Famiglie Un Natale sobrio

Chi l’avrebbe detto! Questa volta anche il presepe rischia di risultare incompleto, visti i provvedimenti restrittivi nei confronti dei bovini, a motivo della diossina nel bestiame irlandese. Ci sarà il bue accanto all’asino? Persino il tradizionale albero è più tradizionale del solito, con addobbi già usati. E sotto quei modesti rami, il 2008 ha radunato i suoi doni: niente lavoro per i giovani, né abitazioni per chi vuole sposarsi, cassa integrazione o licenziamenti per tanti, troppi dipendenti. Per di più, lo stato dell’economia italiana non offre rassicurazioni per il nuovo anno. I dati relativi al terzo trimestre 2008 – diffusi dall’Istat a metà dicembre – evidenziano un’ulteriore marcia indietro del Paese, questa volta dello 0,5 per cento (peggiore risultato dal 1993), che fa seguito ai risultati negativi dei due trimestri precedenti. Nessuno azzarda previsioni per i risultati del quarto trimestre 2008, ma è chiaro il motivo: sarà registrato un crollo. Ne sentono già i contraccolpi le famiglie, e non c’è bisogno di scomodare quel quinto di esse che, già prima della crisi finanziaria, faceva fatica a trovare i soldi per la quarta settimana. La crisi è mondiale, e anche il resto d’Europa è in difficoltà, anche se meno dell’Italia. Per il Paese, come si continua a chiedere, servono provvedimenti mirati. Non sono sufficienti quelli contenuti nel decreto legge 185 approvato il 28 novembre dal Consiglio dei ministri. Quel testo stanzia 2,4 miliardi di euro per le famiglie. Una somma che ha deluso chi crede nella famiglia, ad incominciare dal mondo cattolico. È come dare un’aspirina a un malato terminale , ha stigmatizzato Famiglia Cristiana, mentre Avvenire ha parlato di un pacchetto drammaticamente esiguo. Va comunque tenuto conto che la pur modesta somma di 40 euro della social card, per chi dispone di una pensione di appena 500, equivale ad un incremento della capacità di sostentamento pari al 10 per cento. Pure il bonus per le famiglie è sempre meglio di nulla. Le associazioni di tutela dei consumatori speravano in qualcosa di meglio. L’Adiconsum, ad esempio, propone di detassare almeno parzialmente la tredicesima? mensilità, di aumentare di 40 euro le pensioni sotto i 500 euro, di ridurre dal 20 al 10 per cento l’Iva sul riscaldamento. L’adozione di queste misure comporterebbe tuttavia minori entrate e maggiori uscite per lo Stato a tutto danno del debito pubblico, che il ministro Tremonti è impegnato a ridurre. Operazione indispensabile per i nostri esorbitanti conti. Ma è altrettanto vero che l’Unione europea, in conseguenza della crisi, ha concesso una deroga ai vincoli di bilancio previsti negli accordi di Maastricht. Perché allora non approfittarne per compiere investimenti produttivi su un settore trainante per ogni economia come quello delle famiglie? Il presidente del Consiglio Berlusconi continua a incitare il Paese alla fiducia e invita le famiglie a incrementare i consumi. Il Forum delle associazioni familiari ha replicato, precisando (vedi riquadro) che le misure del governo sono dirette più alle persone sole che alle famiglie con figli e ha proposto opportune modifiche al decreto legge. In queste ultime settimane abbiamo visto tanti coniugi passare in rassegna le vetrine, ma si sono guardati bene dall’entrare nel negozio. Premurose commesse sono uscite e hanno sussurrato che i prezzi praticati non sono quelli esposti. Non è tempo di saldi, ma molti esercizi praticano sconti pur di incassare. I regali, quest’anno, sono sobri. Non solo per la suocera, ma pure per i figli. Lo spumante, per una volta, può anche non essere di marca. Il fenomeno è lampante: non è che d’improvviso non si voglia consumare; semplicemente, non si può più spendere. Mancano i soldi nei ceti popolari e nella classe media ormai impoverita. Purtroppo, né la social card, né i bonus consentiranno alle famiglie di incrementare i consumi e favorire l’atteso rilancio dell’economia. Serve ben altro. Tanto più che i prossimi mesi potranno aggravare le disuguaglianze e minacciare la tenuta della coesione sociale. Ne tenga conto il Parlamento, che può ancora migliorare quel decreto, cominciando ad accogliere le proposte presentate dal Forum. BONUS E SOCIAL CARD, DAVVERO POCO Le due maggiori proposte del governo riguardano il cosiddetto bonus per le famiglie e la social card. Quest’ultima consiste (nella proposta iniziale) in una carta elettronica prepagata di 120 euro e ricariche di 40 euro al mese spendibili in supermercati convenzionati. Ne usufruiranno i pensionati con reddito entro i 6 mila euro, gli ultrasettantenni con entrate sino a 8 mila e le famiglie con figli di età inferiore a tre anni e redditi bassi. In tutto, un milione di persone. Il bonus interessa invece quasi otto milioni di cittadini e contiene una significativa novità. Introduce il criterio del carico familiare, per cui si terrà conto del reddito e del numero dei componenti. 200 euro, ad esempio, spetteranno alla persona con redditi sino a 15 mila euro; 300, a un nucleo di due persone e redditi entro 17 mila euro; 1.000, per un nucleo di cinque persone e reddito familiare entro 22 mila euro. Per chi ha persone diversamente abili, il tetto sale a 35 mila euro. La cifra sarà corrisposta a febbraio, sulla base delle domande presentate in gennaio.

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