«Farò come vuole il papa: sorriderò a coloro che incontro»

Sorriso, tenerezza, amicizia sociale: sono ciò di cui la società ha bisogno, ha detto Francesco intervenendo a sorpresa al "Villaggio per la Terra, Roma in Mariapoli". Non bisogna aver paura di andare nei "deserti" che esistono in noi e intorno a noi. Bisogna asciugare le lacrime degli altri, affinché possano tornare a sorridere. Un "compito a casa" per tutti
Persone in ascolto di papa Francesco al Villaggio per la terra

«Una domenica anonima si è trasformata in una domenica speciale. Non mi sarei mai aspettato di incontrare a villa Borghese un amico con la A maiuscola». È domenica pomeriggio e Marco Di Loreto arriva con la moglie Edna e le figlie Ilaria e Anna negli spazi del "Villaggio per la terra, Roma in Mariapoli" per incontrare gli amici. Quale sorpresa, per lui, per tutti loro, ritrovarsi ad ascoltare papa Francesco, intervenuto a sorpresa alla manifestazione promossa da Earth Day e Movimento dei Focolari Roma. «È stato piacevole – racconta commosso Marco – ascoltare dal Santo Padre parole sull'importanza di aiutare il prossimo, dando così valore a tutte le iniziative che le persone mettono in campo. Mi ha anche colpito vederlo così da vicino e vedere come si pone naturalmente di fronte a noi, usando parole semplici e facendosi abbracciare dal prossimo». 

 

Donato Falmi, responsabile dei Focolari a Roma insieme ad Antonia Testa, è stato il primo ad accogliere, sul palco, Francesco. La voce gli tremava, l'emozione era palpabile. Dopo la partenza del pontefice, spiega: «Quanto è accaduto mi ha dato, ancora una volta, l'impressione che il papa non decida in anticipo quello che dovrà succedere. Il pontefice è in contatto vivo con le persone che incontra e per valorizzarle, per sostenerle, non prepara prima cosa dire». Il gesto di Francesco, di mettere da parte il discorso che aveva preparato, ha infatti lasciato tutti di stucco, ma non per molto. Questo papa ha ormai abituato chi lo segue ai suoi gesti improvvisi, a cambiamenti di programma dettati dal cuore.

 

Sorpresa, commozione, gioia, speranza: tante le sensazioni e le emozioni che hanno pervaso i presenti in questo angolo verde dedicato, fino al 25 aprile, alla promozione della natura, dell'ecologia, ma anche all'apertura, alla fraternità, alla solidarietà. Anche perché le previsioni meteorologiche avevano fatto temere il peggio. L'allerta viaggiava sui cellulari: tre giorni di maltempo, giorno peggiore domenica, proprio il clou delle iniziative. Eppure, nonostante qualche goccia di pioggia e il vento sferzante, in tanti hanno affollato il galoppatoio di villa Borghese. Poi, all'improvviso, il blocco del traffico e l'allarme che serpeggiava: «Mentre passeggiavo – racconta una trentenne – si vedevano tante forze dell'ordine e in molti dicevano: attenzione, c'è un allarme bomba». Ed effettivamente una bomba è esplosa, ma di tutt'altro genere. Il papa ha parlato dell'importanza di dare alla società un sorriso, la tenerezza e quella che ha definito: "amicizia sociale". Francesco ha anche parlato dei conflitti dicendo: «Mai, mai, mai girarsi per non vederli. I conflitti si devono prendere in mano per risolverli».

 

Il deserto, ha aggiunto ancora il papa, «è brutto». Non solo quello che c'è nel cuore di tutti noi, nella città, nelle periferie, nei quartieri abbandonati, ma anche il deserto che si può trovare nei "quartieri protetti". «Lì anche – ha detto – c'è deserto, ma non dobbiamo avere paura». Bisogna «andare al deserto per trasformarlo in foresta! Andare ad asciugare lacrime perché possano sorridere».

