Fuga da Abidjan

Per paura della guerra, un milione di persone ha lasciato la propria casa.
Costa d'Avorio

Mentre l’attenzione dell’Italia e dell’Europa era concentrata sulle alterne vicende della guerra in Libia e perdurava dalle sponde africane l’afflusso incessante dei profughi verso l’Italia, un altro dramma si stava consumando, molto più in sordina, sulla sponda meridionale di quell’oceano di sabbia che è il Sahara, e precisamente nella Costa d’Avorio. In questo Paese le elezioni presidenziali avevano prodotto un avvicendamento che gran parte della popolazione non aveva accettato, scatenando una guerra fra le due fazioni contrapposte. Morti e feriti si sono contati a migliaia.

Quasi quotidianamente Città Nuova ha potuto seguire questo conflitto sulle pagine della propria edizione online. In sintesi si può dire, al presente, che restano molte ombre su questa vicenda a proposito della quale gli organismi internazionali hanno ritenuto fosse il minor male accettare i controversi risultati delle elezioni e invitare il presidente uscente Gbagbo a togliersi di mezzo.

Come già altre volte, il grande gendarme dell’Africa nera è rappresentato dalla Francia, che difende nelle sue ex-colonie i propri cospicui interessi. Ma a fare le spese di queste vere e proprie guerre è ancora una volta la popolazione inerme.

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