In Formula 1 c’è un Piccolo Principe che incanta

La serie regina delle discipline motoristiche ha dato il via a una stagione particolare e irripetibile: tra le tante incertezze spicca il talento cristallino del ferrarista Charles Leclerc
Charles Leclerc (Mark Thompson/Pool via AP)

La drammatica esperienza del coronavirus ha intaccato in maniera inevitabile anche il dorato mondo della Formula 1. Una tematica come la netta riduzione dei costi, sullo sfondo già da qualche anno, adesso è diventata di strettissima attualità: basti pensare che all’inizio della pandemia di Covid-19 il Circus ha anche rischiato di non partire, travolto da troppe incertezze. Il calendario al momento è sicuro soltanto per le prime 8 gare: due in Austria, poi Ungheria, due volte Gran Bretagna, Spagna, Belgio e Italia. La volontà sarebbe quella di arrivare a 14-16 appuntamenti, ma ci sono tante incognite: la situazione del virus nei Paesi extra-europei ad esempio, così come la possibilità di inserire altre gare nel vecchio continente. Anche Imola e il Mugello potrebbero infatti avere la fortuna di ospitare una gara del Mondiale.

Dan Istitene/Pool via AP
Dan Istitene/Pool via AP

Un’altra particolarità di questo 2020 segnato dall’epidemia è data dall’estrema risonanza che hanno avuto le proteste seguite alla morte di George Floyd negli Stati Uniti. L’ondata di indignazione ha finito per dare grande forza e vigore al movimento Black Lives Matter, coinvolgendo in maniera profonda anche il mondo dello sport. Lewis Hamilton, 6 volte campione del mondo di Formula 1, è stato uno dei portabandiera delle proteste, prima prendendo posizione con alcuni inequivocabili post sui social network e poi spingendo la Mercedes a tingere di nero una livrea che tradizionalmente è d’argento. Ieri è stato compiuto un altro passo: il pilota inglese, prima della partenza del Gp d’Austria, ha convinto tutti i colleghi a schierarsi in pista indossando una maglietta nera con scritto “End Racism”: 14 di loro si sono anche inginocchiati per protesta.

Le immagini hanno fatto il giro del mondo, evidenziando però come non tutti i piloti abbiano deciso di assumere la classica posa del movimento BLM. Tra questi c’è anche l’astro nascente della Ferrari Charles Leclerc, autore di un messaggio su Twitter con cui ha precisato meglio la sua scelta: “Credo che ciò che conta siano i fatti e i comportamenti nella nostra vita quotidiana, piuttosto che gesti formali che potrebbero essere considerati controversi in alcuni paesi. Non mi metterò in ginocchio, ma questo non significa affatto che sono meno impegnato di altri nella lotta contro il razzismo”.

Una presa di posizione chiara e netta, la cui analisi rientra nella sfera delle valutazioni strettamente personali. Ciò che può essere evidenziato, al netto di tutto, è comunque la chiarezza di idee e l’indubbia personalità di un ragazzo che deve ancora compiere 23 anni e che, al momento, rappresenta l’unica grande certezza di una Ferrari apparsa quasi in disarmo. Il Piccolo Principe monegasco ha ancora una volta dimostrato di avere la stoffa del predestinato, portando la Rossa di Maranello a un insperato secondo posto alle spalle del vincitore Valtteri Bottas.

 

Un risultato di per sé eccezionale che, però, assume ancor più valore ripercorrendo i momenti salienti della gara. Leclerc è scattato infatti dalla quarta fila: un settimo posto che lasciava intravedere uno scenario in cui il pilota del Principato avrebbe potuto al massimo lottare per un decoroso piazzamento. Il ferrarista è stato bravo a correre in difesa nella prima parte di gara, rimanendo attaccato al gruppo dei migliori anche grazie alle tante Safety Car entrate in pista. Il finale di gara poi è stato pirotecnico, grazie a due meravigliosi sorpassi in staccata che gli hanno consentito di superare Norris e Perez, guadagnando il podio. La penalità ad Hamilton, in quel momento secondo, ha poi permesso a Leclerc di agguantare addirittura la piazza d’onore alle spalle della Mercedes.

Una prova di straordinaria freddezza e abilità che marca un abisso rispetto a Sebastian Vettel, giunto decimo con l’altra vettura di Maranello. Gli ingegneri Ferrari, adesso, dovranno tentare il miracolo di migliorare una macchina nata male: non sarà impresa facile, considerando anche le pesanti limitazioni agli sviluppi decise in un’ottica di netto contenimento delle spese. La stella del Piccolo Principe monegasco, però, ha lasciato una scia luminosa da seguire con speranza: sembra lui, al momento, l’erede designato di Re Lewis Hamilton.

 

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