Forum delle famiglie, nuovo appello per il sostegno alla natalità

Per il presidente Adriano Bordignon si tratta di una situazione allarmante, per la quale urgono misure strutturali e culturali
(Foto da pexels)
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«Gli ultimi dati dell’Istat sono allarmanti. Al 31 dicembre 2022 la popolazione italiana è scesa sotto i 59 milioni e invecchia nonostante il contributo degli stranieri. Inoltre, continua il calo delle nascite, con quasi 7mila nascite in meno rispetto al 2021 e ben 183mila in meno rispetto al 2008. Nel 2022 i nati residenti in Italia sono 393mila, con un tasso di natalità del 6,7 per mille». Lo afferma in una nota il Presidente del Forum delle Associazioni Familiari, Adriano Bordignon, commentando gli ultimi dati diffusi dall’Istat nel Report “Popolazione residente e dinamica demografica”.

Adriano Bordignon, presidente del Forum delle associazioni
Adriano Bordignon, presidente del Forum delle associazioni

«Il drastico calo delle nascite – ha aggiunto – si ripercuote sul Pil e sull’economia italiana, minacciando la tenuta stessa dell’intero sistema previdenziale. In questo senso, alla politica è richiesto uno sforzo importante, ma non solo, perché la famiglia e l’organizzazione familiare deve essere tutelata su più fronti ma anche perché viviamo una crisi di speranza e di prospettive che impatta sui progetti delle famiglie. In tale prospettiva servono misure urgenti sia strutturali che culturali per contrastare il problema della denatalità, serve un’azione di ecosistema che unisca tutte le forze del Parlamento, le categorie produttive, il mondo accademico e della cultura».

Secondo Bordignon, le linee prioritarie di intervento sono «investire sulle giovani coppie, potenziando le reti di prossimità e garantendo loro agevolazioni fiscali, oltre che adottare un piano strategico europeo che consideri ogni risorsa per la natalità non una spesa ma un investimento per la comunità. In tal senso, ci aspettiamo da parte del governo un rapido perfezionamento della riforma fiscale che consideri la composizione del nucleo familiare, il nucleo dei figli e la presenza di fragilità adottando modelli funzionali come il Quoziente familiare o Splitting alla tedesca». Si tratta, come già noto, di un indicatore della situazione economica delle famiglie che, al momento, viene utilizzato solo in via di sperimentazione per l’agevolazione del superbonus edilizio al 90% sugli edifici unifamiliari; e che rispetto all’Isee è un indicatore più semplice perché si ottiene dividendo il reddito complessivo del nucleo familiare per il numero dei suoi componenti in base a dei coefficienti, senza tener conto della composizione del patrimonio. La proposta, che il governo già ha affermato di voler prendere in considerazione, è quella di estendere la portata del quoziente familiare nel 2024.

Il presidente del Forum delle Associazioni Familiari ha infine aggiunto che «per favorire la natalità e contrastare il fenomeno dell’inverno demografico è necessario potenziare il sostegno al lavoro femminile, garantire servizi territoriali per la prima infanzia, nonché risorse per il caregiving e per l’assegno unico familiare che va reso più fruibile e strutturale pensandolo come un investimento indispensabile per le generazioni future».

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