a lui come architetto e non consideriamo il cristiano. Gaudí era un uomo di Dio che ha sperimentato una evoluzione molto chiara e positiva nell’ultima tappa della sua vita. Era un cristiano impegnato nella Chiesa e nella società, un barcellonese che era presente negli avvenimenti culturali, sociali e politici del suo tempo. Andava scoprendo che sua vocazione era quella di essere “architetto di Dio”, intendendo la sua professione come una missione. Gaudí è stato un uomo di fede, fin da piccolo, ma questa fede, con gli anni è cresciuta. Valutava moltissimo la creazione come l’opera del Creatore e come artista si sentiva come un collaboratore del Creatore, osservando, valutando, amando ed imitando la bellezza della creazione. Aveva un’attenzione costante e delicata verso tutti i lavoratori del tempio della Sagrada Familia e ha costruito delle scuole accanto al tempio, che si trovava in un quartiere molto trascurato, affinché i bambini del posto potessero ricevere educazione. Negli ultimi anni della sua vita ha vissuto molto poveramente, fino al punto che, quando nel 1926 ebbe un incidente in strada – che gli causò la morte alcuni giorni dopo – venne portato all’ospedale dei poveri e malgrado le prime autorità andando a trovarlo volessero portarlo in un altro luogo, lui volle rimanere con i poveri. Conoscendo bene la sua vita, penso che possa essere un buon esempio per i laici cristiani e in modo particolare per gli architetti e gli artisti».

 

La costruzione del tempio è iniziata nel 1882 con elemosine e collette… Quando è prevista la fine dei lavori?

«Da qualche anno, il tempio è visitato ogni anno da tre milioni circa di persone, che danno il loro contributo per poterlo apprezzare. Grazie a ciò, si è potuto avanzare moltissimo nella costruzione ed è stata completata la parte interna del tempio. Ora mancano degli elementi per concludere l’esterno. La fine? Desidererei tra 16 anni, in coincidenza con il centenario della morte del servo di Dio e “suo” geniale architetto: Antoni Gaudì y Cornet».

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