Fratellanza digitale

Dopo "Parabole mediatiche" si è aperto a Roma il 22 Aprile il convegno "Testimoni digitali" con gli animatori della comunicazione e della cultura della Chiesa cattolica italiana
Testimoni digitali

La Chiesa c’è. È presente nel web non per occuparlo, ma per donare la sua testimonianza per la cultura del Paese. Nel suo intervento di apertura nel Convegno “Testimoni digitali” in corso a Roma, con più di mille  e duecento partecipanti, mons. Crociata delinea alcuni tratti della comunicazione della Chiesa nel mondo virtuale. E si chiede come fare «per capire che non si tratta di demonizzare il nuovo, né al contrario di considerare obsoleto o inutile il patrimonio di cultura che ci portiamo sulle spalle, bensì di valorizzare lo straordinario potenziale costituito dalle nuove tecnologie» perché, al di là delle varie forme della comunicazione e dei linguaggi «ci sta a cuore l’uomo, la persona umana nella sua interezza e nel dipanarsi della storia».

 

E sebbene in questi ultimi anni nel mondo cattolico siano stati fatti passi da gigante nel mondo dei media esistono ancora alcuni ritardi che mons. Crociata delinea in modo chiaro. Il primo aspetto è quello del linguaggio che «a volte rimane ancora autoreferenziale, quasi di nicchia» in un contesto culturale che è mutato velocemente e non comprende più il vocabolario della cultura religiosa. Esiste, poi, la nuova generazione, i “nativi digitali” che usano un «linguaggio veloce, essenziale e pervasivo; nuotano in una comunicazione orizzontale, decentrata e interattiva; si muovono in una geografia che conosce la trasversalità dei saperi ed espone a una pluralità di prospettive». Il nodo essenziale non si scioglie però solo su un’empatia con i nuovi media e su una nuova alfabetizzazione digitale, ma investe l’identità del cristiano su come rimodellare il sempre nuovo messaggio del Vangelo. Anche in rete, evitando di precludersi qualsiasi strada pur di raggiungere ogni uomo.

 

A seguire, attesissimo, l’intervento di Nicholas Negroponte, uno dei maggiori esperti mondiali di Internet, che all’ultimo momento ha dato forfait. Si ascolta la registrazione della sua telefonata in cui racconta che «mi trovavo ad Haiti per aiutare gli ammalati e mi sono ammalato anch’io». Il fondatore e direttore del Media Lab del Mit e della rivista Wired avrebbe voluto presentare al Convegno “Testimoni digitali” la sua nuova iniziativa: un computer portatile per bambini «che unisce la tecnologia, lo spirito umanitario e alcuni valori della Chiesa». È un computer che funziona anche senza energia elettrica ed è già usato da 2 milioni di bambini in 40 Paesi del mondo. Sarà per la prossima volta.

 

È impossibile, poi, sintetizzare gli interessanti interventi del prof. Francesco Casetti dell’Università Cattolica e del prof. Michele Sorice della Luiss in cui analizzano gli aspetti della comunicazione in rete scandendola in quattro tappe: i linguaggi, i soggetti, i rapporti sociali e la cittadinanza. Si spazia dalle caratteristiche del linguaggio che si presenta nelle forme brevi e colloquiali, ipermediali e crossmediali fino ai soggetti che diventano protagonisti e corresponsabili dei contenuti della rete. Trasformandosi così da semplici recettori a interlocutori in cui i rapporti sociali possono mutare da semplici contatti o riformulazione di rapporti pre-esistenti a relazioni personali e umane. E per dar forma in questo modo ad una vera comunità, ad una vera cittadinanza, dove non è sufficiente solo l’accesso e l’interazione su Internet, serve la partecipazione attiva, non solo nella creazione dei contenuti, ma nel filtrare l’accesso stesso e le varie forme di comunicazione. Perché «comunicare – ha concluso il prof. Sorice – non è facoltativo, è il senso della nostra apertura per compartecipare la verità, che non è imposta, ma è raggiunta insieme».

 

Il Convegno continua in diretta su www.testimonidigitali.it e su tv2000. Sabato mattina alle 12 il momento più importante: l’udienza con il papa nell’Aula Nervi.

L’augurio è che, come ben sintetizzato da Umberto Folena su Avvenire, «i testimoni digitali possano darsi l’obiettivo ambizioso di contribuire a creare fratellanza tra chi è già vicino» e tra chi è ancora lontano.

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