Esame di maturità, per genitori e figli

Riflessioni di un padre su questo importante passaggio della vita, e sul suo valore al di là delle mura scolastiche.
Esami di maturità

Oggi, 21 giugno, iniziano gli esami di stato di fine secondaria: la cara, vecchia maturità.

Ricordo la notte prima dei miei esami, un 11 luglio del 1982, passata a studiare gioendo in fondo al cuore ad ogni urlo che sottolineava i gol dell’Italia in finale, ma ripetendo a fior di labbra Gozzano e le piccole cose di Nonna Speranza.

Son passati gli anni e son cambiate tante cose: le materie da presentare, il sistema di votazione, le modalità di svolgimento, … ma nel sentire degli esaminandi l’ansia è sempre quella.

Il nome “maturità” evocava un qualche rito di passaggio. In qualche modo chiudeva la partita dell’adolescenza.

Alla matura sono dedicati film che han fatto storia come “Ecce Bombo”, “Ovo sodo”, “Che ne sarà di noi”, “Immaturi”, La notte prima degli esami”, segno di una tappa che ha segnato il cammino di molti di noi.

Ora che l’ho vissuta da un’altra prospettiva, quella di un padre, mi rendo conto che è un passaggio importante, certamente, ma non è tutto. È il sigillo di un percorso, la certificazione di un impegno costante a dispetto di tanti eventi e personaggi. In fondo non abbiamo bisogno di un voto che ci dica quanto le nostre creature sono cresciute o se invece debbano ancora terminare la propria metamorfosi. Le mie figlie non hanno avuto vita facile nella scuola. Un percorso segnato da difficoltà soggettive ed intoppi oggettivi. Sono arrivate a questa vigilia in modo differente l’una dall’altra. Avrei voluto farmi carico io di tutto ciò che gravava su loro, nella scuola come nelle altre vicende della vita. E allora la maturità l’ho riguadagnata con loro, accettando di vederle cresciute e fare le loro scelte. Una vera e propria iniziazione che come tutte le cose importanti è fatta di un passo che viene fatto per la prima volta in un contesto preciso, ma poi deve essere rifatto tutti i giorni per tutta la vita. E questa è la maturità vera.

C’è chi ritiene che dopo l’abolizione della leva obbligatoria e grazie alla sempre maggiore secolarizzazione della popolazione italiana, l’esame di maturità rimanga l’ultimo vero e proprio rito di passaggio; ciò nonostante il momento di transizione all’autonomia economica si procrastina sempre di più, e la maturazione biologica non corrisponde sempre ad una maturazione psico-sociale. Come se non bastasse, si sta arrivando alla progressiva dissoluzione del confine tra giovani e adulti, depotenziando il carattere rituale del passaggio tra due mondi esistenziali e lasciando l’adolescente privo di punti di riferimento definiti. Questo non è un bene.

Allora l’augurio all’inizio degli esami è che tanto noi che gli studenti cogliamo l’occasione per vivere in modo maturo il proprio ruolo.

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