Emergenza Lambro

Quei 10 milioni di litri di gasolio che attraverso il Po hanno raggiunto l'Adriatico.
Lambro Po

Se a Milano l’inquinamento da polveri sottili è di casa – a metà febbraio erano 26 i giorni in cui il tasso di smog aveva superato il limite europeo dall’inizio del 2010 – ora ecco servita la ciliegina sulla torta: nella acque del Lambro scorrono dieci milioni di litri di gasolio. «In queste acque una volta c’erano persino i pesci», mi confida un nonno che col nipotino osserva da un ponticello lo scorrere lento di questa poltiglia nera.

 

Siamo nel parco che prende il nome appunto dal corso d’acqua. Sentieri e percorsi verdi permettono di passeggiare, correre, fare esercizi ginnici. È lo sfogo degli abitanti che qui trovano ristoro e verde, ora che il primo sole lascia intravedere la primavera alle porte. E qui passa il Lambro con la sua marea di olio combustibile che l’ha invaso all’alba di martedì. Per il governatore della Lombardia non ci sono dubbi: «Siamo davanti ad un atto criminale contro cui dobbiamo ribellarci», è il suo commento. «C’è stato qualche criminale che ha deciso di intervenire in maniera dolosa e vigliacca, mettendo a repentaglio un patrimonio che è di tutti. Ci deve essere una ribellione contro questi atti criminali, vanno individuati i responsabili e assicurati alla giustizia, e la giustizia contro costoro deve essere particolarmente rigorosa». «Di fronte a questo atto criminale – ha concluso – le istituzioni e la Regione in primis hanno reagito facendo tutto quello che si doveva fare. I nostri tecnici sono impegnati fin dal primo momento. Siamo davanti ad un atto di boicottaggio e di odio, frutto di una mentalità che va stigmatizzata».

 

I dieci milioni di litri di gasolio fuoriusciti all’alba di martedì dai depositi della ex raffineria Lombarda Petroli di Villasanta, vicino Monza, e ora confluiti nel Po, hanno immediatamente fatto partire una task force formata da Pontieri, Vigili del Fuoco, Protezione civile e Arpa, attivato un tavolo di coordinamento tra i diversi enti interessati alla salute del Po. La Regione Lombardia ha chiesto lo stato di calamità per «finanziare gli interventi sul fiume», ha detto l’assessore al territorio Davide. «Nel contempo – ha continuato Boni – è necessario individuare i colpevoli di quanto sta accadendo, comportandoci in maniera inflessibile e punendo duramente coloro che hanno determinato questo disastro».

 

L’assessore ha anche reso noto che sarà organizzata una riunione tra gli enti locali interessati e ha voluto rassicurare i cittadini che abitano nelle zone percorse dal fiume sul fatto che «l’acqua in zona è potabile, anche se c’è in effetti cattivo odore». L’assessore ha spiegato che «sono in atto i controlli dell’Arpa e degli enti locali, 24 ore su 24, per i pozzetti della falda acquifera». Il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, ha sottolineato il lavoro fatto: «È stato attenuato fortemente l’impatto negativo della massa oleosa. È in atto un’azione di contenimento molto importante».

 

Intanto il Wwf, che si costituirà parte civile nel processo, riferisce che è stata colpita anche l’Oasi di Montorfano, «uno degli unici esempi di riqualificazione sui 130 km del Lambro». Le specie ad essere direttamente colpite dal disastro ambientale sono state quelle acquatiche: pesci, anatre selvatiche, le colonie di aironi che proprio in questi giorni hanno iniziato a nidificare sulle sponde del Po. Sono decine gli animali ripescati senza vita. In allerta il centro di recupero animali selvatici Wwf di Vanzago, dove già ieri sono stati portati i primi germani reali interamente coperti di gasolio: verranno curati dai veterinari del centro.

 

Intanto una serie di consorzi stanno lavorano con pompe idrauliche, per aspirare le diverse tonnellate di gasolio e olio combustibile e smaltirli in centri autorizzati di Lombardia, Piemonte e Liguria. Secondo Rosalba Giugni, presidente dell’associazione Marevivo, gli oli inquinanti, passando dal Po all’Adriatico, causeranno gravi danni all’ecosistema marino, mettendo in pericolo circa 10mila specie marine tra fauna e vegetali. Per questo Legambiente ha chiesto che la Regione Lombardia chieda al governo la dichiarazione di stato di emergenza ambientale nazionale.

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