 

Papa Francesco dà anche una consegna ai presenti e a tutti coloro che vorranno accogliere le sue parole. «Un compito da fare a casa: guardate un giorno la faccia delle persone quando andate per la strada: sono preoccupati, ognuno chiuso in sé stesso. Manca il sorriso. Manca tenerezza. Manca amicizia sociale. Dove non c'è l'amicizia sociale sempre c'è l'odio, la guerra. Noi stiamo vivendo una Terza Guerra mondiale a pezzi, dappertutto». L'amicizia sociale, spiega il papa, si deve fare innanzi tutto con il perdono, con la vicinanza ad un problema, ad una difficoltà, ad un conflitto. Ma l'amicizia sociale si fa anche con la gratuità. «Gratuità che si impara con il gioco, con lo sport, con l'arte, con la gioia di essere insieme, con l'avvicinamento. Gratuità – ha sottolineato Francesco – è la parola chiave che fa che io dia la mia vita per andare con gli altri, per fare che questo deserto divenga foresta». Tutti, ha concluso il papa, «abbiamo qualcosa in comune: tutti siamo umani e in quell'umanità ci avviciniamo per lavorare insieme, rispettarci, così vedremo questo miracolo. Il miracolo di un deserto che diviene foresta».

 

Un incarico che, in tanti, hanno deciso di assumersi fin da subito. «Le parole di papa Francesco – afferma Stefania, consulente di 30 anni – mi hanno fatto pensare che è importante "fare", "creare vita" e non importa cosa si crea o se si creano cose confuse. Mi è piaciuto che abbia detto di sorridere, di portare il sorriso in giro per Roma. Quando sono arrivata in questa città – prosegue – mi ha colpito vedere le persone sempre serie, sembravano tristi. La sua proposta di creare "amicizia sociale" mi sembra un humus da coltivare e da spargere in giro». Accanto a Stefania, c'è Elena, studentessa di 27 anni. «Mi è piaciuto molto – racconta con un sorriso mentre comincia a piovigginare – il fatto che papa Francesco abbia messo da parte i fogli che aveva preparato. Ha parlato per immagini, in modo diretto, mediatico, di un deserto che è un luogo morto e di noi che possiamo essere coltivatori di foreste. Non importa quello che cresce, perché è comunque vita. Dobbiamo essere come un portiere di calcio, che non sa da dove arriverà la palla, ma deve essere pronto ad afferrarla. Anche noi dobbiamo essere pronti e cercare di vedere il positivo, anche nei conflitti».

 

Girando tra le varie postazioni, incontro Paola della Croce Rossa italiana. «Con papa Francesco – dice commossa – siamo accomunati dai nostri 7 principi, che sono tra gli altri quelli della solidarietà, dell'umanità, della condivisione… Ogni servizio è per noi un'emozione diversa, ma sempre grande». "Scheggia", uno degli animatori dei laboratori dei piccoli, ha fatto solo in tempo a vedere Francesco e a scattargli una foto. Pochi secondi che lo hanno comunque molto colpito. «Voglio dire solo una cosa al papa: gli voglio bene!».

 

«Il villaggio per la terra – racconta Rosana Pereira, brasiliana che vive in Italia – mi è piaciuto moltissimo. È aperto a tutti e ognuno si trova a proprio agio. Stare qui dà una sensazione di grande respiro e non solo perché Villa Borghese ben si adatta al tema della terra e del contatto con la natura. Quando il papa era con noi – aggiunge – ho sentito risuonare in me una frase del Vangelo che dice: Non sentivate il cuore ardere quando ero con voi? Si sentiva forte la presenza di Dio».

 

Una sensazione provata anche da Alex, francese di 40 anni. «Sono dei Focolari e mi è molto piaciuto questo mettere insieme due elementi importanti per la mia vita: l'ecologia e la cultura dell'unità. A questo tipo di incontri prima andavo da solo, qui invece siamo in tanti e la visita del papa mi è sembrato che coronasse il tutto, perché mettere insieme tante persone, tante cose, è costato molta fatica».

 

Ancora emozionato anche Luciano, 76 anni. «Le parole – confida – dicono poco. Per me è stata un'emozione grandissima. Una grazia per questa Mariapoli. Sono tanti anni che la faccio: per me questo è stato il culmine». Paolo, elegante sessantenne, è rimasto colpito, in particolare, dall'accenno del papa al deserto che si ha anche nei "quartieri protetti", vale a dire «i quartieri del benessere, dove non c'è meno deserto che in altri luoghi della città. Mi è sembrato un invito a guardare e ad impegnarsi nella città e per tutta la città. La povertà e i deserti possono avere tanti connotati».

 

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