Elezioni: le sfide di una fraternità esigente

Intervista a Silvio Minnetti, presidente italiano del Movimento politico per l’unità, sulle questioni aperte dalla nuova legge elettorale e il necessario impegno dentro la società in un dialogo aperto con tutti. Fuori da lobby e accordi di potere
ANSA / US CAMERA

La ripartizione tecnica dei collegi elettorali è ormai definita. I partiti stanno costruendo la loro strategia tra accordi e disaccordi sulle possibili coalizioni. Cosa ha da dire in merito il Movimento politico per l’unità (Mppu)? In questi anni questa realtà, interessata a costruire e proporre la fraternità dentro le questioni vive dell’agire politico, ha promosso laboratori e dialoghi sul merito delle cose più che sulle formule. Grande interesse è stato dedicato alla problematicità di un sistema elettorale oggetto di continue revisioni che hanno generato significativi interventi correttivi della Corte costituzionale. Ne parliamo con il presidente del Mppu italiano, Silvio Minnetti, tra l’altro autore, su cittanuova.it, di saggi di approfondimento nel settore politico ed economico

Avete elaborato promosso il dialogo con partiti e società civile sottolineando alcuni punti fermi di una legge elettorale condivisa. Quante delle vostre proposte sono state accolte nel legge elettorale Rosato?

 È stato accolto l’appello del Mppu ad approvare una legge elettorale per evitare di andare a votare con un sistema difforme tra Camera e Senato. La legge è abbastanza condivisa tra schieramenti di centrodestra e centrosinistra. Purtroppo, rispetto all’accordo di giugno, il M5S non ha approvato il Rosatellum. Non si è comunque registrato il fallimento totale della politica rassegnandosi alle due sentenze della Corte Costituzionale. Il sistema elettorale è stato armonizzato come chiedeva il Capo dello Stato.  Nei contenuti invece non siamo molto soddisfatti.

Cosa è che non vi convince?

Si registra un irrigidimento del potere di scelta dell’elettore che, con una sola croce sulla scheda, senza preferenze e voto disgiunto, rischia di ratificare l’elezione di “nominati” a rimorchio nei collegi plurinominali, anche di partiti che non avrebbe mai votato. L’uninominale, per quanto pesi solo per poco più di un terzo, è positivo ma in realtà l’elettore, oltre la persona sceglie tutte le liste collegate. Si ha poca fiducia così negli elettori che si limitano con un voto ad approvare le scelte fatte dai segretari dei partiti. Garantita la rappresentatività massima delle piccole formazioni politiche, è in discussione invece la governabilità con un vincitore certo tra tre minoranze del 30 per cento circa, che si confrontano in un sistema ormai tripolare.  Le coalizioni non sono basate su programmi chiari e definiti prima. Si faranno governi di coalizione instabili dopo, visti i risultati elettorali.

A partire dal questa nuova legge elettorale come crede che si possa trovare spazio a una selezione democratica e trasparente dei candidati senza dover dipendere da meccanismi di cooptazione?

Purtroppo si conferma un sistema di liste bloccate, anche se corte, senza possibilità di vera selezione democratica e trasparente dei candidati. Siamo nelle mani della buona volontà dei partiti che possono coinvolgere o meno la base degli iscritti e degli elettori con primarie regolamentate di collegio o con consultazione serie nella Rete. Ci auguriamo che i partiti si aprano a persone di valore e di valori della società civile, delle professioni, della cultura, delle amministrazioni locali, del terzo settore e non solo a fedelissimi, non sempre onesti e competenti come le cronache confermano.  Il rischio vero è di trovarci a ratificare le scelte fatte da cinque leader di partito.

 La vostra dichiarazione di trasversalità non è comune anche ad ogni lobby che agisce per la tutela di certi interessi? Esistono candidati cosiddetti  etichettabili come mppu?

Data la nostra natura unitaria e plurale, trasversale agli schieramenti, auspichiamo candidature naturali di chi si impegna nei partiti e movimenti, nelle amministrazioni locali e nelle istituzioni, di chi è radicato nel territorio, nelle sue ferite e speranze senza accordi di vertice e forzature. Il Mppu incoraggia e sostiene vere vocazioni politiche, attraverso lo strumento del patto eletti-elettori su base programmatica, etica e democratica, in incontri pubblici nei collegi elettorali dei candidati. Insomma, un movimento aperto alla pluralità delle opzioni partitiche, illuminato dal carisma dell’unità nella diversità. 

Ma non rischia il Mppu di essere solo il propositore di schemi procedurali neutri senza attenzione ai contenuti?  Esiste una base valoriale di riferimento non generica per aiutare a discernere candidati e opzione partitiche?  

È impossibile che il Mppu sia un propositore di schemi procedurali neutri, perché sostiene la fraternità universale come orizzonte e metodo politico. Essa stessa è un contenuto di inclusione, integrazione, partecipazione, unità, uguaglianza e liberazione senza rinchiudersi in campi ideologici. Sulla fraternité possono convergere tutte le forze politiche, ognuna con i propri valori, secondo la vocazione storica che Chiara Lubich ha riconosciuto loro. È un unicum che guarda al mondo unito, orizzonte politico per eccellenza. Ad esempio, fraternità implica accoglienza ed integrazione di persone che fuggono da guerre, fame e persecuzioni. Fraternità significa lotta alla povertà come abbiamo fatto favorendo in Parlamento il Reddito di inclusione (Rei),  oggi una realtà, attraverso laboratori e seminari trasversali. I candidati ad, esempio, possono essere valutati sulla base del loro impegno nel territorio per la pace e  la riconversione industriale, per la tutela dei beni comuni, per l’adesione al “patto eletti – elettori”,ormai diffuso in tutte le regioni.  La base valoriale è sicuramente  nella visione di Chiara Lubich, fondatrice del Mppu, che ha visto la politica come servizio, come «amore degli amori»  e non certo come narcisistica ambizione personale.

In che senso il Mppu è diverso dalla tipica  associazione del cattolicesimo politico? Su quali basi vi rivolgete a tutti?

Come affermato sopra, il Mppu va oltre l’area cattolica in senso stretto. Si apre come terreno di dialogo a tutti, cattolici e non, di altre religioni o convinzioni. Mette l’uomo – mondo al centro.  In questo senso si rivolge a tutti gli uomini e donne di buona volontà senza recinti partitici e guardando al mondo unito che, nel difficile cammino dell’umanità nella Storia, ci appare l’obiettivo da porsi in questa epoca di globalizzazione.

In merito alle prossime elezioni politiche il Movimento dei Focolari Italia ha emesso un comunicato stampa sollecitando la responsabilità di ognuno ad impegnarsi secondo coscienza.  

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