Emergenza in Giappone

Un fortissimo terremoto, seguito da uno tsunami con onde di dieci metri ha colpito le terre del "sole nascente". Distruzioni ed evacuazioni di massa. Allarme per possibili fughe radioattive. La solidarietà internazionale
Tsunami

Si rimane attoniti davanti ad un cataclisma imprevedibile come quello che ha colpito il Giappone: un terremoto di una intensità (magnitudo 8,9) mai rilevata negli ultimi decenni. Un conseguente maremoto (tsunami) con onde alte fino a dieci metri che ha devastato le coste nipponiche nord orientali. Si stimano mille morti, ma è solo un primo bilancio.

 

Migliaia di case distrutte dalla valanga d’acqua che ha spazzato via tutto quanto incontrava nel suo percorso. Una diga crollata. Enormi vortici marini che hanno inghiottito decine di piccole imbarcazioni. Treni scomparsi. Centinaia di migliaia di persone per strada in tutte le città del Giappone. Allarme crescente per possibili fughe radioattive dalle centrali nucleari colpite da terremoto e maremoto sulle coste nord orientali: sembra che l’intera città di Fukushima sia stata evacuata.

 

Eppure, anche davanti a una catastrofe che lascerà i suoi segni a lungo su una nazione già pesantemente provata dalla crisi economica degli ultimi anni, si rimane ammirati dal coraggio e dalla capacità del popolo giapponese, determinato come pochi di fronte a criticità inimmaginabili come quella attuale. Nei filmati che mostrano le conseguenze del fortissimo terremoto sono relativamente poche le case crollate: leggi per costruzioni antisismiche serie ed efficaci sono applicate ormai da molti anni in un territorio abituato a sismi frequenti. Solo la forza inarrestabile delle acque provenienti dall’oceano ha potuto, questa volta, portare una distruzione tanto grande.

 

In mezzo a dolore, sgomento e morte, a fianco di un popolo che si sta rimboccando le maniche per ricostruire, oltre quaranta paesi hanno già dichiarato la loro disponibilità immediata a dare un aiuto concreto. Servirà una gara di solidarietà internazionale, a lungo termine, grande quanto il disastro. E’ questo, forse, l’unico lato positivo di questa tragedia: farci dimenticare, almeno per qualche tempo, le piccole beghe e interessi personali e nazionali, rimettere al giusto posto le priorità della vita, ritrovare lo slancio e la generosità della nostra umanità migliore, quella che tende la mano al fratello.

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

Tonino Bello, la guerra e noi

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons