“Fridays for future” nelle piazze di tutto il mondo

La manifestazione del 15 marzo ha avuto un impatto indiscutibile sui media e sull’opinione pubblica. Facciamo un viaggio virtuale in alcune città del Nord Italia per ascoltare chi vi ha partecipato

Come sempre, alla fine di una manifestazione, “si danno i numeri”: e così è stato anche per lo “sciopero per il clima”, che il 15 marzo ha portato in piazza folle di ragazzi in tutto il mondo dando seguito all’iniziativa della sedicenne svedese Greta Thunberg. Al momento in cui scriviamo i dati non sono ancora ufficiali: ma si parla di 100 mila persone a Milano, 30 mila a Roma, 20 mila a Torino e a Napoli, 10 mila a Firenze. Al di là delle cifre, è comunque indiscutibile l’impatto che queste manifestazioni hanno avuto sui media e sull’opinione pubblica in senso lato: che fosse per sostenerli, o viceversa per osservare che «è solo l’occasione per saltare un giorno di scuola» e che «ci vuole ben altro», e poi «chissà quanti di loro davvero hanno stili di vita sostenibili», il merito è stato comunque quello di aver sollevato l’attenzione su questa tematica.

Anche in provincia, comunque, la risposta non è mancata. Udine, ad esempio, è salita alla ribalta come patria della “Greta Thunberg italiana” (per quanto lei rigetti questo appellativo): la diciottenne studentessa Marianna Tonelli, infatti, da inizio febbraio mette in atto il suo personale “sciopero per il clima” davanti al municipio, per chiedere alle autorità cittadine più attenzione alle politiche ambientali. La stessa Thunberg nelle settimane scorse era stata in collegamento con Marianna, e c’era stato chi si era unito a lei – sia giovani che adulti; e venerdì 15 sono stati circa tremila i giovani che hanno sfilato per le vie della città. «E mi raccomando, lasciamo pulito», ha scherzato la ragazza che guidava la manifestazione.

A Treviso sono stati circa 4 mila a sfilare. La sedicenne Ginetta, una delle partecipanti, riferisce di essere stata rimasta colpita dagli «slogan molto forti: quando leggi frasi come “non c’è un pianeta B”, la cosa ti fa riflettere parecchio. Ho visto tanta gente molto convinta e motivata». Per quanto ammetta che «ci sono stati sicuramente anche tanti che si sono solo fatti trascinare dall’onda del momento», Ginetta osserva che «la sensibilità alle tematiche ambientali, almeno tra i miei coetanei, c’era comunque già da prima: non a caso il messaggio di Greta ha suscitato una tale risposta».

A Padova sono stati oltre 10 mila i manifestanti; con una significativa presenza di ragazzi molto giovani, anche delle scuole primarie di primo e secondo grado. E proprio un ragazzino della primaria ha preso il microfono nel momento conclusivo, in Prato della Valle, arringando i presenti con un piglio degno di un attivista consumato. «Ma c’erano anche diversi insegnanti e adulti – riferisce Chiara – e persino famiglie: accanto a me c’era una giovane coppia con due bambini, e la cosa mi ha molto colpita. Così come gli slogan, intelligenti e pensati, non soltanto frasi “di maniera”. Davvero non mi sarei aspettata una tale risposta dalla città».

Anche poco più in là, a Vicenza, i giovani si sono distinti per aver dato prova di genuino interesse per queste tematiche: «Sono arrivati da tutta la provincia – racconta Cristina Guarda, giovane consigliera regionale che vive poco fuori città – chiassosi, sorridenti e fiduciosi; e con slogan creativi e di gran lunga più di effetto di tante dichiarazioni ufficiali. Giravano anche volantini per consigliare buone pratiche utili per fare la nostra parte. Ma soprattutto questi giovani chiedono di conoscere, di attivarsi e di scegliere coraggiosamente: con alcuni di loro ho parlato di pfas e inquinamento delle acque della nostra terra, di inquinamento da onde elettromagnetiche, di cementificazione, e di scelte politiche per servire il cittadino aiutandolo a preferire scelte ecologiche e renderle abitudinarie».

A Trento, territorio tradizionalmente attento alle questioni ambientali, sono stati circa 5 mila a scendere in piazza. «Una manifestazione colorata, partecipata, ordinata e pulita – assicura Davide –. Zero bandiere politiche, migliaia di cartelloni più o meno improvvisati. Un fiume di giovani. Non ho notato presenze cospicue di adulti senza figli al seguito o di anziani; ma mi piace pensare che, almeno i primi, mancassero solo perché costretti dal lavoro».

Più articolato il caso di Cuneo, dove la manifestazione è stata promossa dall’associazione Monviso Giovani; che ne ha messe in rete un’altra ventina, per poi mobilitare gli studenti. «Siamo un’associazione politica, è vero – afferma Nicolò, uno dei promotori –, ma in questo caso non abbiamo voluto farne una questione di parte politica, come del resto era nello spirito della giornata. Come associazioni abbiamo lasciato agli studenti il compito di “riempire” la manifestazione di contenuti, fungendo semplicemente da catalizzatori. L’aver lavorato così ci ha comunque permesso di andare oltre la dimensione semplicemente studentesca, coinvolgendo anche altre persone legate appunto alle associazioni». Anche Nicolò, come Ginetta, concede che alcuni si siano fatti semplicemente trascinare, «ma a Cuneo e provincia c’è comunque una sensibilità ambientale più alta che altrove, trattandosi di un territorio rurale. E ci riempie di soddisfazione il fatto di aver portato in piazza 2 mila persone: poche in termini assoluti, ma ben più alte di altre città in termini di percentuale sulla popolazione, se pensiamo che la città conta poco meno di 60 mila abitanti».

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Mediterraneo di fraternità

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons