Esisterà ancora un welfare per i disabili?

Piccoli grandi miracoli a Napoli. Dopo una visita guidata alle Catacombe di San Gennaro, ora accessibili ai portatori di handicap, gli interventi al convegno-dibattito organizzato dall’associazione “Tutti a scuola” per non cedere alla rassegnazione e alla mancanza di responsabilità dello Stato
Una insegnante di sostegno con l'allievo

Sono stato qualche giorno fa a Napoli, invitato da due amici: don Antonio Loffredo, parroco del rione Sanità, e Toni Nocchetti, responsabile dell’associazione “Tutti a scuola”, che organizza ogni anno i Giochi senza barriere, che coinvolgono oltre tremila ragazzi e le loro famiglie e che danno ai ragazzi disabili la possibilità di diventare protagonisti della città, veri maestri di una cultura della Costituzione, che include tutti e non esclude nessuno.

Don Antonio mi ha fatto visitare le catacombe di San Gennaro, uno straordinario patrimonio di cultura, fede, storia, civiltà, collocato negli antri del rione Sanità, con la custodia anche della tomba di san Gennaro.

Il vero miracolo non è solo il restauro di questo patrimonio culturale. Un restauro prodotto dalla cooperativa dei giovani della Sanità, formati dai migliori architetti restauratori, archeologi, che hanno accompagnato l’azione dei ragazzi.

Il vero miracolo è che i ragazzi non si sono dimenticati dei disabili, perciò anche io ho potuto percorrere i cunicoli, la basilica minore e maggiore, le tombe, gli affreschi, i mosaici, con una illuminazione suggestiva, dove fede, storia e cultura ci consegnano il grande cammino della Chiesa napoletana.

Ad oggi in un anno oltre quarantamila persone hanno visitato queste catacombe. Dunque una scommessa vinta: i giovani studiano e lavorano, i turisti visitano, la città di Napoli si presenta con questo gioiello, in tutta la forza della sua storia e bellezza, la diocesi custodisce la fonte della sua memoria e i disabili si sentono cittadini a pieno titolo.

L'11 giugno mi sono trovato alla fiera campionaria con l’associazione “Tutti a scuola” di Toni, che aveva promosso un convegno su welfare e disabili, a cui erano presenti personalità autorevoli dal presidente della fondazione del Banco di Napoli al presidente della Fondazione “Con il sud”, ad una rappresentante della comunità di Capodarco, a giornalisti, oltre a molti esponenti di associazioni di genitori di ragazzi disabili.

Era presente il rappresentante nazionale del Pd per lo stato sociale, Davide Faraone. Assente il comune di Napoli, assente il Movimento cinque stelle. Il presidente della Regione Campania ha inviato una letterina di buona educazione. Nella sostanza la politica mancava e soprattutto manca oggi di fronte ai migliaia di ragazzi disabili, che festeggiano. Oggi i ragazzi disabili di Napoli invaderanno Napoli.

In realtà la parrocchia del rione Sanità e l’associazione “Tutti a scuola” stanno lavorando per costruire un grande centro, che coordini tutte le associazioni di ragazzi disabili, proprio in cima alla collina del rione Sanità. Non si arrendono, pensano in grande. Toni, il leader di “Tutti a scuola”, è diventato il punto di riferimento per tantissime associazioni di ragazzi disabili che operano a Napoli.

Visitando il sito dell’associazione (cliccateci!!!! http://www.tuttiascuola.org/home.asp), si scopre uno stile di fare politica e cultura non costruito sulla retorica né sulle adulazioni opportunistiche, ma sulla fermezza nel voler approcciare i problemi, senza sconti per nessuno, in modo preciso e documentato, coi numeri alla mano e leggi di delibere, non con chiacchiere e battute.

Dunque tre miracoli a Napoli: le catacombe, i ragazzi disabili, le associazioni. Ma anche due persone, come don Antonio e Toni, che sanno vivere sulla frontiera dell’impossibile, per rendere possibile l’impossibile…

Una grande lezione dal cuore di Napoli a tutta Italia. Nessuna rassegnazione, nessuna pigrizia, nessun adattamento. La forza dei ragazzi disabili e delle loro famiglie spinge a non arrendersi, a combattere la battaglia decisiva per la democrazia e la Costituzione nel nostro Paese.

Ho conosciuto al convegno un ragazzo disabile di nome Francesco, un nome davvero non a caso. Tutti hanno visto la dignità con cui suo padre lo custodiva, per tenerlo sempre nella posizione migliore. Un ragazzo bellissimo nella sua fatica di vivere. Se il nostro Paese avrà la forza di investire su Francesco e non lo metterà in un angolo, allora vorrà dire che il seme della Costituzione avrà germogliato nel cuore di molti il valore della partecipazione.

Don Milani diceva, utilizzando lo slogan dei ragazzi americani: “I care”. Mi preme. Anche a noi preme Francesco, il suo sorriso, la sua voglia di vivere, il coraggio di suo padre. Ecco i veri protagonisti della rinascita di Napoli e dell’intero Paese.

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons